Capitolo 19

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JESSICA
<Bene ragazzi e bentornati. Come sapete tra poco iniziano gli esami e quello della mia materia è tra i primi.> Iniziò il professore di lettere. <Non voglio mettervi ansia, quindi queste ultime lezione le dedicherò ai vostri dubbi sui vari capitoli.>
Tutti tirarono un sospiro di sollievo.
<Per fortuna, non so come... Emma stai bene?> Iniziai ma mi fermai vedendo la sua faccia pallida.
<Si tranquilla, non mi sono ripresa completamente.>
Questa situazione non mi piace, credo di fare un interrogatorio quanto torneremo.

<È stata una giornata faticosa, spero vivamente di passare gli esami.> Disse Giorgio mettendosi vicino alla sua ragazza.
Iniziarono a parlare tra di loro così per togliere il disturbo decisi di andare in biblioteca.
<Io vado a studiare, non fate casino e voglio tutto in ordine al mio ritorno.> Gli minacciai.
Loro annuirono e dopo aver preso lo zaino uscì.

Non ho molta voglia di studiare, è passata un ora all'incirca e ho già ripetuto tutto.
Forse qualche dubbio è rimasto, ma non sono un genio e anche io ho bisogno di una pausa.
Gironzolai per la libreria.
Un libro mi aiuterà a concentrarmi.

<Non sapevo ti piacessero i libri romantici.> Sussurrò qualcuno.
<Guarda caso mi piacciono.>
<Sei più tipo da horror.> Affermò Simone.
<Mi stai dicendo che ho un carattere di merda?>
<Possibile.>

Mi immagino già la scena:
"Mamma come ti sei innamorata di papà?"
"Nulla di che amore, stavo leggendo un libro quando tuo padre è apparso e mi ha detto che secondo lui sono più una tipa da horror."
E allora mia figlia (perché si sarà una ragazza) mi chiederà...
Aspetta.
A cosa ho appena pensato?
La cosa meno grave è che ho immaginato di avere un figlio con lui.
Volevo dire una figlia.
Comunque.
Io non ho detto che sono innamorata vero?
È stata la mia mente a immaginarlo.
Cioè...
<Terra chiama Jessica.>
<Eh?>
<Finalmente bella addormentata.>
Cavolo.
Che figura.
<Comunque che ci fai qui?>
<Ti stavo cercando.>
<E come fai a sapere che ero qui?> Chiesi.
<Emma.>
Giuro che è morta.
Posso fare anche lo spelling.
M-O-R-T-A
Morta.
<Comunque nuda è più bella.> Disse con un ghigno sul volto.
<Fai schifo.> Dissi lanciandogli una gomma che prese al volo.
<Ehy! Stavo scherzando.>
<Questo l'ho capito.> Iniziai a sistemare lo zaino.
<Muoviti.> Disse alzandosi.
<Come scusa?>
<Alzati, ti porto in un posto.> E dopo questo andò verso l'uscita.
Buttai tutto nello zaino e lo raggiunsi fuori.

<Perchè ho l'impressione che mi stai portando a casa tua?>
<Perché è vero.> Sbuffai.
<Cosa c'è che non va?>
<Niente.> Sussurrai.
<Seriamente cosa c'è che non va?> Disse poggiando la sua mano sulla mia coscia.
Senti una strana sensazione nello stomaco mai provata prima.
<Niente, tranquillo.> Gli rivolsi un sorriso che ricambiò.
Cazzo se è bello.
Ma tutto questo durò davvero poco.
Quando tolse la sua mano mi sentivo persa.
Vuota.
È come se mi mancasse qualcosa.

Scesi dalla macchina ed entrai in casa.
È praticamente nuova e sembra che non ci abita nessuno.
<Esattamente chi ci vive qui dentro?>
<Io e i miei anche se effettivamente mio padre non è mai a casa quindi..>
<Non hai detto che avevi una stanza in dormitorio?>
<Sai che forse ti ho mentito?>
<Forse o mi hai mentito?>
<Ti ho mentito.> Disse e misi un finto broncio.

<Non funziona quel bellissimo viso su di me.> Disse avvicinandosi sempre di più.
Qualcosa dentro di me si accese e non resistetti.
Ruppi quel piccolo spazio tra di noi e lo baciai.
Credo che sia la prima volta che lo volevo davvero, come se le altre volte non lo fossero.

<Wow.> Sussurrò con ancora le sue labbra che sfioravano le mie.
<Che c'è?> Chiesi impaurita.
<Nulla è che non me lo aspettavo.>
Non so il perché ma ci rimasi male così cambiai discorso.
<Cosa mi dovevi mostrare?>
<Quello che l'altra volta non abbiamo concluso.> Mi sorrise e dopo avermi posato un leggero bacio sulle labbra intrecciò le nostre mani e mi condusse al pianoforte.

È bravo a farmi innamorare.

Mi hai stravolto la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora