Crêpe Nutella e mocio-Parte 1

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Sono passati tre giorni dal mio fallimento al congresso di Villa Sassi. Tre lunghi giorni in cui ho tentato di tutto, ho contattato chiunque e ho provato a spremere le meningi come una fetta di limone sul carpaccio, sperando che il mio cervello partorisse un'idea geniale per la sfilata. Ma niente, più pensavo più escogitavo nuove ricette in cui accoppiavo meringhe e Nutella in favolose torte a due piani.

E più inventavo ricette, più avevo fame.

Così ho lasciato perdere la Torino Fashion Week e sono uscita a comprarmi una crépe ripiena di Nutella, cioccolato bianco e cocco.

Non ho ancora abbandonato l'idea di far sfilare i miei modelli, ma mi sono arresa alla prospettiva di vederli indossati dalle dipendenti durante la settimana della moda di Torino. Mancano solo venti giorni al suo inizio e, con i soli schizzi per le mani, sarebbe troppo tardi partecipare.

Penso a questo mentre lavo il pavimento del supermercato con il mocio tra le mani. Da quando sono a Torino, mi sono sempre chiesta come mai qui al Nord non si servano di una semplice mazza di legno e di uno straccio bagnato: lavare, con quello, è tutta un'altra storia.

Invece adesso sono costretta a far scorrere questa parrucca grigia con i dread da un lato all'altro del pavimento e, nel frattempo, canticchio qualche ritornello con le parole storpiate.

<<Dammi tre parole: cibo a profusione!>> intono, scandendo il ritmo con la testa.

All'improvviso, una voce cupa e profonda tuona alle mie spalle.

Ma com'è possibile che la gente mi parli quando sono sempre di spalle? Di solito le persone normali dovrebbero circumnavigarmi, come fece Colombo con l'Africa, e poi parlarmi.

E invece no, gracchiano sempre alle mie spalle e poi si aspettano che non mi volti con uno sguardo assassino dipinto in faccia.

<<Finalmente l'ho trovata>> dice la persona dietro di me.

Con il mocio ancora in mano, mi giro e ammiro in tutta la sua imponenza l'uomo che mi si para davanti. Indossa un completo blu elettrico, che gli si adatta perfettamente al corpo, porta degli occhiali da sole incastrati fra i capelli mossi e sorregge una valigetta in cuoio, come quelle degli studenti di Giurisprudenza che si credono già avvocati.

<<Signor Ferrero>> gli dico, mentre con una mano mantengo dritto il mocio e porto l'altra sul fianco.

<<Signorina Fanelli>> mi scimmiotta lui e, osservando la mia divisa da lavoro bagnata a causa del mocio, fa una smorfia di disappunto.

<<Ma per caso siamo in uno di quei film in cui la protagonista fa sempre incontri improbabili con l'uomo che non sopporta?>>

Lui, intanto, sembra non darmi ascolto e prosegue con il suo discorso.

<<L'ho cercata ovunque, poi la mia collega mi ha riferito di averla vista in questo supermercato>> mentre pronuncia queste parole, fa scorrere lo sguardo lungo gli scaffali colmi di prodotti appena acquistati.

<<Avrebbe potuto evitare di scomodarsi, non fremevo dalla voglia di incontrarla.>>

Mentre gli parlo, però, non posso fare a meno di chiedermi cosa abbia spinto quest'uomo a cercarmi in lungo e in largo. Che si sia innamorato di me, dopo quello che è accaduto a Villa Sassi? Ma che dico, non sono mica Bridget Jones.

Andrea Ferrero continua a rivolgersi a me, ignorando qualsiasi mia risposta.

<<Mi ha stupito a Villa Sassi. La sua fuga dalle guardie per far parte della riunione, il modo in cui ha fronteggiato Massimo Alfieri, i suoi modelli... be', sono piacevolmente sorpreso.>>

Ho il capo chino sul mocio e le braccia impegnate a muoverlo da un lato all'altro, per cercare di nascondere a quell'uomo il fremito di gioia che le sue parole mi hanno suscitato. Qualcuno si è accorto di me, delle mie capacità. Qualcuno si è reso conto che farei di tutto per ottenere ciò che voglio. Sorrido, con il volto coperto dai lunghi capelli castani che mi ricadono dritti sulla fronte.

<<E' per questo motivo che sono qui, voglio che lei venga a lavorare con me.>>

Mi blocco e il mocio si ferma insieme a me. Ma quest'uomo ha bevuto latte allungato con il rhum stamattina?

Sollevo il mocio gocciolante e lo punto dritto sulla sua faccia.

<<Non è uno scherzo divertente>> gli dico, muovendo il bastone verso di lui come un lottatore di arti marziali.

Andrea Ferrero solleva le braccia in segno di resa.

<<Elisa, abbassi l'arma per favore, sono serio. La mia azienda ha bisogno di lei, della sua determinazione e della sua forza d'animo.>>

Ho ancora il mocio puntato sul suo naso e mi rendo conto che non sta scherzando. E' serio, molto serio, e questo è ancora più grave. Dopo tutti gli insulti che mi ha rivolto, dopo avermi detto che non sono adeguata fisicamente a poter lavorare da lui, dopo tutto questo lui ha la faccia tosta di venire nel posto in cui lavoro e di chiedermi di lasciare il supermercato?

<<Cos'è successo, signor Ferrero, tutto d'un tratto i suoi dipendenti sono ingrassati e ora vado bene con gli standard della sua casa di moda?>> gli domando con tono di sfida.

Il mocio gli copre completamente il viso, così non posso vedere quale espressione abbia assunto. Suppongo, però, che sia irritato.

<<Ovviamente seguirebbe una dieta.>>

Rido di gusto. E' una risata sonora, così forte che sono costretta a piegare la testa indietro. Ed è diabolica, come quelle lunghe risate delle streghe cattive dopo aver escogitato un piano per uccidere la principessa. E la principessa, in questo caso, è questo cretino.

All'improvviso la mia risata si blocca e, dopo un attimo di silenzio, gli parlo con un tono duro.

<<Io non verrò mai a lavorare da lei, ha perso il suo autobus delle 9:35, mi spiace.>>

Vedo la mano affusolata di Andrea Ferrero che afferra il bastone ancora puntato su di lui, supera la mia resistenza e lo sposta di lato. Adesso possiamo guardarci faccia a faccia.

<<Presto o tardi verrà alla Ferrero Fashion Group, glielo assicuro.>>

I suoi occhi azzurri esprimono così tanta sicurezza che comincio a dare per scontato che prima o poi finirò davvero a lavorare per lui. Poi scaccio con la mano libera questo pensiero e torno a lavare il pavimento. Lui, intanto, se ne va. E da questa prospettiva le sue spalle sono splendidamente enormi.



Cosa vi avevo detto? 

Elisa ha avuto una piccola rivincita: Andrea Ferrero che le chiede di lavorare per lui. Ovviamente, come dice lui, dopo una dieta (con quale coraggio, aggiungerei).

La farsa della storia d'amore (senza baci) tra Elisa e Andrea prosegue, ma come finirà?

Spero che questo capitolo non vi abbia delusi!

Buona lettura,

Nicole

Scusa se sono grassaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora