Capitolo 22

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JESSICA
<Credo di essere incinta.> Disse Emma abbassando gli occhi.
<Hai fatto il test?> Chiesi, ma fece di no con la testa.
<E come lo sai?>
<È leggermente ovvio, ho tutti i sintomi.>
Annui leggermente.
Poi mi ricordai...
<Giorgio lo sa?> Fece di no con la testa e iniziò a versare qualche lacrima.
La abbracciai subito.
<È di questo che mi preoccupo.>

Decisi di andare solo io a prendere il test di gravidanza. Sicuramente si sarebbe sentita osservata ed è una cosa che odia decisamente.
Da una parte me lo sentivo, dall'altra non me lo aspettavo.
Cioè cosa penserà Giorgio?
E sua madre?
Che poi il problema fondamentale è l'università.
Siamo a gennaio, quindi partorirà verso settembre.

<Sono tredici euro.> Disse la ragazza.
Diedi i soldi e pregai di andarmene il più presto possibile.
<Lei è molto giovane.> Disse la commessa guardandomi la pancia.
<Non è per me, sa non ho neanche il ragazzo. Mia zia..>
<Non serve che ti giustifichi, è normale fare esperienze alla tua età.>
Ma siamo seri?
Presi quel coso alla velocità della luce e mi diressi verso il dormitorio.

<Principessa.> Ci mancava solo lui.
<Simone che ci fai a quest'ora fuori? Hai perso qualche appuntamento?>
<Andiamo, te la sei presa perché non sono venuto?>
Sbuffai ed entrai nel palazzo.
<Dai Jessica.> Sbuffò mettendosi davanti a me. <Hai da fare?>
<Si e ora levati.> Sbottai cercando di passare.

<Ma guarda un po cosa abbiamo qui.> Disse prendendo il test.
Sono fottuta.
<Allora avevo ragione, Emma è incinta.>
<Non è per Emma.> Dissi con la voce tremolante cercando di afferrarlo.
<Ah no? Bene. Allora significa che ho fatto bene a darti buca.> Disse e solo ora mi accorsi del suo alito. Mise tra le mie mani la confezione e andando verso l'uscita.
Cazzo.

***
<Emma scusa se ho fatto ritardo ma..>
E mi bloccai.
Giorgio stava piangendo e nello stesso tempo scuotendo Emma, la quale sembrava terrorizzata.
Appena parlai Giorgio si girò e mollò la presa.
Non mi diede neanche il tempo di parlare che mi abbracciò.
Sussurrò qualcosa di incomprensibile per poi dirmi scusa e andarsene.
Il suo alito puzzava di alcool come quello di Simone.

Sapevo che non voleva parlare così le passai la scatola e andò in bagno.
<Non ci riesco. Guarda tu, ti prego> Disse girandosi dall'altra parte.
Con poco coraggio andai verso il lavabo.
<Allora?> Domandò con voce tremolante.
<Manca poco e scoprirai se.. positivo.> Lo dissi senza neanche accorgermi.
Prima fece un sorriso, forse di gioia, ma poi vidi scendere diverse lacrime sul suo viso.
<Non posso, io non posso.> Iniziò ad andare in panico guardando ovunque come per cercare qualcosa.
Quando mi accorsi che stava prendendo qualcosa la bloccai all'istante.
<Ora calmati, ci sono io.>
Dopo poco la feci sdraiare sul letto e cadde in un sonno profondo.
Dopo qualche minuto decisi di andare da Giorgio.

Devo sistemare le cose o qui finisce male.

Mi hai stravolto la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora