Capitolo 2

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JESSICA
La sveglia suonò alle sei circa.
Fui la prima ad alzarmi, Emma dormiva ancora nel suo comodo e caldo letto nonostante la sveglia.
Decisi di fare una doccia per iniziare al meglio la giornata.

Faceva ancora caldo, anche se era settembre, così misi dei semplici jeans e una canottiera nera.
Lasciai i miei lunghi capelli sciolti, ma gli arricciai sulle punte.
Visto che è il primo giorno di scuola mi misi un po' di mascara.

Erano ormai le sette e mezza così decisi di svegliare Emma.
<Hey Emma, sono le sette e mezza bisogna andare a lezione.> In tutta risposta ricevetti un mugolio un cuscino lasciato non si sa dove e un <Mamma altri cinque minuti.>
Dopo svariati tentativi si svegliò.

***
<Che lezione hai ora?> Mi chiese la mia coinquilina.
<Letteratura, tu?>
<Due ore di matematica se non torno viva non è colpa mia.> Mi salutò con un bacio sulla guancia e andò verso la sua aula.
Guardai il foglio dell'orario: letteratura.
Andai alla ricerca del piano, ma andai a sbattere contro qualcosa ovvero qualcuno.
<Scusami tanto, non ti ho visto... Matteo?> Chiesi quando alzai lo sguardo.
<Jessica!> Urlò il ragazzo davanti ai miei occhi. <Sei sempre più bella.> Disse.
<Non esagerare, comunque sai dove si trova la classe di letteratura?> Chiesi approfittando del momento.
<Eccola, stiamo insieme.> Disse.
Sorrisi e lo seguì.
Matteo era il mio migliore amico nonché vicino di casa, ma da quando si è trasferito abbiamo perso i rapporti.

La lezione passò in fretta e anche la professoressa era molto brava.
<Tu non hai più il mio numero vero?> Disse Matteo imbarazzato... che poi non l'ho mai visto così agitato.
Dopo avergli detto di no, decise di darmelo per mettermi in contatto.

Io avevo finito le lezioni quindi mi diressi in camera dopo essere andata a prendere il mio pranzo.

<Pronto?> Disse Davide dall'altra parte del telefono.
<Hey, come va?> Gli chiesi.
<Bene, ma mi manchi molto.> Lo disse senza fiato quasi come se avesse fatto una corsa di molti metri.
<Tutto apposto?>
<Si p-per..perché?>
<Sembri che hai fatto una maratona.>
<No, è che mi sto allenando e quindi ho il fiatone.> Disse, ma mi sapeva un po' di bugia. Gli credetti, non stava facendo niente di male. Lo salutai e dopo aver chiuso la chiamata aprì la porta della stanza.
Trovai Emma e una ragazza sul letto penso a parlare di gossip.
<Ciao.> Dissi.
<Hey, lei è Sofia, mia cugina.> Mi fece un cenno con la mano che io ricambiai.

Mi sistemai alla scrivania e sistemai la mia agenda.
<Oh ma hai visto il ragazzo che frequenta il secondo anno?> Disse Sofia.
<Quello alto occhi azzurri e capelli marroni?>
<Esatto, si dice che si è lasciato con la sua ragazza perché lui l'ha tradita.>
<Seria?> Le chiese Emma.
<Si, ma si dice che non è affidabile quindi meglio lasciarlo stare.>
<Scusate se mi intrometto.> Iniziai. <Come si chiama?>
<Simone.> Mi disse subito Sofia.
Annuì e tornai a quello che stavo facendo prima.

Dopo poco se ne andò.
<Vieni anche tu?>
<Dove?>
<Alla festa all'angolo.> Disse Emma.
<No, ho un forte mal di testa.> In realtà usai questa scusa solo perché il giorno dopo c'era lezione.
<Okay, ma sappi che è una piccola festa, quella vera è venerdì. Li non puoi mancare.> Mi fece l'occhiolino e uscì dalla stanza.
Arrivo subito un chiamata da un numero sconosciuto. Di solito non rispondevo mai, ma perché no?
<Pronto?>
<Jessica.> La voce calda di Matteo mi arrivò dritta alle orecchie.
<Matteo, come va?>
<Bene tu?>
<Bene.> Risposi.
<Senti, per caso sei libera? Il mio compagno di stanza è andato ad una stupida festa e io..>
<Ancora odi le feste Melori?> Lo stuzzicai.
<Neanche tu le amavi Ginger.>
Era una cosa nostra chiamarci per cognome quando scherzavamo.
<Giusto.. comunque stanza B127.>
<Come scusa?> Mi chiese quasi scioccato.
<Ti conosco, stanza B127 secondo piano.>
<Due minuti e sono da te.> Non feci in tempo a rispondere che mi chiuse il telefono in faccia.

Dopo due minuti esatti bussò e lo feci entrare.
<Film?> Chiese.
<Film.>
<Come ai vecchi tempi?>
<Come ai vecchi tempi.>
Accesi il computer e misi "Tutta colpa delle stelle." Lo guardavamo sempre insieme ed è proprio da quel giorno che non lo vedo più...

Il campanello suonò e così andai ad aprire.
Matteo era davanti i miei occhi fantastico come sempre. Dire di avere una cotta per lui è poco, credo.
<Matty!>
<Hey.> Aveva gli occhi arrossati e un finto sorriso stampato in faccia.
<Hai pianto?>
<No, cioè si.>
<Perché?>
<Io..io...senza girarci intorno io me ne vado.>
<Cosa?> Chiesi con gli occhi pieni di lacrime.
<I miei partono per lavoro, sono venuto a salutarti tra dieci minuti partiamo..>
<No..NO!> Urlai. <Con chi faccio le lunghe videochiamate, con chi guarderò "Tutta colpa delle stelle". Con chi mi sfogherò?> Urlai in preda al panico.
<Non con me. Non più.> Mi posò un bacio sulle labbra e se ne andò via per sempre.
Fu quello il mio primo bacio, lo sognavo, ogni notte piangevo sempre e non mi ha mai contattato perché in fondo la prima cotta non si scorda mai.

Ci sdraiammo sul letto e mi accoccolai nelle sue braccia.
Non guardai tutto il film perché dopo poco mi addormentai cullata nelle braccia di Morfeo.

Mi hai stravolto la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora