Capitolo 7

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JESSICA
<Due ore, due fottutissime ore di viaggio e cosa mi ritrovo? La sua ragazza e suo figlio! Il suo fottuto figlio! Non il nostro... il loro! Io mi suicidò, faccio prima!> Urlai un'altra volta.
<Calmati un attimo e ragiona.>
<Calmarmi!? Calmarmi!? Immagina, ti si presenta Emma con un bambino in braccio e dietro un ragazzo, più bello di te,più alto di te e con un fisico da modello. Poi lo prendi in braccio pensando che fosse il figlio del suo presunto cugino, riguardi quei due e vedi che hanno la fede al dito! Tu cosa faresti? Li lasceresti fare!? Lui pensava che io non mi ricordavo che quella era la sua ex? Io.. io..>
<Calma..> Disse venendomi ad abbracciare. Scoppiai in un pianto liberatorio.
<Tranquilla ora è tutto finito.> Disse Emma aggiungendosi all'abbraccio.

Ad un tratto bussarono alla porta così mi staccai e andai a vedere.
<Potete smetterla di urlare? Stiamo cercando di dormire.> Alla porta si presentò Silvia.
<Tutto a me deve succedere! Pure tu, pure tu.. Ma che ho fatto di male nella vita per meritarmi questo!>
La spintonai leggermente e mi diressi fuori, un po d'aria fresca non fa mai male.

<Principessa.>
<Non ti ci aggiungere pure tu.> Bisbigliai.
<Cosa è successo, il tuo ragazzo ti ha tradita?> Aveva un sorriso stampato in volto. Lo vorrei prendere a schiaffi.
<Non sono affari tuoi.> Sbottai.
<Piccola.> Disse avvicinandosi a me. Se fa un altro passo lo strozzo.
<Si, contento?> Disse allontanandomi da lui. Il suo sorriso si spense.
<Perché?> Mi chiese.
In quel preciso istante mi squillò il telefono.
<Che fai non rispondi?> Feci segno di no anche perché gli occhi si stavano riempiendo di lacrime.
Mi prese il telefono: <Davide, è il tuo ex?> Annuì.
<Pronto?>
<Che fai!> Sussurai. Mi fece cenno di stare zitta. Annuì e mise il vivavoce.
<Jessica finalmente, io... mi dispiace ok? È successo tutto all'improvviso. Noi abbiamo litigato e io mi sono ubriacato e poi quello che è successo è successo. Io non volevo il bambino, te lo giuro. Io amo te.> Spiegò.
<Ma non hai un po' di vergogna?> Iniziò Simone.
<Come scusa? Con chi parlo?>
<Scoparti una, metterla incinta e far finta di niente. Anche io ne ho combinate, ma non mi sono preso l'impegno di fidanzarmi se poi non rispetto l'altro. E ora, non prendertela con lei, le ho preso io il telefono.> Aggiunse per poi chiudergli il telefono in faccia.

Avvicinò una mano così mi ritrassi subito.
<Hey...> Sussurò.
Si avvicinò di nuovo, ma questa volta non mi spostai di una virgola.
Mi asciugò delle lacrime che non avevo notato e mi mise la mano sulla guancia. È altissimo, per arrivare a lui devo usare una scala...
Okay si ho rovinato il momento, ritorniamo a noi.

Continuava a guardarmi negli occhi mentre si avvicinava lentamente, ormai le nostre labbra si stavano per sfiorare quando sentimmo la porta d'ingresso e un <Jessica sei qui?> Lui si staccò immediatamente e sussurrò un 'merda' che riuscì comunque a sentire.
Sulla soglia c'erano Emma e il suo ragazzo.
Si avvicinarono a noi.
<Allora cosa ci dovete dire?> Iniziò Emma.
<Fanculo.> Sussurrò Simone e dopo aver dato una spallata a Giorgio se ne andò in dormitorio. Delle ragazze, ma in un dormitorio.
<Allora?>
<Niente.> Sussurai.
Dovevo seguirlo. Iniziai a correre verso l'entrata.
<Che cosa vi ha fatto la mia spalla oggi?> Urlò Giorgio.

Era salito fino al nostro piano e bussò alla porta di Silvia.
<Sorellina c'è qualcuno?> Chiese.
Aspetta cosa?
Sorellina?
Non dirmi che... ops.
<No, qualcosa è andato storto?> Gli chiese. Non feci in tempo a sentire la risposta che i due fidanzatini si appicicarono a me.

***
<Dai.>
<Ho detto di no.>
<Per favore.>
<Sono due semplici lettere N e O. NO.>
<Vabbè poi non ti lamentare se Simone..>
<Ok, ok vengo. Ecco. Sto scendendo dal letto, ma non vale.> Dissi.
Ma perché riesce sempre a farmi venire alle sue feste?

Ormai siamo a dicembre tra poco iniziano le vacanze e credo che le passerò qui tutta sola.
Davide nelle prime due settimane mi ha chiamato ogni santa ora, mentre ora lo fa solo una volta al giorno se va bene.
Anche con mia madre ho smesso di parlare. Lei sapeva tutto dall'inizio. Ora si spiega perché papà l'ha lasciata.
Papà.
Ho scoperto che vive vicino all'università quindi perché non riallacciare i rapporti con lui?

<È troppo scollato.> Mi lamentai.
<Sta zitta e andiamo. È tardi.> Mi trascinò letteralmente fuori.
<Ma che bella.> Disse Matteo mentre mi sorrideva. <Melori come mai hai accettato? Non odiavi le feste.>
<Ti ricordo che anche tu le odiavi.> Mi strinse la guancia e poi guardò fuori dal finestrino.

Entrammo in discoteca e io mi fiondai sui divanetti.
<Vuoi?> Alzai lo sguardo. Simone mi stava offrendo da bere.
<Non accetto bevande dagli sconosciuti.> Dissi con un sorriso compiaciuto.

Mi hai stravolto la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora