#45

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Pov's Sophia
"Stai bene?" Disse Josephine accarezzandomi il viso, ero felice che fosse qui, se non fossi quasi morta
"Jo...sei tu?" Dissi sorridendo vendendola sfocata
"Si stronzetta, ero venuta a farti una sorpresa, ancora ho la copia delle chiavi che mi avevi regalato" Disse continuando a coccolarmi
"Entrando, ho avuto un flash di ricordi improvviso,credo di star iniziando a ricordare" Dissi beandomi dei grattini della mia migliore amica
"Come mai sei tornata così tardi? Da sola?" Chiese preoccupandosi, okay che sembravo mezza drogata, ma fino ad ora l'ho sempre venduta e mai provata la droga
"Ho fatto amicizia con una vecchietta... abita davanti ad una delle piazze dove andavo sempre a giocarci da piccola" Dissi sorridendo al ricordo di Mary
"Cosa hai ricordato?" Chiese passando all'argomento centrale dei nostri problemi
"Ricordo di essermi arrabbiata con te ma non troppo quando ho scoperto dal nulla che avevi un fratello, ricordo di una missione in un club e varie scene sfuse... tempo al tempo, no?" Chiesi inarcando un sopracciglio
"Dai rialzati... stasera faremo come i vecchi tempi: solo io,tu, divano, netflix e cibo." Disse e feci i salti di gioia, per poi rabbuiarmi subito dopo
"Sai dove è Igor?" Chiesi giocherellando con i lacci della mia felpa
"A casa che cerca chi vi ha attaccati, sembrava piuttosto incazzato. Tranquilla ho già afferrato il concetto: avete litigato" disse ridacchiando nel frattempo che indossavamo entrambe i nostri pigiama storici  da pigiama party: io ero Stitch e lei era vestita da Pikachu, tutto molto sobrio insomma.
"È diventato noioso... mi guarda come se fossi un giocattolo rotto, sembra affranto. Cerco di farci svagare un po', però si concentra solo sui problemi, non guarda mai quello che ha attorno" Dissi sbuffando
"Sop ti ricordo che è un boss, se non pensa lui ai problemi del suo regno non li risolverà nessuno, devi abituartici... a meno che...non vi lasciate prima" disse guardandomi di sottecchi
"Non so se voglio adeguarmi a queste rigide regole, non l'ho mai fatto e non penso di iniziare adesso" Dissi decisa mettendomi una zampa blu
"Non credi di poterlo fare per amore?" Disse guardandomi speranzosa
"L'amore non ti vuole cambiare radicalmente, o non pretende di cambiarti, le cose devono succedere naturalmente. E poi, i rapporti non vanno avanti a prescindere, vanno curati giorno per giorno, attimo dopo attimo, se lui non vuole 'vivere' non può costringermi a non farlo nemmeno io" Dissi scocciata
"È un periodo di crisi... vi riprenderete" disse accendendo la tv e iniziando a fare zapping
"Speriamo... adesso basta parlare di lui, è una serata tutta nostra, chiudiamo gli altri fuori" Dissi ridacchiando e prendendo posto al suo fianco.
Decidemmo di guardare un film però non su netflix, guardammo tutti e tre i film originali di Death Note, la versione americanizzata è storpiata al massimo, ormai cambiavano anche il titolo già che c'erano!

Il giorno seguente ci svegliammo entrambe di buon umore, facemmo colazione insieme dopodiché Jo tornò a casa dal suo Jay Jay.
Io mi vestì e andai alla sala giochi, avevo una ricerca da fare, entrai e andai ad abbracciare i ragazzi, da quanto tempo che non li vedevo! Mi sono mancati anche loro!
"Mike puoi venire un attimo qui? Per favore" richiamai il diretto interessato, lui era una scheggia e mi avrebbe aiutato
" dimmi tutto, capo dovrei chiamarti adesso? Ho saputo della tua relazione con il figlio del boss" disse ammiccando
"Sono sempre io, vorrei che mi aiutassi in una ricerca" Dissi schietta
"Di che tipo?" Chiese alzando un sopracciglio
"Voglio che tu trova Jona e Lizzie Smith, sono due giudici, potresti identificarmi la loro posizione attuale?"
"Io posso tutto, piccola" disse accarezzandomi il mento facendomi ridere.
Dopo circa mezz'ora sapevo vita e miracoli dei fratelli Smith, all'inizio si erano stanziati Australia ma adesso si trovavano entrambi in Italia, entrambi erano sposati e Jona aveva una figlia e Lizzie due maschietti, sarà felice Mary di conoscere i suoi nipotini!
"Mike chiama i ragazzi e digli di prepararmi il Jet privato, siamo sicurissimi al 100% che questo sia l'indirizzo giusto?" Chiesi guardandolo attentamente
"Si, a quanto pare vivono in una villa, hanno i soldi i figli di putt..."
"Vai piano con le parole" Dissi zittendolo.
Uscì dalla sala giochi e tornai a casa a prepararmi un borsone con soldi e vestiti, andrò in Italia a cercare i figli di Mary, ovviamente non cercherò il consenso a nessuno perché è un qualcosa di personale, la mafia sta fuori da tutto ciò.
Uscì subito di casa e andai di corsa con la moto alla pista dove si trovava il Jet, guidavo raramente ma quando lo facevo  un senso di libertà  si propagava in tutto il mio corpo, perché sei solo tu al controllo di tutto.
Appena arrivata fui aiutata con la borsa
"Dobbiamo aspettare qualcuno signorina?" Mi chiese il pilota gentilmente
"No, possiamo partire" Dissi sicura di me stessa
"Jo starò in Italia per due/ tre giorni, ho delle faccende private da sbrigare, se ti domandano tu non sai nulla,dopo ti spiego" scrissi velocemente e inviai, dopodiché mi imbottì a sonniferi per poter dormire tranquillamente durante il viaggio, devo assicurarmi di dormire molto perché rischio di impazzire per dodici ore chiusa qui dentro.

"Signorina... mi sente? Siamo arrivati" riaprì gli occhi e l'immagine del pilota che pensa che io sia morta mi fa ridere già da appena sveglia, è buffo.
"Si... grazie, ci rivedremo qui tra due giorni credo... la aggiornerò in caso di variazioni" Dissi ancora scombussolata dal sonno, avevo dormito dodici ore! Pazzesco!
"Certo, si figuri" disse cordiale prima di passarmi la mia borsa.
Chiamai un taxi e mi feci portare alla mia meta, fortunatamente era pomeriggio quando arrivai e qui in Italia le città sono movimentate fino a tarda notte quindi non mi faccio scrupoli a dover stare fino a tardi in giro da sola qui.
Arrivai davanti villa Smith, non era grande come quella di Igor, quella era proprio una reggia, però era comunque grande quella dei signori Smith.
Suonai al campanello e quella che era la signora delle pulizie, credo, mi venne ad aprire stranita
"Ha bisogno di qualcosa?" Mi chiese preoccupata, avevo un aspetto orribile? Eppure ero vestita interamente Gucci e Luis Vuitton, non potevo avere l'aspetto di una mendicante
"Vorrei parlare con la signora e il signore Smith" Dissi sorridendo
"La faccio accomodare" disse aprendomi il cancello e portandomi nel soggiorno, mi fece sedere in uno dei divanetti e lei scomparve nelle scale.
Dopo circa dieci minuti passati a sbuffare e in cui avevo letto il messaggio di Jo che mi raccomandava di stare attenta, finalmente sentì dei rumori provenienti dalle scale, rimasi quasi scioccata alla vista dei figli di Mary, assomigliavano entrambi a lei.
"Scusi? Ci conosciamo?" Chiese Lizzie tentennando
"No... piacere mi chiamo Sophia, vorrei parlarvi di una questione importante" Dissi facendo segno di accomodarsi di fronte a me per poter parlare, sarebbe stata una lunga chiacchierata
"Non vogliamo niente di quello che vuole venderci, stiamo bene così" disse diretto Jona
"Non sono qui per vendere nulla" sentenziai nervosa dal loro atteggiamento
"E cos'è che vuole?" Chiese mentre Lizzie si era già seduta
"Vostra madre... vive da sola, è triste e le mancate molto, da quando ha perso vostro padre soffre molto la solitudine, sta male, dovreste aiutarla, è pur sempre vostra madre!" Dissi arrivando al punto
"Ci doveva pensare prima" disse Jona apparentemente calmo sedendosi e fissandomi mentre Lizzie guardava il pavimento
"Ma come? Vi siete sul serio arrabbiati a morte solo perché vostro padre voleva che voi facevate strada nella vita? Che razza di persone siete? Tu saresti finito a fare il delinquente e tu Lizzie, saresti finita a fare la serva a qualche uomo ingrato oppure una pettegola di paese" Dissi provando a convincerli  provocandoli
"Tu non sai nulla! Non sai cosa significhi essere costretto a fare una strada che non senti tua, non mi è mai stata data la possibilità di diventare ciò che volevo essere realmente!" Disse Jona gridandomi contro
"Non mi pare che ti trovi male però" Dissi guardandomi intorno
"Tutte le volte che quel bastardo mi diceva di impegnarmi di più le ha pagate! Si merita di stare dove è" disse rosso in viso
"Io ho perso i miei genitori, per colpa mia, ero lontana al momento dell'accaduto... vorrei che voi non commetteste il mio stesso errore, potete sempre rimediare" Dissi guardandolo con gli occhi lucidi, mi sentivo molto il gatto con gli stivali quando fa gli occhioni
"E cosa dovremmo fare? Illuminami" disse acido
"Jona... smettila di attaccarla, forse ha ragione" disse Lizzie cercando di calmarlo
"Potreste andare a fare una sorpresa a vostra madre, farle vedere i suoi nipoti, a lei piacciono molto i bambini. Potreste rimediare agli errori del passato, ad esempio"
"Non ricordo nemmeno dove abita più" disse pensandoci su
"Vi guiderò io, però non dovete dirle nulla, dovete far finta che io non vi abbia mai incontrati, so quanto farebbe bene a Mary incontrare la sua famiglia, lo sapete che tiene tutte le vostre foto incorniciate? Che ne ha una di voi due da piccoli abbracciati proprio sopra il comodino? Oppure sapete che tiene un ciondolo al collo con una foto di tutta la famiglia e che quando è preoccupata lo accarezza per tranquillizzarsi? Oppure che quando vostro padre è venuto a mancare non ha dormito per una settimana e continuava ad accarezzare piangendo il lato vuoto del letto? Oppure che molto spesso sogna vostro padre che torna a casa? Non lo sapete, sono tutte cose che mi ha raccontato, in lacrime, perché le mancate e tantissimo. Ha anche detto che nonostante tutto darebbe la vita per voi, perché siete voi la sua vita, anche se le avete voltato le spalle da tempo ormai, lei continua ad amarvi con tutto il cuore, è vostra madre! Io pagherei oro per riabbracciare i miei genitori, ma non posso più ormai- Dissi facendo una pausa per respirare tra i singhiozzi- se fossi in voi non perderei altro tempo" Dissi tra le lacrime
"Io... non so che dire" disse Jona torturandosi le mani, mentre Lizzie era in lacrime
"Torniamo da mamma ?" Chiese ad un tratto Jona alla sorella che rispose annuendo tra le lacrime e si abbracciarono, faceva strano vederli in gesti così 'intimi' visto che all'apparenza sembrano duri e senza un cuore, alla fine i più forti sono sempre quelli che soffrono di più e che hanno un'anima fragile, continuai a guardarli mentre si abbracciavano scambiandosi il calore che solo chi ti conosce da quando sei nata può trasmetterti, immediatamente pensai al mio fratellino, saremmo potuti essere così un giorno? Ma ovviamente ho dovuto rovinare tutto, come sempre.
"Rimani da noi a cena?" Chiesero i fratelli Smith dopo una breve pausa asciugandosi le lacrime.

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