Capitolo 1

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JESSICA
<Jessica sei pronta?> Urlò mia madre dal piano inferiore.
<Metto la giacca e scendo.> Dissi.
Non ci posso credere sto per partire per il college.
Non ho mai pensato che sarei arrivata a tutto questo.

Scesi le scale dove alla fine si trovava il mio ragazzo Davide.
<Ciao.> Sussurrai prima di dargli un bacio sulla guancia. Non lo avevo perdonato del tutto, ma ho apprezzato la sincerità.
<Ho caricato le valige in macchina.> Disse portando le sua mani sui miei fianchi. Mi spostai velocemente.
<Ragazzi non vi dovete vergognare.> Disse mia madre.
Le rivolsi un finto sorriso.
Mia madre pur sapendo del "tradimento" gli voleva un mondo di bene, diciamo che è stata lei a farmi tornare con lui.

<Papà?> Chiesi per distruggere il silenzio.
<Non può venire.> Diventò subito seria. So che mi sta nascondendo qualcosa, ma non voglio impicciarmi per ora.

***
<Camera B127.> Dissi leggendo il foglio.
<Camera B127, B12... eccola B127.> Disse mia madre indicando la porta.
Aprì la stanza e mi trovai una ragazza girata di spalle che appena senti la porta aprirsi si girò.
<Ciao.> Disse con un sorriso enorme.
Aveva i capelli corti fino alle spalle di uno strano colore. Un blu sbiadito. Occhi marroni e il septum.
<Sono Emma.> Continuò allungando la mano.
<Jessica.>
Dopo le presentazioni salutai mia madre che andò subito alla macchina per lasciarmi con Davide.
<Allora.> Disse prendendomi le mani.
<Allora.> Gli feci eco io.
<È arrivato il fatidico momento.> Disse. Annuì.
<Ti amo.> Disse dopo un minuto di silenzio.
Rimasi di stucco.
Non me lo ripeteva da quel giorno.
Mi feci coraggio e lo baciai.
<Anch'io.> Dissi dopo essermi staccata. Mi sorrise, mi diede un piccolo bacio a stampo e dopo avermi salutato se ne andò.

Entrai in camera.
Non era molto grande.
Appena si entrava c'erano due letti singoli separati tra di loro con un comodino.
C'erano due scrivanie, due librerie e due armadi.

<Siete davvero carini.> Disse d'un tratto Emma.
<Grazie.>
<Da quanto state insieme se posso chiedere.>
<A ottobre facciamo cinque anni...>
<Wow quindi è proprio stabile.>
<Non proprio, ma non ne voglio parlare per favore.>
Annuì e continuò a sistemare, come me d'altronde.

La giornata passò in fretta e io ero già sotto le coperte pronta per dormire.
Domani iniziano le lezioni.
Il telefono vibrò e questo significava che era arrivato un messaggio.

Mamma
"Notte, buon primo giorno di scuola."

Dopo aver risposto diedi la buonanotte anche a Davide e mi misi a dormire.

Mi hai stravolto la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora