Prosciutto e melone-Parte 1

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Nell'istante in cui i miei occhi si sono chiusi e la mia mente si è momentaneamente distaccata dal corpo, una manciata di sogni ha cominciato ad affollare la mia testa. Torte al cioccolato, krapfen, confetti alla frutta, gelato al pistacchio... un flusso di dolcezza ha vorticato attorno a me, questo finché non ho riaperto gli occhi. Esattamente un attimo fa.

Posiziono indice e pollice sulle palpebre e le occhiaie, dilatandole quanto basta per staccare le ciglia incollate dal mascara sciolto. Sono stesa su un divano abbastanza lungo, nel quale i miei centocinquanta centimetri entrano alla perfezione. Ne tasto il tessuto e capisco che è il mio. Con la testa ancora immersa nel mare di cioccolato di poco fa, mi guardo attorno e tutto ciò che individuo in un primo istante sono il mio soggiorno e un brusio di voci. Mi inizio a sollevare e le quelle voci adesso si inseriscono in una serie di corpi con indosso abiti perlopiù oscuri.

<<Ma cosa diavolo è, il mio funerale?>>

La mia voce è rauca, ma riesce comunque a farsi sentire da tutti. Vedo Agata e Camillo, poco più distanti dal tavolo centrale, voltarsi verso di me. Dalle loro espressioni capisco che, come sempre, stavano bisticciando, ma adesso la loro attenzione è tutta incanalata verso la mia figura. Sul lato opposto al loro noto con piacere e con un velo di incertezza Angela, il suo nasino all'insù e il suo nuovo fidanzato palestrato. Chissà chi li ha avvisati...

Il mio giro di ispezione viene interrotto da un ciuffo castano che si protende verso di me. Sollevo gli occhi e noto quelli di Carlo che mi sorridono. Mi stampa un bacio sulla fronte e mi offre una tazza fumante.

<<Cos'è?>> dico, con un sorriso così largo che entrerebbe un'intera confezione di M&M's all'interno.

<<Cioccolata calda, come hai richiesto tu prima di svenire.>>

Adesso ricordo. Bologna, i gemelli, la telefonata, mia nonna che...

Guardo Carlo e dalla sua reazione mi accorgo che il panico mi ha sfigurato il volto.

<<Devi stare calma, piccola, promettimelo. Cosa è successo? Io e Andrea ti abbiamo vista per terra da un momento all'altro dopo la chiamata che hai ricevuto. Di che si tratta?>>

Andrea. Eccolo lì, accanto alla porta e immerso in una telefonata lavorativa. Dalla posizione in cui si trova riesco solo a notare le sue spalle voluminose, la mano ampia che si massaggia la fronte e l'altra che sorregge il suo telefono. Di tanto in tanto fa un cenno con il capo e si passa la mano tra i ricci depositati sulla fronte. C'è anche lui, ha lasciato l'azienda per venire nella mia casa.

Mentre sposto la mia attenzione nuovamente verso Carlo, tutti gli altri ad eccezione di Andrea si sono accorti del mio risveglio. Agata e Camillo sgomitano per avvicinarsi al divano e Angela, con la mano stretta in quella del suo Big Jim, si trascina dietro di me e mi stampa un bacio sulla fronte. Devo loro delle spiegazioni, questo è ovvio. E' solo che non so proprio da dove cominciare.

<<Stamattina ho ricevuto una chiamata. Era mia madre.>>

Le pupille di tutti loro mi stanno oltrepassando il corpo. Intanto poco distante da noi la voce di Andrea ha smesso di rivolgersi al suo telefono.

<<Mi ha chiamata dal telefono di mia nonna. Be' questo è ovvio, se avessi visto il suo numero non avrei nemmeno risposto. Comunque, mi ha detto che mia nonna è in ospedale. Lei... ha avuto un ictus.>>

Una valanga di sussurri, moine e carezze si schianta su di me e io mi lascio travolgere. Mia nonna è in ospedale e non ci sono giochi, battute e sorrisi che in questo momento possano sostituire l'espressione da bambino in piena colica che sicuramente si è impossessata di me. Sto provando a non piangere e le attenzioni di Carlo, Angela, Agata e Camillo sicuramente mi aiutano a cacciare indietro le lacrime.

Scusa se sono grassaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora