Capitolo 37

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JESSICA
Un'altra settimana era appena finita e io ero sempre più stanca.
Quando finisce questa maledetta scuola?
Potevo evitare di andare al college e magari non mi rovinavo la vita.
<Li porto entrambi?> Chiese Emma mostrando due costumi da bagno.
<Emma ci stiamo due giorni.>
<Hai ragione, porto anche questo.>
<Emma!> Urlai esasperata buttandomi sul letto. <Cosa non capisci del fatto che stiamo solo due giorni e che i tuoi costumi non serviranno a niente?>
<Almeno aiutami a decidere.> Sussurrò.
<Okay, portali entrambi e uno me lo presti. Ora muoviti ci stanno aspettando sotto.>
<Siete lente.> Sussurrò Giorgio mettendo in moto.
<Anche tu sei lento, ma a quanto pare non mi sono mai lamentata.> Parlò Emma.
<Bene, che ne dite se partiamo invece che litigare?> Si intromise Simone poggiando il braccio intorno alla mia vita per avvicinarmi a lui.
<Ancora non ho capito perché avete organizzato questo viaggio.> Chiesi.
<Per stare un po' insieme.> Disse Giorgio. <E soprattutto con la proprio ragazza.> Mi sussurrò Simone vicino all'orecchio sfiorando il mio collo.
<Gentili passeggeri vi ricordiamo che questo viaggio è come una vacanza e non per creare bestioline.> Disse Emma con la voce robotica.
Iniziammo a ridere.

Sono convinta che questa "vacanza", come la chiamano loro, servirà per schiarirci le idee.

<Da quando avete affittato una casa?> Domandai gironzolando per il soggiorno incuriosita.
<È mia, i miei non la usano quindi posso farci quello che voglio.>
<E esattamente quante ragazze hai portato qui?> Chiesi mentre lui mi ha incastrata tra le sue braccia.
<Sei la prima.> Mi sussurrò baciandomi.
<Ci siamo anche noi.> Urlò Emma lanciando un cuscino.
Simone ne lanciò un altro e Emma fece lo stesso escludendo me e Giorgio dalla battaglia.
<Andiamo a vedere le stanze?> Annuì prendendo la mia mini valigia e lo zaino di Simone.
<Tranquilla faccio io.> Disse prendendo le mie borse.
<Ci sei già stato qui?>
<Si, l'anno scorso ci siamo stati quasi tutta l'estate. C'è il lago a pochi chilometri da qui e dall'altra parte un piccolo centro con le cose principali.> Mi spiegò velocemente prima di raggiungere le stanze.
<Questa è la stanza dei suoi che noi non tocchiamo, quella è la stanza degli ospiti e questa quella di Simone.> Lasciò tutto all'ingresso e poi si diresse verso la stanza degli ospiti, che probabilmente sarà la loro.

Appena entrai la stanza era molto semplice.
Un letto, una scrivania e un un'armadio. Qualche poster di qualche calciatore qua e la, ma per il resto niente di che.
<Ti piace?>
<Mi hai fatto prendere un colpo.> Sussurrai poggiando le mani sul petto.
Sorrise.
<Le valige lasciale così, tanto ci stiamo poco.> Annui non sapendo che dire.
<Ragazzi, chi cucina?> Urlò Emma dall'altra parte della porta.
<Simone.> Urlai di conseguenza e lo spinsi fuori dalla stanza, ma non si mosse neanche di un passo.
Mi mise a sacco di patate sulle sue spalle ignorando quello che dicevo.
<Simo la tua ragazza ha un bel culo.. ahia!> Probabilmente Emma ha dato uno schiaffo a Giorgio.

Se continuerà così non so quanto resisterò qui dentro.

Mi hai stravolto la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora