Capitolo 18

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JESSICA
<Cazzo non ricordo niente.>
<Te lo ricordo io. Dopo la mezzanotte tu e il tuo ragazzo siete scomparsi un altra volta e siete apparsi alla tre del mattino. Lui normale tu sbronza che neanche non sapevi come ti chiamavi.> Dissi mentre mi misi una felpa.
<Non è la felpa che ti aveva comprato Davide?>
<Non cambiare discorso.> Appena fini la frase Emma corse in bagno.
<Tutto ok?> Chiesi bussando alla porta.
<Si, è l'alcol di ieri. Sta tranquilla.> Mi disse, ma non ne ero sicura.
<Senti Lore mi aspetta sotto, posso andare o stai male?>
<Vai e rimorchialo.> Come non detto.

Usci.
<Hey.> Disse qualcuno alle mie spalle.
<Silvia, ciao.>
<Senti noi non abbiamo iniziato bene, ma se vuoi possiamo riprovare a ricominciare da capo.
Non so, magari possiamo essere grandi amiche.>
<Certo.> Sinceramente non me lo sarei aspettato da lei. Forse non è stronza come il fratello.

<Sei bellissima.>
<Non esagerare, ho solo una felpa e degli shorts.>
<Sei bella comunque.> Sorrisi.
Gentile, ma troppo romantico.

Dopo aver fatto un giro mi accompagnò in dormitorio, usai la scusa che mi dovevo cambiare perché poi dovevo andare da mio padre.
Mentre aprivo al porta sentì dei singhiozzi.
<Emma tutto okay?>
<Cosa? Si.>
<Stai piangendo?>
<No cioè si. Ho visto un film.> Disse mentre si metteva le scarpe.
In effetti il computer era acceso.
<Sei troppo sensibile.>
<Lo so.> E detto questo se ne andò lasciandomi sola.

<Forse non dovrei.> Pensai.
In fondo saranno fatti suoi.
Presi il suo computer.
Non lo ha spento, meglio per me.
Ha cercato "sintomi influenza" seria?
Solo perché questa mattina non si è sentita bene?
È la birra di ieri.
Controllai la cronologia, ma non c'era nulla di strano.
"Come fare i pancake", "come adottare un koala, "come.."
Aspetta cosa?
Vuole adottare un koala?
Io l'ho detto che non sta bene.
<Non c'è niente di strano.> Sussurrai e lo spensi.
<Cosa stai facendo?>
<Emma....>
<Cosa stai facendo?> Riprovò. Aveva gli occhi rossi.
<Hai pianto?> Cercai di cambiare il discorso.
<Non cambiare discorso cazzo!> Come non detto.
<Volevo controllare il prezzo dei computer, come sai devo comprarne uno nuovo...>
<Potevi usare il telefono.>
<È scarico.> Effettivamente era in carica.
<Scusa io sono solo stanca.> Disse buttandosi sul letto.
<Hai preso un caffè?> Chiesi.
<Si, ma l'ho vomitato. Credo di avere l'influenza.>
<Possibile.> Dissi alzando le spalle per poi misettermi a letto a controllare le notifiche.
<Non hai detto che era scarico?>
<Appunto, era.> La presi per il culo.
<Deficiente.> Disse lasciandomi il cuscino.
In fondo aveva ragione.

***
Diciamo che la settimana passò in fretta.
Emma alla fine si è presa un influenza, ma non vuole andare dal medico perché, come dice lei, "non è grave".
Non vuole vedere nessuno, praticamente neanche me. Trova sempre scuse per farmi uscire.
Pensate che mi ha chiuso fuori dalla stanza senza chiavi.

<Io non ci riesco.>
<Emma ti prego.> Disse Giorgio.
<Giorgio riuscirà a guarire prima degli esami.> Lo rassicurai.
<Torno subito.> Disse e si alzò per poi andare verso la porta <Non muovetevi.> E poi uscì.
<Per me un caffè grazie!> Urlai.
Speriamo che mi ha sentito.

<Quindi, come stai?>
<Bene credo. Quest'influenza mi sta distruggendo.>
<Sicura che sia influenza?> Provai.
<Che vuoi che sia. Mica sono incinta, mi è già capitato una cosa simile. Prima degli esami sarò come nuova.>
Annuì e dopo poco entrò Giorgio.

<In caffè per lei madame e un bel pacchetto di patatine, dei cioccolatini e una coca cola per lei mademoiselle.>
<Come scusa? Anche io sono una signorina.> Dissi facendo il broncio.
<Che carina.> Mi posò un bacio in testa e poi diede le cose alla ragazza.
<Forse ho bisogno di caffè.> Disse Emma prendendomi il caffè dalle mani, ma appena lo portò alle labbra assunse un colorito strano. Poggiò il caffè e corse in bagno chiudendo la porta.
Giorgio mi guardava con un sguardo interrogativo per poi alzarsi e bussare alla porta.
<Amore stai bene?>
<Io si, vi prego andatevene.> Disse Emma. Sta piangendo, questo è poco ma sicuro.

<Non capisco cosa ha.> Sussurrò Giorgio uscendo dalla porta. Lo raggiunsi.
Anch'io sai.
Ma forse un dubbio ce l'ho.

Mi hai stravolto la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora