#20

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Pov's Josephine
Eravamo pronti.
Ci trovavamo al porto tutti alle proprie postazioni, quando finalmente arrivò la nave dove c'era Sophia.
Aspettammo con ansia che la nave attraccasse e che aprissero i portelloni, in lontananza comparve una figura minuta con un pigiama corto in raso, era lei, aveva il corpo ricoperto interamente di lividi, era scalza e tremava, era stretta al suo rapitore, dietro di loro c'erano almeno 20 uomini , chiamarli uomini era tanto visto che non avrebbero avuto più di 22 anni. Mio fratello gli andò incontro con i borsoni pieni di soldi, Sophia sembrava un animale terrorizzato da tutto e da tutti, tremava e guardava per terra
"Allora? Sono tutti?" Domando il rapitore
"Si, adesso lasciala" disse Igor furioso
" mi mancherà, non mi saluti Sophia?" Disse rivolgendosi a lei ironicamente, dopodiché la lanciò letteralmente addosso a Igor che la prese delicatamente, gli alzò il volto squadrandolo e costringendola a guardarlo negli occhi
"È finita, è tutto okay, sei al sicuro adesso piccola" prese ad accarezzarla e finalmente sembrava smuovere qualche cosa in lei visto come si è aggrappata ad Igor, come se fosse la sua unica fonte di salvezza.
"Ci rincontreremo , stanne certo" disse prima di andarsene Igor
"Saluti dalla gang Romanov allora" rispose il rapitore, tornando a bordo della nave.

Apparentemente sembrava tutto okay, lo scambio era avvenuto e tutti erano felici e contenti. In realtà a largo della costa la nave Romanov fu attaccata e furono presi tutti in ostaggio, era una gang giovane e molto piccola, erano all'incirca una trentina di uomini, speravano davvero di vincere contro le gang più forti al mondo?
Vennero portati nelle celle dei sotterranei della villa del boss, ma Igor non se ne sarebbe occupato subito, la priorità adesso era Sophia.

Pov's Igor
Non la portai nella villa dove c'era tutta la mia famiglia, la portai in una delle mie ville che avevo in giro per la città, era poco lontana da casa mia e dal rifugio.
Sophia continuava a stringermi e a piangere, era un pianto liberatorio, voleva toglierselo di dosso tutto quel dolore.
La presi in braccio e ci addentrammo nella villa, accesi i riscaldamenti visto come tremava e la portai in bagno
"Posso lavarti io se vuoi, giuro di non toccarti in parti scomode però voglio aiutarti Sophia" lei all'inizio mi guardò con uno sguardo terrorizzato, non voleva avere nessun minimo contatto con nessuno, poi però sembrò rilassarsi
"Va bene" disse tingendosi le guance di rosso, cavolo le facevo ancora questo effetto?

Pov's Sophia
Finalmente dopo tutto quel martirio tornai a casa, la mia casa, Igor. Propose di farmi il bagno e all'inizio fui titubante perché ero ancora scioccata, poi però capì che avevo bisogno di lui, imbarazzandomi accettai.
Se dopo tutte le torture subite avevo ancora la forza di arrossire significava molto, non era una semplice amicizia la mia e quella di Igor.

Pov's Igor
Le tolsi quegli stracci che teneva addosso, erano sudici, li avrei bruciati come minimo.
Le tolsi delicatamente l'intimo, all'inizio era imbarazzata ma feci finta di non soffermarmi su alcune parti per non metterla a disagio, entrò nella vasca e chiuse gli occhi, sembrava un angelo in questo momento, anche se il suo viso mostrava ancora i segni delle sevizie.
Si voltò verso di me e aprì gli occhi
"Igor" mi richiamò
"Mh?"
"Grazie, di tutto" sorrise sincera
"Tranquilla piccola, ti va di raccontarmi un po' cosa ti è successo?"  Dissi iniziando a passargli la spugna sulle spalle
"Okay, preparati perché è una lunga storia quella che ti sto per raccontare" disse facendomi bloccare, mi stava per raccontare tutto tutto?
"Solo se te la senti" aggiunsi per tranquillizzarla e lei mi sorrise
"Allora tu sai che quando io e Jo ci siamo conosciute non passavo un buon momento economico, così decisi di entrare nel giro. Nel giro di pochissimi mesi la gang diventò sempre più conosciuta ed esposta a rischi. C'è stato un periodo in cui avevamo una porzione di spaccio contesa tra la nostra gang e la gang Romanov. All'inizio ero veramente spietata, uccisi la moglie al boss Romanov in un attentato. Per farmela pagare pochi giorni dopo, mentre tornavo a casa vidi la mia casa divampare, all'interno c'erano i miei genitori e mio fratello di appena 8 anni, da lì in poi cambiai. Primi distrussi tutta la dinastia Romanov dopodiché non mi restò nulla, proprio niente, così ripartì da zero -si fermò sospirando- il mio rapinatore era un figlio del boss Romanov che si trovava fuori paese allora e io non avevo idea della sua esistenza, per tutto questo tempo mi ha seguita studiando ogni mio comportamento, non ha avuto intenzioni di uccidermi fin dall'inizio perché avrebbe ucciso comunque lui stesso suo padre, però aveva bisogno di soldi, così appena ha potuto ne ha approfittato. Ciò che posso dirti riguardo la prigionia è che è un sadico di merda, dormivo in un materasso sudicio  per terra, mangiavo in una ciotola per cani, dovevo fare i bisogni in un secchiello e per finire c'erano le torture -si fermò appena pronunciò le ultime parole- mi ha frustrata, annegata, appesa ad una corda per ore, giocato con i coltelli sulla mia pelle e tante altre cose che mi viene lo sconforto a pensarci" disse tremando
"Ma ti ha anche... violentata?" Chiesi titubante
"No, è gay, almeno quello no" disse e tirai un sospiro di sollievo passando a fargli lo shampoo
"Mi sei mancata, non ho dormito se non per effetto di droghe, ringrazio Dio che tu sia ancora qui con me" Dissi con gli occhi che mi pizzicavano, non mi resi conto di quanto fossi fortunato fino a questo momento
"Grazie di tutto Igor" si avvicinò e si sporse leggermente dalla vasca per lasciarmi un bacio all'angolo della bocca.
Continuai a fargli un bagno vedendo ogni singolo livido che aveva sul corpo, erano numerosi, dopo il bagno le passai le creme e le diedi i miei vestiti per rivestirsi.
Filammo a letto e parlottammo ancora un po', l'uno accanto all'altra finalmente, la racchiusi in un abbraccio da dove nessuno l'avrebbe potuta rubarmela. NESSUNO.

Amore MafiosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora