Capitolo 25

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JESSICA
Non ci posso credere.
L'ho appena fatto.
Non dico che mi sto pentendo, assolutamente, ma ora in testa mi frullano le frasi di Emma.
Del fatto che non mi devo fidare di lui o cose simili.
Ha ragione ma ormai il danno è fatto, anche se non si può considerare un danno. Cioè non è cambiato nulla.

Ora eccomi qui, nuda nel mio letto con al mio fianco Simone che mi sta stringendo la vita.
Ho paura di svegliarlo e rovinare tutta l'atmosfera creata.
Mi girai leggermente per guardare l'ora, sono le cinque e qualcosa. Mi spostai un'altra volta, verso di lui, e dopo un mugolio da parte sua cercai di addormentarmi sperando che al mio risveglio lui sia sempre affianco a me e non che se ne sia andato.

La luce filtrava attraverso la finestra.
Lo sapevo che la dovevo chiudere.
Poi mi ricordai tutto quello che è successo.
Quando vidi i vestiti a terra e Simone al mio fianco capì che non era stato un sogno, ma tutta realtà.
Ma la cosa più importante lui era ancora qui, con me.

Decisi di alzarmi e andare a fare una doccia, anche se non volevo togliere di dosso il suo odore. Lo so, sono patetica; ma vi posso assicurare che ha un buon odore.
Velocemente mi alzai e andai verso il bagno.
Solo do essermi infilata nella doccia sentì qualche strano rumore.
Sicuramente sia sarà pentito e ha deciso di tornare a casa sua, anche se l'unico problema è che non ha vestiti puliti visto che non si sono asciugati.
Usci in fretta dalla doccia, mi misi un asciugamano e senza accorgermene lui era già entrato in bagno.
<Che cosa fai?> Dissi cercando di coprirmi il più possibile anche se ormai non aveva più un senso.
<Non ci riesco.> Iniziò avvicinandosi a me. <Non riesco a stare lontano da te, è più forte di me.> Continuò bloccandomi al muro e guardandomi dritta negli occhi.
<Ti prego di qualcosa..> Sussurrò con gli occhi rossi. Sta veramente piangendo? O è semplicemente una mia impressione? Mi è entrato del sapone negli occhi.

Io non so cosa fare, non so come muovermi.
Baciarlo sarebbe si, approvo mentre ignorarlo sarebbe no.
Fanculo.
<È un si?> Mi chiese staccandosi da me.
Non ricordo la domanda, non so neanche se me la fatta. Non me lo ricordo sinceramente.
Non so se c'è una domanda. Si a cosa? La domanda potrebbe essere anche: ''vuoi diventare la mia puttanella personale?'' In quel caso la risposta sarebbe comunque no, ma ora come ora risponderei si solo per stare con lui.
Ora come ora non importa la domanda.
Annui debolmente.
<È un si.> Dissi sorridendo.

Probabilmente mi spezzerà il cuore, ma tenterò comunque.
Ora è lui quello che ha il mio cuore in mano e può decidere se farlo a pezzi o conservarlo per sempre.



Mi hai stravolto la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora