JESSICA
Dopo tutti i problemi, mia madre era uno degli ultimi, non ci parlavamo da mesi e non avevo intenzione di ricominciare o almeno ci speravo.
<Pronto?> Chiesi.
<Lei è Jessica?>
<Si sono io perché?>
<Sua madre ha avuto un incidente, le chiediamo di venire qui.> Merda.
<Certo, arrivo subito.> Cavolo, non so che fare. Guardai l'ora.
Le quattro.
Solo ora notai il letto vuoto e un biglietto su di esso: "Sono uscita, ho preso la tua auto."
No impossibile, e io come faccio?
Simone.
Lo chiamai al telefono e stranamente rispose subito.
<Jessica tutto okay?>
<Mi serve la tua macchina.> Dissi immediatamente senza girarci intorno.
<Cosa?>
<Mi serve la tua macchina, te la riporto domani promesso. Devo tornare in città e la mia la ha Emma.>
<Cinque minuti e sono li.> Mi disse senza lasciarmi parlare. Pregai tutti i santi purché lui non venga con me; so che ci sarà Davide tra i paraggi.
Approfittai di questo poco tempo per cambiarmi. Controllando faceva leggermente freddo così misi una felpa di Davide. Raccolsi tutti i vestiti così da restituirli al proprietario, compresa la felpa. Non so perché gli ho ancora ma cedo sia il momento di cambiare tutto; ora ho altro a cui pensare.<Scusa se ti ho svegliato, ma non sapevo chi chiamare.> Dissi dopo essere salita in macchina.
<Tranquilla.> Rispose sorridendomi per poi far partire la macchina.
Gli spiegai velocemente dove dovevamo andare e non si lamentò delle due ore in macchina. Simone accese la radio e abbasso leggermente il volume e sotto le note di una delle soliti canzoni lente e depresse mi addormentai.
<Jessica ci siamo fermati in un autogrill.> Mi avvertì e così scesi dalla macchina.
<Hai fame?>
<No, ma devo andare in bagno, torno subito.> E solo dopo essere entrata mi accorsi effettivamente quanto facevo schifo: trucco sbavato, capelli arruffati e faccia di una che si è appena svegliata. Mi meraviglio di come Simone è stato con me un ora intera.
<Tieni, ho pensato che avessi fame.>
<Grazie, non dovevi.> Gli sorrisi e iniziai a mangiarlo.Il resto del viaggio lo passammo in silenzio, nessuno aveva voglia di parlare. Almeno lui non aveva voglia di parlare, sembrava molto teso.
Parcheggiò davanti all'ospedale ed entrammo assieme; l'infermiera ci accompagnò alla stanza e poi ci lasciò soli. Guardai Simone e dopo il suo sorriso di incoraggiamento presi un respiro profondo ed entrai.
<Jessica.> Sussurrò mia madre. Forse non era l'unica che non si aspettava la mia presenza.
<Cosa ci fai qui?> Mi chiese Davide; aveva paura si sentiva e non solo dalla voce. Guardava dietro di me come se avesse visto un fantasma.
<Si dal caso che lei è mia madre.> Dissi indicandola. <E tu perché sei qui?> Gli chiesi incuriosita, ma incavolata allo stesso tempo.
<Si dal caso che c'ero io quando lei stava male perché tu non la chiamavi.>
<Stronzo, bastardo, egoista del...> Simone mi bloccò prima che gli potessi saltare addosso.
<Calmati. Davide come va? Non ti ho più visto.> Iniziò Simone. Non so cosa sta succedendo, ma per ora mi preoccuperei di mia madre.***
<Mi dispiace.> Finì mia madre. <Scusa se non te l'ho detto. Pensavo di stare bene.>
<Tranquilla.> E pensare che reputavo mia madre una persona normale. Seriamente credeva che ci avrei creduto? Se cadi dalle scale non ti puoi rompere una gamba, avere la faccia viola e sicuramente avrà qualche altro livido che non mi ha detto.
Rimasi tutta la giornata con mia madre fino a quando non decisero di dimetterla.
<Dovresti tornare a casa.> Affermò mia madre entrando in casa.
<Sei seria? Non ho svegliato Simone alle quattro del mattino solo per farmi cacciare da casa mia.>
<Calma, urlare non è la soluzione.> Mi sussurrò Simone bloccandomi.
<Hai ragione è ancora casa tua. Potete dormire qui, c'è il divano se non vuoi dormire con mia figlia.> Disse mia madre rivolgendosi a Simone che non sapeva come rispondere visto che balbettava.
Simone che balbettava, wow, allora non è vero che ha sempre la risposta pronta.
<Non c'era una stanza degli ospiti?> Chiesi anche se pregavo che lui dormisse con me.
<Ci sto io.> Disse Davide scendendo le scale. Simone cercò di fermarmi, ma dopo averlo spintonato mi diressi verso quello sgorbio.
<Tu, tu mi hai rovinato! Non solo mi hai tradito, ma mi hai rubato anche mia madre. Tu sei..>
<Che cosa!? Dimmelo! I miei mi hanno cacciato di casa perché credevano che era mio il figlio e tua madre mi ha accolto. È vero ti ho tradito, ma quello è figlio di mio fratello.>
<Cosa?> Iniziai. <Hai ragione, forse è meglio andarmene. Ti aspetto in macchina.> E dopo aver lasciato i vestiti di Davide per terra, compresa la felpa, uscì da quella casa che ormai sembrava diventata un inferno.<Ti prego Jessica ascoltami.> Disse Davide entrando in macchina. <Non è mio figlio, me lo ha fatto credere solo per nascondere il fatto che è stato mio fratello. Non ti ho mai dimenticata Jessica, mai. Ti ho sempre pensato dopo essere tornato qui quel giorno. Non so se tra te e lui c'è qualcosa, ma ti prego resta. Mi ha fatto molto male quando ti ho visto baciare Simone, ma se a te rende felice non sarò io ad impedirtelo. Ti prego..> Prese fiato e aggiunse. <Almeno una notte, fallo per me.>
<Non posso negare il fatto che mi hai ferito e se te lo stai chiedendo quel bacio non era programmato, io e lui non stavamo insieme e...>
<Quindi ora voi due...>
<No, almeno credo.>
<Quindi tu non sai se stai insieme a quel coso?> Domandò quasi felice, non si poteva capire dalla voce.
<Io non lo so...> Sussurrai. Solo ora mi sto rendendo conto che non so effettivamente niente. Non sono neanche sicura se provo qualcosa per lui.
<Vieni qui.> Disse aprendo le braccia in segno di volere un abbraccio. Un po titubante mi avvicinai.
Mi tranquillizzai immediatamente, ancora adesso le sue braccia sanno di casa.
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Mi hai stravolto la vita
RomanceLei sempre gentile. Dopo il presunto tradimento del ragazzo spera di non innamorarsi per tutta la durata del college. Lui ama dare fastidio e giocare con i sentimenti. Ha un passato turbolento. Cosa succede se questi due si incontrassero per caso? ...