#17

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Pov's Sophia
Non riuscivo a respirare, avevo le vie respiratorie zuppe d'acqua, avevo un panno sulla faccia inzuppato d'acqua ed era almeno la quinta volta che mi arrivava una secchiata d'acqua in viso, la tortura dell'annegamento, se avesse continuato ancora per molto non ce l'avrei fatta probabilmente, ero troppo debole, non dormivo e non mangiavo da due giorni.
In realtà per tutto il tempo che sono stata rinchiusa non mi ha fatto nessuna domanda, ha preferito torturarmi, perché allora?
Un'altra secchiata, di nuovo non riesco a respirare, la gola fa male, tremo e molto probabilmente mi sta per venire un attacco di panico.
"Per oggi va bene così" disse togliendomi il panno dalla faccia e guardandomi soddisfatto, come se il lavoro gli fosse ben riuscito, con tutte le forze che mi rimanevano mi issai sulle braccia e gli gridai "sei solo uno STRONZO", in risposta ricevetti un calcio in piena faccia che mi stese completamente, ero svenuta.

I miei occhi si riaprirono a causa di un calcio che mi era arrivato dritto allo stomaco, mi piegai in due da dolore
"Perché?"
"Sta zitta e mangia" disse passandomi malamente il piatto contenente una schifosissima zuppa, forse era anche avariata. Decisi di digiunare, non mi fidavo del nemico, di sicuro c'era qualche cosa all'interno per procurami allucinazioni o peggio, avvelenarmi.

Per non farmi dormire mise una musica fastidiosissima negli altoparlanti, sono finita nelle mani di uno psicopatico, questo è poco ma sicuro.

Mentre ero in un angolo con le ginocchia al petto e le mani tra i capelli entrò di nuovo lui
"Ho saputo che oltre la tua gang altre gang molto forti ti stanno cercando" disse ridendo in modo sadico " credono davvero di ritrovarti?" Disse continuando a ridere
"Perché mi vuoi uccidere?" Dissi infuriata
"In realtà non voglio ucciderti, mi servi" disse scrutandomi, okay non ho capito cosa intende
"In che senso ti servo?"
"Un riscatto... in caso contrario ti ucciderò"
"A nessuno importa di me! Se tu cerchi una cifra abnorme nessuno la accetterà, non ho nessuno al mondo! Fai prima ad uccidermi!"
"In realtà in questo momento sei la persona più ricercata fra le gang, quindi si presuppone che tu abbia un valore che per me è inestimabile"
"Sadico di merda" sputai acida ma l'unica cosa che ricevetti fu una risata.

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Cinque giorni dopo
Stando chiusi dentro una stanza a un certo punto si impazzisce, si perde la cognizione del tempo, non si hanno contatti umani, tutto si azzera. Ci sei solo tu e nient'altro. Forse era già da una una settimana che ero qui, non ricordo bene, i giorni passavano tutti alla stessa maniera: mi svegliavo di soprassalto a causa di un malore dovuto a qualche calcio o pugno, venivo torturata fino a quando svenivo, mangiavo il minimo e da schifo, non riuscivo a dormire fino a quando non svenivo e ricominciava il ciclo. In compenso a tutto ciò da quando sono qui non ho incubi, perché li vivo letteralmente, quando subisco una tortura inizio a pensare che quel dolore lo merito, per tutte le cattive azioni fatte in passato e per il cammino intrapreso.
Durante questo lungo periodo di prigionia mi è capitato di soffermarmi a pensare anche al mio passato, specialmente alla mia infanzia.
Quando ero piccola la nostra famiglia se la cavava economicamente, non stavamo male ma nemmeno benissimo, ma il quartiere in cui vivevo era pieno di gente senza un soldo, pensandoci ad oggi tutti quei giochi che io e i miei amici facevamo che per noi erano bellissimi in realtà erano veramente degradati, nonostante non mi mancasse nulla mia madre fin da bambina mi ha insegnato a guadagnarmele le cose, quindi nel momento in cui ci ha raggiunto la miseria ero già preparata. Poi c'era un'altra figura importante, la più importante forse: mio nonno.
Mio nonno non mi ha mai vietato di fare qualcosa, cercava di aggirarmi raccontandomi storie di quando lui aveva la mia età e faceva le stesse identiche cose, sapendo che le avrei fatte comunque mi consigliava come comportarmi in caso di urgenza. Mi piaceva molto il suo essere realista e mettere così tanta enfasi nei suoi discorsi. Per me era come un supereroe.
Quando mi portava in giro con lui e sfregavo le scarpe per terra mi diceva "guarda che le consumi, quando ero piccolo io le scarpe si compravano nuove solo dopo che il piede ti era cresciuto e quelle vecchie non ti andavano più", puntualmente lo facevo per stuzzicarlo e farmi raccontare le sue avventure di quando era bambino. Per lui potevo essere anche orribile tanto mi avrebbe detto sempre "sei bellissima", oppure aveva sempre quella sensazione di soddisfazione mentre parlava con gli altri di me, lui era la mia più grande forza.
Mi lasciò molto prematuramente a mio parere, quando se ne è andato avevo solo 12 anni, da allora è come se avessi perso un pezzetto alla volta.
Se c'è una cosa che mi ha sempre insegnato la mia famiglia è che una sconfitta non equivale alla fine di tutto, anzi può essere proprio un nuovo inizio, bisogna rimettersi in carreggiata e cercare di spiccare il volo da soli, all'inizio sarà difficile ma poi ad ogni passo avanti ci si sente liberi, felici come se non si avesse mai pianto. Ormai ho finito anche le lacrime quando parlo di loro, non c'è giorno in cui io li vorrei di nuovo accanto a me. Quanto sarebbe bello svegliarsi una mattina e scoprire che era tutto un sogno? Se ci fosse ancora mia madre a svegliarmi e a prepararmi la colazione non facendo domande perché sa che odio parlare appena sveglia, se nei momenti in cui siamo da soli mio padre iniziasse ad esternare tutti i suoi pensieri e confidenze cercandomi consigli e viceversa, litigare e puntualmente far pace con il mio fratellino. Ho rovinato la vita di tutti, compresa la mia. Giuro che non l'ho fatto volutamente, ma l'ho fatto.

"La smetti di piangere, ti senti singhiozzare dall'altra parte" entrò  svogliato il mio rapitore
"Scusa se sono chiusa qui dentro da non so quanto e l'unica cosa che posso fare è fare pace con la me interiore"
"Non mi importa, smettila perché mi infastidisci!"
"Posso chiederti perché proprio me?" Dissi improvvisamente
"In che senso?"
"Perché fra tutte le persone hai scelto di rapire proprio me? potevi rapire chiunque che fosse come me o più importante all'interno della mia gang"
"Ancora non capisci? Pensa bene al tuo passato" disse scurendosi in volto
"Non capisco come tu possa c'entrare  con esso"
"Il nome Romanov ti dice qualcosa?" A quelle parole sgranai gli occhi
"Ho distrutto tutta la loro stirpe ma tu che c'entri?"
"Beh hai dimenticato qualcuno" disse allargando le braccia
"Ah, sappi che l'ho fatto per vendetta"
"Lo so, non ho bisogno delle tue spiegazioni. Anzi ti ringrazio per averlo fatto, non andavo d'accordo con la mia famiglia, ad oggi ho una gang tutta mia."
"Allora cos'è che esattamente vuoi da me?"
" soldi."

Amore MafiosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora