#28

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Pov's Sophia
Oggi era un giorno buio per me.
Anni fa venivo al mondo come un'innocente bambina, l'anno scorso in questo giorno persi i miei genitori.
Era un giorno di novembre , apparentemente qualunque, quando successe.
Faceva freddo e ormai gli alberi erano spogli, da bambina mi piaceva l'area invernale, le foglie gialle e arancioni  per terra che formavano un bellissimo tappeto su cui camminare,l'area fredda che si imbatteva sul viso coperto parzialmente  dalla sciarpa e dal cappello di lana fatto dalla nonna, fare uscire il fumo dalla bocca e avere costantemente le guance rosse a causa dei giochi spericolati che facevamo con gli altri bambini del quartiere in cui vivevo.
Adesso mi trovavo molto lontano da quel quartiere, quelle persone e quei minuscoli momenti di felicità... stavo impalata alla finestra che affacciava sulla strada più trafficata, a mio parere più bella, di Tokyo.
Durante questo mese di convivenza io e Coja abbiamo istaurato un rapporto molto speciale e  forte, è un ragazzo simpaticissimo e buono di cuore! È stato capace a farmi riscoprire alcuni lati di me che ormai erano chiusi in una bara e sepolti.

"Ehy buongiornoooo! Che ci fai già sveglia?!" Disse lui esuberante, strano come le situazioni si fossero invertite: io ero uno straccio e lui era un raggio di sole adesso
"Oggi non è giornata..." Dissi rintanandomi di nuovo nella mia stanza, non avevo voglia di parlare con nessuno. Ma le mie voglie non furono soddisfatte, visto che la porta di camera mia si spalancò
"Che succede?!" Chiese preoccupato il mio nuovo migliore amico
"Oggi è il mio compleanno" Dissi sistemandomi scocciata nel letto,sembravo un verme in questo momento
"Che bello! Perché fai così?!" Chiese non capendo
"Coja, oggi non mi va di parlare... ti prego lasciami stare" Dissi coprendomi il viso con le braccia, come se mi potessero proteggere
"Non ti chiudere a riccio con me... potrei aiutarti"
"Riesci a far tornare le persone in vita?"
"No! Che c'entra questo con il tuo compleanno?"
"Coja un anno fa trovavo la mia famiglia morti... bruciati vivi! Capisci perché non ho voglia di parlarne?!" Dissi con le lacrime agli occhi
"Oh... mi dispiace" disse sdraiandosi accanto a me, entrambi stavamo fissando il soffitto
" non devi... nemmeno io...è colpa mia" Dissi con gli occhi zuppi
"Oh ma no... non potevi saperlo..." cercò di consolarmi
"Vattene! Odio il fatto che mi guardi con pietà e compassione! Come se fossi qualcosa di rotto! State tutti a ripetere le stesse frasi merdose 'non potevi saperlo Sophia', ' non è colpa tua' , 'non potevi impedirlo, non eri lì in quel momento'- Dissi iniziando a fare respiri profondi, sentivo di star andando nel pallone- io potevo... potevo!"
" non potevi far nulla!"
"Si invece! Qualsiasi cosa! Qualsiasi cosa cazzo! Perché stavo sempre fuori casa! Io mi sono immischiata in questa vita del cazzo! Io mi sono inimicata le persone sbagliate! Ne hanno pagato loro le conseguenze! È tutta colpa mia! E non guardarmi con questo sguardo! Se devi aprir bocca per dire che non è colpa mia o cazzate simili fai prima a rimanere in silenzio Coja!" Ero un fiume in piena, lui non disse nulla, mi abbracciò solamente
"Mio... mio fratello aveva solo 8 anni - cercai di reprimere i singhiozzi che si erano intensificati- aveva una vita davanti, capisci? Non potrà diventar grande, studiare , viaggiare o innamorarsi... ancora ricordo il suo sorriso grazioso così pieno di vita... i suoi occhi color cioccolato, quelle guance soffici... per colpa mia non c'è più!"
"Tranquilla, respira" mi sussurrò Coja, aveva capito che mi stavo sfogando veramente ed era molto doloroso per me
"Un'altra cosa che mi opprime è non sapere se tra le fiamme mi stessero cercando, per sapere se ero al sicuro e fuori di lì, se potevo aiutarli e farli continuare a vivere... tutte le mie visioni sono fatte dalle loro grida disperate, immagino la loro paura" Dissi iniziando a sentirmi debole, tremavo e mi mancava l'aria, l'ennesimo attacco di panico.
"Ehy Sop va tutto bene! Ci sono io qui con te" disse Coja prendendomi il viso tra i palmi delle sue grandi mani, ma ormai lo percepivo lontano, forse tutto questo lo meritavo
"Sophia! -gridò schiaffeggiandomi per farmi reagire- Sophia ho bisogno di te! Pensa a qualcosa di bello! Alla vita per esempio, a come me l'hai migliorata! Sei stata un raggio di sole dopo un lungo periodo di tempesta!" Disse coccolandomi come quando una mamma cerca di addormentare il proprio figlio che piange
"Ti prego... ti prego" continuava a dire come un disco che si era incantato sulla stessa traccia, non meritava di soffrire anche lui a causa mia, ero d'intralcio nella vita di tutti, perché facevo soffrire chiunque mi stesse accanto? Cercai di riprendere la funzionalità dei miei arti, anche se non tornò subito ovviamente, e lo abbracciai
"Grazie, hai un cuore grande" Dissi ancora tremante e sudata
"Dovrei ringraziarti io... grazie a te sono una persona 'nuova', prima vivevo solo per il dolore. Anche se non te ne accorgi emani molta luce" disse baciandomi teneramente la fronte, e  ci addormentammo così, stesi sul mio letto abbracciati, io ancora tremante e lui preoccupato per me.

Pov's Igor
"Che avete tutti oggi?" Chiesi stranito in ufficio, tutti avevano la faccia dispiaciuta e il muso lungo, di solito è pieno di facce serie non pensierose o pronte a piangere! Nessuno rispose alla mia domanda, mi sedetti stufo del loro atteggiamento del cazzo! Se era una cosa grave avrebbero dovuto avvisarmi, che cosa prende a tutti stamattina?!
"ALLORA NON MI RIPETERÒ PIÙ.
CHE CAZZO AVETE STAMATTINA? SE NON STATE ATTENTI AL LAVORO,QUEST'ULTIMO LO FARETE DI MERDA E POI STO NOTANDO CHE È UN TURBAMENTO COLLETTIVO IL VOSTRO" Dissi duramente
"Capo, un anno fa la nostra gang, o meglio, un'ente fondamentale di essa  veniva attaccato" disse Lora con il suo modo di fare che sembrava più a un robot
"Non mi pare di aver subito perdite gravi, spiegati meglio" Dissi pensandoci
"Infatti non c'entra la Spagna." Disse freddamente
"Non mi ripeto. Spiegati bene."
"L'anno scorso era in campo la guerra con i Romanov e proprio oggi veniva fatto un'attentato alla famiglia di Sophia, e noi eravamo fuori a festeggiare il compleanno di quest'ultima" disse facendomi venire una fitta al cuore, tentai il più possibile di non far trasparire nulla
"Continuate le ricerche più approfonditamente, non fatevi compromettere dalle emozioni. Vado a prendermi un caffè, ne ho bisogno" Dissi uscendo da quella stanza che si era ristretta, fin troppo.
Decisi di recarmi al mio rifugio, quello che ormai era diventato casa da quando non riesco più a trovarla.

Pov's Josephine
Mi trovo a Parigi con Jay Park, che strana la vita, sono nella città dell'amore con l'amore dalla mia vita. Guardo incantata dalla finestra la Torre Eiffel, mi giro e guardo Jay dormire, sembra un angelo quando dorme, il mio angelo custode, non sembra nemmeno vero con la sua pelle che sembra fatta di porcellana, mi avvicino lentamente e iniziò ad accarezzargli il viso. La mia mente inizia a vagare quelle ultime pieghe che ha preso la mia vita, in quest'ultimo periodo io e Jay abbiamo viaggiato molto, abbiamo visitato paesi bellissimi! Avrei voluto raccontare tutte le cazzate fatte  alla mia migliore amica, ma ormai non so più nemmeno se sia viva, quando penso a lei mi invade un vuoto nel petto e si forma un nodo  in gola, mi manca così tanto, spero che abbia finalmente trovato la pace e non l'eterna lotta con la società, una cosa che non le perdonerò mai è che non ha saputo sfruttare l'opportunità di scelta, quando nasci e cresci in un  certo ambiente ti devi per forza adattare alle regole che esso ha, anche quando non ti stanno bene, ma lei poteva benissimo uscirne quando ancora era in tempo, solo che è sempre stata una persona orgogliosa e cocciuta, speciale a modo suo, non dimostrava mai il bene che provava però avrebbe donato il mondo intero per la gente a cui voleva bene. Vorrei sapere così tanto che fine ha fatto, come sta, se ha conosciuto qualcuno, se si sta ambientando nella città dove ha scelto di vivere, però non mi rimane soltanto che un eterno dubbio.

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