Capitolo 34

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JESSICA
Quando mi svegliai sentì un caldo assurdo.  
Aprendo gli occhi notai che non ero nella mia di stanza ma in quella di Simone. Mi alzai immediatamente, ma subito dopo ebbi un mal di testa fortissimo cosi mi ristesi.
Simone non era nella stanza, ma allora perché avevo una sua felpa addosso?
Provai a rialzarmi e per fortuna questa volta il mal di testa non era molto forte.

<Buongiorno.> Sussurrai entrando in  cucina. <Che ci fate qui?>  
<Simone.> Disse Giorgio a quest'ultimo come per invitarlo a parlare.
<Hai mal di testa?> Domandò e io annuì sperando che qualcuno mi spieghi cosa sta succedendo.
Mi passò un bicchiere d'acqua e una pasticca.
<Tieni, è l'aspirina.> Mi spiegò e senza fiatare la presi.
<Non è che non sa più parlare?> Chiese Emma al suo ragazzo evidentemente preoccupata.
<Mi spiegate cosa sta succedendo?> Chiesi alzando leggermente la voce, ma nessuno osava rispondermi.
<Ho capito.> Dissi andando verso le scale.
<Sei stata drogata.> 


<Quindi, sono stata drogata da i tuoi amici del cazzo!> Urlai contro Simone. Mi aveva accompagnata in camera e spiegato tutto e solo ora mi accorsi che la verità non la volevo sapere.
<Non sono i miei amici.> Tentò di scherzare.
<Devi prendere sul serio questa cosa!> Urlai un'altra volta, ma lui non smetteva di ridere.
Posò le sue mani sui miei fianchi e mi avvicinò a lui.
<Sei bellissima anche quando ti arrabbi.> Sussurrò.
<Se è il tuo modo di farti perdonare non ci stai riuscendo.> Sorrise e mi diede un bacio.
Quando scendemmo giù trovammo Emma e Giorgio che si stavano tranquillamente baciando.
<Vi ricordo che questa è ancora casa mia.> Disse Simone.
Emma era diventata rossa come un pomodoro mentre Giorgio si alzò tranquillamente e andò in cucina con il mio ragazzo.
<Abbiamo sentito delle urla, tutto okay?> Mi disse Emma dopo essersi ripresa.
<Si, anche se sono convinta che non è tutto.>
<In che senso?> 
<Mi ha raccontato di ieri, ma so che non mi ha raccontato tutto.>
<Che cosa volete per pranzo?> Disse Giorgio entrando in soggiorno e bloccando la nostra conversazione.

***
Ormai era passata una settimana o poco più da quel giorno e tutto era tornato alla normalità.
Andavamo a lezione mentre il pomeriggio lo passavamo insieme. Alcune volte Arianna e il suo gruppo mi fissava, ma cercavo di non farci caso.
<Hey, terra chiama Jessica.> Dissero in coro passandomi la mano davanti alla faccia.
<Si, che stavate dicendo?> 
<Se ci siete alla festa dopo la partita.> Affermò tranquillamente Giorgio.
All'inizio ero un po scettica, ma poi accettai.

<Non sei obbligata a venire.> Mi sussurrò Simone mentre mi accompagnava alla classe successiva.
<Sta tranquillo, poi è a casa tua quindi posso prendermi da bere anche da sola.> Lo tranquillizzai.
<Io vado agli allenamenti, ci vediamo alla partita.> Mi posò un bacio sulle labbra e poi andò con la squadra. Lo osservai fino a quando non svoltò l'angolo e poi entrai in classe. 
<Jessica.> Disse Arianna sedendoti nel posto affianco al mio. <Vedo che la tua relazione con Simone sta procedendo molto bene.> 
<Ho capito, che cosa vuoi? Inventarti qualche cosa per scoparti il mio ragazzo? Non ti è bastato drogarmi?> Risposi acida.
<Sei intelligente, ma devi capire che non sono stata io a drogarti, ma uno dei tuoi più cari amici.> Disse per poi cambiare posto.
<Che cosa voleva?> Chiese Emma.
<Niente.> 

Il mio unico caro amico è Matteo oltre a Giorgio, che sicuramente non è stato perché era con noi. Matteo odia la discoteca, Davide è troppo lontano e Lorenzo non lo vedo dalla preistoria.
Probabilmente Simone sa chi è stato, ma non me lo vuole dire.
Forse per proteggermi.
Forse per proteggerli.

Mi hai stravolto la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora