Capitolo 33

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SIMONE
Appena entrai l'odore famigliare di alcool impregnò le mie narici. Mi mancava tutto questo.
Vidi Jessica seguire i due fidanzatini così decisi di aggregarmi con loro, fino a quando Mattia non mi blocco la strada.
<Bro, da quanto non ci vediamo?> Disse evidentemente già fatto o ubriaco, è la stessa cosa. Mi trascinò nella parte opposta, leggermente più riservata rispetto all'intera discoteca.
C'erano un po tutti i miei ex amici che si stavano divertendo molto a quando pare: c'è chi si strusciava su altri, chi beveva e chi si drogava.
Okay forse non mi mancava più di tanto.

Appena notarono la mia presenza fermarono qualsiasi attività pur di fissarmi.
Non sono un clown grazie.

<Simone, sei sparito dalla circolazione.> Disse Niccolò, non che uno dei miei grandi e vecchi amici. Grazie al cazzo, volevo dirgli.
<Doveva accettare la sconfitta, Giorgio come se la passa? Emma ha abortito a quanto pare.> Questa volta parlò Lorenzo.
<È stato un caso. Non aveva intenzione di seguire le vostre idee.> Sbottai cercando di stare calmo.
<Amore perché non ti siedi, ti faccio rilassare in due secondi.> Mi disse Arianna.
<Lascialo stare, è solo innamorato di una puttana. Gli passerà.> Parlò Lorenzo.
Persi la pazienza ma prima di saltargli addosso qualcuno mi aveva già bloccato.

<Giorgio, Simone. Avete cambiato le regole del gioco a quanto pare. Volete?> Disse Niccolò. Ammetto che un po di voglia c'era, ma devo resistere. Non posso ricominciare.
<Per voi è un gioco, ma per noi no. Se voi non avete un cuore non è colpa nostra. Andiamocene Simone.> Disse Giorgio spiazzando tutti, me compreso.
Mi trascinò nelle zone dove si trovavano le nostre ragazze. Come suona bene.
<Dove eri?> Mi chiese la mia ragazza. Anche questo suona davvero bene. Questa volta devo mantenerla una ragazza e soprattutto non le devo più mentire.
<Stavo parlando con dei vecchi amici.>
<E di cosa?>
<Di quanto sei bella.> Ed ecco qua un altra cazzata. Giorgio mi guardò con uno sguardo contrario, ma decisi di ignorarlo.
<Andiamo in pista?> Proposi.
<Noi finiamo il drink, andate voi.> Ci disse Emma.
Guardai Giorgio e dal suo sguardo sembrava che mi dovesse parlare di qualcosa di molto importante perché a quanto pare mi trascinò in pista.

<Cosa cazzo ci facevi con quelli? Dovevi chiedere i rapporti con loro.>
<Mattia mi ha trascinato da loro.> Risposi.
<Spero che sia così, perché le hai mentito?>
<Non posso dire che ero con dei drogati e con Arianna.> Mi giustificai.
<Le hai raccontato anche la cazzata della ragazza morta vero?>
<Possibile.> E subito mi trascinò fuori.
<Ma sei cretino! Stai seguendo i loro piani! Io ti strozzo!> Urlò e poi tornò dentro.
Cazzo ora mi sento realmente in colpa.
Ma non mi doveva strozzare? Vabbe ora non importa.
Rientrai in quel posto ormai diventato un inferno e mi diressi al bancone peccato che non trovai nessuno.
Rimasi sconcertato per qualche secondo, ma appena girai lo sguardo vidi tutti e tre ai divanetti.

<Mi spiegate perché vi siete spostati senza...> Ma poi capì <Jessica!> Urlai andando verso di lei. 
<Che le  è successo?>
<Ad un tratto si è sentita male.> Mi disse Emma mentre Giorgio disse: <L'hanno stordita.>
Droga nel bicchiere.
Opera di quei bastardi e hanno attaccato solo Jessica perchéhanno paura di ucccidere il bambino di Emma.
<Tu sai cosa fare.> Dissi a Giorgio che dopo aver annuito la prese in braccio e la condusse in macchina sua.
<Tu vai con Simone.>
<Ma io voglio stare con lei.>
<Emma cazzo...> Iniziò Giorgio, ma la presi per un braccio e la trascinai verso la mia macchina. Non è il caso di litigare ora.
In poco tempo eravamo arrivati a casa mia e lei era stesa sotto le coperte in camera, mentre io e il mio amico cercavamo di spiegare a Emma come era andata la situazione.
<Quindi voi due siete dei drogati!?> Urlò alzandosi dal divano.
<No, almeno non più.> Tentai di scherzare.
<Quindi in grembo avevo il bambino di un drogato e la mia amica è stata drogata da uno dei vostri spacciatori? Affermatevi single da adesso.>  Disse andando verso la cucina. <Ma quanto cazzo è grande questa casa?> Urlò per poi tornare indietro. <Al diavolo.> Disse lanciandosi  sul divano davanti a quello su cui noi eravamo seduti.
<Hai una ragazza leggermente pazza.> Affermai.
<O ubriaca. Non è che hanno drogato anche lei?>
<Però non è morta quindi significa che anche lei è una drogata.>
<Giusto.> Confermò Giorgio.
<Vi sento!> Urlò Emma per poi lanciarci un cuscino.

Preparai una stanza per quei due e poi mi diressi in camera mia sperando che Jessica si svegli al più presto possibile. Non posso ancora credere cosa è successo.
Forse vogliono che perdo sul serio la ragazza che amo.

Mi hai stravolto la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora