Capitolo 3

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JESSICA
La sveglia suonò come ogni giorno alle sei.
<Ti prego spegni quella bestia di satana.>
<Per tua informazione si chiama sveglia e alzati se non vuoi fare ritardo.> Le dissi.

La giornata passò in fretta.
Dopo aver mangiato volevo andare in biblioteca per togliermi un po' di programma per l'esame.
Prima chiamai Davide che non sentivo da molto.
Rispose solo alla quarta chiamata.
<Pronto?> Disse una voce femminile.
<Salve, c'è Davide?>
<Certo, ma posso sapere chi è?>
<La sua ragazza.> Risposi a denti stretti. Se quel coso mi ha tradito un altra volta lo ammazzo con le mie stesse mani.
<Jessica giusto? Davide parla molto di te.>
<Si, ma posso sapere perché hai il suo telefono? E soprattutto chi sei?>
<Sua cugina e lui è andat... Davide eccoti Jessica ti cercava.> Disse ad un certo punto.
Me lo passò e dopo aver parlato cinque minuti chiusi.
Mi sembrava strano.
Non voglio dire cose sbagliate, ma ho l'impressione che quella non è sua cugina.

Una persona mi andò a sbattere contro facendomi cadere l'unico libro che avevo in mano.
<Sta attento.> Sbottai.
<"Sta attento".> Scimmietò facendo le virgolette. <Tu non stare in mezzo no?> Se ne andò lasciandomi come una deficiente con un libro ai piedi.
Devo ammettere però che era carino... ma cosa sto pensando, sono fidanzata non posso.
<Hey tutto apposto?> Ad un tratto apparse Matteo.
<Certo, stavo solo pensando.> Mi abbassai per prendere il libro e andai in biblioteca dopo averlo salutato.

***
<Non mi dire.> Disse Emma.
<Te lo giuro, non mi ha neanche chiesto scusa.>
<Un coglione.> Disse.
È da mezz'ora che stiamo discutendo su sta cosa.
<Comunque...oggi è venerdì quindi andiamo ad una festa..> Aveva una voce bassa, come se avesse paura di qualcosa.
<Si per favore devo svagarmi un po'.> Rimase sorpresa.

Mi misi una canotta rossa di pizzo e una gonna nera con un fiocco in vita del medesimo colore.
Misi i tacchi rossi per stare a tema. Non li indossavo mai, ma perché no.
<Sei stupenda.>
<Non esagerare.> Dissi e mi diressi verso la porta.

Andammo a piedi visto che erano circa dieci minuti di camminata.
Già da lontano la musica si sentiva e appena varcammo la soglia una puzza di alcool mi penetrò le narici.
<Senti, io vado da mia cugina e i suoi amici, vieni?> Annuì e la segui verso un divano.
Sua cugina era seduta in braccio ad un ragazzo biondo e occhi azzurri.
Un ragazzo e una ragazza erano seduti su due poltrone.
Rimaneva il divano e un'altra poltrona. Ovviamente quest'ultima venne occupata da Emma e io mi misi accanto a Sofia.
<Ragazzi, lei è Jessica, è la mia coinquilina.> Mi presento Emma.
Iniziammo a parlare del più e del meno fino a quando non calò il silenzio tra la gente, anche se la musica era ancora alta.
<Che cosa sta...> Chiesi ma fui interrota dal shh del ragazzo di Sofy.
Entrò il ragazzo con cui mi ero scontrata e credo due suoi amici dietro. Avete presente le scene dei film, quella a rallentatore? Ecco.

<Simone il più popolari del college e i suoi cagnolini domestici.> Mi spiego quella ragazza sulla poltrona.
Annuì. Quindi io mi sono scontrata con lui, ora capisco perché non mi dovevo aspettare un 'scusa' da parte sua.

Mi hai stravolto la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora