(T/n) Pov
Il giorno dopo lo USJ, la scuola rimase chiusa.
Eravamo tutti molto provati, ma per fortuna non c'erano stati feriti.
Izuku e mio padre erano stati portati da Recovery Girl, ed erano guariti in un batter d'occhio.
Eravamo stati informati che né Aizawa né Numero Tredici erano in pericolo di vita.
Aizawa aveva entrambe le braccia rotte, la faccia tumefatta e le cavità oculari praticamente sbriciolate; questo avrebbe potuto causargli danni perenni agli occhi.
Numero Tredici aveva lacerazioni profonde alla schiena, ma era in condizioni meno critiche rispetto ad Aizawa.
Mio padre era stato dimesso già ieri, ma non avevamo parlato molto: era stanchissimo e non lo volevo disturbare.Izuku mi aveva scritto dicendomi che avrebbe passato un po' di tempo con sua madre, cosa che non faceva da tempo.
Io non sapevo che fare quel giorno, pensavo che mi sarei semplicemente annoiata a morte, quando ricevetti una telefonata...Shoto Pov
«Pronto? Ehi, (T/n)...» dissi quando (T/n) rispose alla mia telefonata.
«Mh? Oh, ehi Shoto! Dimmi.»
«Sei libera per uscire a mangiare qualcosa?»
«Beh, sì... Ma quando?»
«Pensavo anche ora...» dissi leggermente in imbarazzo.
«Ora? Sì, certo... Mi vesto e ci sono. Dove ci vediamo?»
«Ti vengo a prendere sotto casa tua, se ti va bene.»
«Certo, passa pure tra mezz'ora.»
«Okay, a dopo...!» la salutai.
«A dopo!» e chiuse la chiamata.Mi buttai a peso morto sul letto e mi misi le mani in faccia per coprire il leggero rossore sulle mie guance.
Da quando eravamo tornati a casa dallo USJ, avevo continuato a tormentarmi su quello che Shigaraki poteva volere da (T/n).
Necessitavo di risposte.
Non nego che fosse anche una scusa per vederla fuori da scuola, senza Midoriya fra i piedi. Ma, principalmente, volevo sapere se lei stesse bene.
Non l'avrei forzata a parlare, dopotutto ero io il primo a non confidare a nessuno il proprio passato.
Dopo circa un quarto d'ora perso a rimuginare, mi alzai per andare a casa sua.
Le nostre case non erano poi così lontane, abitavano entrambi nel quartiere più ricco della città, e vicino a noi abitava anche Yaoyorozu.Una volta arrivato davanti a casa sua, sistemai leggermente i capelli e suonai il campanello. (T/n) venne immediatamente ad aprire.
«Ciao!» mi salutò raggiante.
«Ciao...« ricambiai io, un po' stordito dalla sua bellezza.
Era primavera, ed era una giornata particolarmente calda, quindi lei si era vestita leggera.
Indossava un vestitino molto semplice, nero e smanicato, un paio di sneakers bianche, e una giacchetta di jeans.
«Stai molto bene! Sul serio.» le dissi.
Lei mi sorrise e ringraziò.«Allora, Shoto... Dove andiamo?» mi chiese, una volta fuori di casa.
«Prima pensavo di andare in centro e di fermarci in un bar. Che ne dici?»
«Si, ci sta.» acconsentì lei.
Cominciammo a camminare parlando del più e del meno, volevo stemperare un po' l'atmosfera prima di chiederle dello USJ.
Senza pensarci passai un braccio attorno alla sua vita e camminammo così fino ad arrivare al bar; lei con la testa poggiata alla mia spalla ed io con il braccio attorno ai suoi fianchi.
Arrivammo davanti ad un bar che mi piaceva molto, conoscevo i proprietari poiché ci venivo spesso anche da bambino.
Ci sedemmo in un tavolino un po' in disparte; il locale non era caotico, ma volevo essere sicuro di evitare di essere disturbati.
Arrivò il cameriere e ordinammo da bere. Appena se ne andò via, cominciai a parlare.«(T/n)... C'è qualcosa che dovrei sapere su quello che è successo allo USJ...? Mi rendo conto di non essere tuo padre, ma... Mi preoccupo per te, non posso farci niente.»
(T/n) mi guardò negli occhi per qualche attimo, poi fece un profondo sospiro.
«Non ti posso dire la storia per intero ora, anche perché devo parlare con mio padre prima, ma posso dirtene un pezzo...»
Io annuii, incitandola a continuare.
«Come credo tu sappia già, mia madre è morta prima che iniziasse la scuola.»
Io annuii nuovamente, abbassando lo sguardo. Non volevo farle tornare in mente questi eventi.
«Beh, Shigaraki diceva di conoscere mia madre. Mi ha detto un sacco di cose su di lei, non tutte molto piacevoli... Non so se credergli o meno, dopotutto è un Villain e poteva essere tutto un piano per uccidere mio padre, ma proprio per questo devo parlarne con lui.» disse, abbassando lo sguardo.Io mi alzai dalla sedia e la abbracciai.
«Mi dispiace, non volevo farti tornare alla mente queste cose... Quando sarai pronta a raccontarmi la storia completa, lo farai. Io sono qui per te, ricordi?»
Lei annuì e ricambiò il mio abbraccio.
Nel frattempo erano anche arrivate le nostre bevande.
«Cambiamo discorso, dai.» dissi.
Lei si sforzò di sorridere e ricominciammo a parlare normalmente.
Passarono così un paio d'ore, tra risate e chiacchiere il tempo era volato. Era ora di riportarla a casa.Quando eravamo davanti all'uscio di casa sua, lei era rivolta verso la porta per entrare in casa, ma indugiò per un secondo.
Poi si girò, venne verso di me e appoggiò una mano sulla mia spalla. Avvicinò il suo viso alla mia guancia e depositò in quel punto un leggero bacio.
«Grazie di preoccuparti per me, Icy Hot... Ti voglio bene.» disse, sparendo immediatamente dietro la porta.Mi portai lentamente una mano alla guancia, dove lei mi aveva baciato, e poi, con sguardo perso e sognante, mi diressi a casa.
(T/n) Pov
Sbattei immediatamente la porta d'entrata dietro di me.
"Non ci posso credere... L'ho fatto sul serio. L'ho baciato. Cioè, sì, sulla guancia... Non è niente di che, per l'amor del cielo! L'ho fatto per amicizia, non per altro! Per cos'altro l'avrei dovuto fare? Niente! Assolutamente...niente... Oddio, cosa mi sta succedendo...?!" pensai, lasciando scivolare la mia schiena sulla porta fino a ritrovarmi seduta per terra.
Diedi una leggera testata alla porta con la nuca, poi mi alzai e andai a fare una doccia, cercando di chiarire i miei pensieri.Quando uscii dal bagno, non ero riuscita a capire perché un piccolo bacetto sulla guancia mi aveva mandato tanto in crisi, ma in compenso sapevo che avrei dovuto parlare con mio padre quella sera stessa.
Infatti, a cena, aprii il discorso dicendo: «Papà, vorrei parlarti.»
Lui alzò lo sguardo dal suo piatto di ravioli e mi guardò interrogativo.
Gli spiegai tutto ciò che mi aveva detto Shigaraki riguardo al mio quirk e alla mamma, lui stette zitto senza pronunciare una parola fino alla fine.
Quando ebbi finito fece un bel sospiro e disse semplicemente: «È tutto vero.»
Io sbiancai, ma lui cominciò a parlare.
«Tutto ciò che Shigaraki ti ha detto è vero. Tua madre era una Villain, il suo quirk le è stato donato da All For One, ed è vero che si è convertita quando si è innamorata di me. Ma proprio per questo dobbiamo essere fieri di lei: perché si è convertita diventando una Hero. Devi sapere che il quirk di Al For One consiste del prendere quirk altrui, farli propri e volendo dargli ad altri. È stato così che tua madre ha ricevuto un quirk. Durante la fatidica battaglia in cui io ed All For One ci siamo scontrati anni fa, lei è stata una risorsa fondamentale per la mia vittoria. Per quanto riguarda i potenziali nascosti del tuo quirk, potrebbe essere effettivamente come dice Shigaraki, bisogna solo provare. Mi dispiace che tu sia venuta a conoscenza di queste cose da lui, e non da me; ma ora non farti più problemi e pensa a migliorarti! Sei tutta la mia vita, figlia mia. Ti voglio bene.» concluse mio padre, dandomi un enorme abbraccio.
Io lo ringraziai delle spiegazioni e andai subito a dormire: ero esausta.Quel giorno ognuno aveva ottenuto le risposte che cercava.
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I Want To Be Your Icy Hot || SHOTO TODOROKI x Reader
Fanfic[COMPLETA] Sei ancora una bambinetta quando lasci il Giappone e vai a vivere in Italia con tua madre, mentre tuo padre, All Might, vi raggiunge solo ogni tanto. Purtroppo però, nemmeno l'Italia era un posto sicuro. Tua madre era morta senza che tu...