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Volevo cambiare un po', così ho deciso che sarà lui a narrare questo capitolo ;)



FENRIR'S POV

Do un ultimo colpo al sacco per poi prendere una bottiglia d'acqua e versarmela un po' sui capelli e sul petto. So che la bestiolina dai capelli oro mi sta fissando e il mio nuovo gioco preferito è quello di metterla a disagio. Arrossisce impercettibilmente e i battiti del suo cuore aumentano.
"Smettila di fissarmi, potrei scambiarti per una molestatrice" ironizzo e lei stacca subito gli occhi da me. "Smettila di montarti la testa, guardavo..i.. tuoi tatuaggi" balbetta.
Bugiarda.
Non ho bisogno dei miei sensi da lupo per capire che ha un debole per me, per me lei è come un libro aperto. Non riesce a mascherare i suoi sentimenti e io non le sono indifferente, anche se non vuole ammetterlo.
Anche se continua a rifiutarmi.
Non che io voglia storie d'amore, sia chiaro. Ho rinunciato al desiderio di una compagna secoli fa.
Lei non era prevista, non era nei miei piani.
Ma non posso tenerla lontana.
Perché anche se io la trovo irritante, il mio lupo la brama. La vuole. La reclama.

"Quale ti piace?" le chiedo guardando anche io il mio addome. Conosco a memoria tutti i miei tatuaggi e anche se non riesco a vederlo, so che sta fissando la piccola croce sul cuore. "Questo" mi sfiora leggermente il petto, toccando proprio il punto che pensavo. "Intendi la croce?" la guardo e lei annuisce.
"Piace anche a me" dico infine. Lei mi guarda con le braccia incrociate. "Cosa?" sbotto sotto il suo sguardo insistente. "Non mi dici cosa vuol dire?" si avvicina e io mi irrigidisco.
Tra tutti i tatuaggi, proprio quello doveva scegliere?
"No" rispondo.
Lei alza gli occhi al cielo e reprimo il forte impulso di riprenderla. Dannazione se mi eccita quando lo fa.
"Sono ormai le le cinque del mattino, non vai a dormire?" nervosamente cerco di cambiare discorso. Ogni cosa che mi ricorda lei, mi provoca dolore.
"Ti vuoi liberare di me?" ironizza ma la verità è che è così. Voglio stare solo.
"Si" rispondo secco mentre con un asciugamano mi asciugo i capelli umidi. Lei rimane sorpresa da questo mio cambio d'umore, ma credo ci farà l'abitudine. Tutti se ne fanno una ragione.
Senza dire altro, mi lancia un'occhiataccia camminando a passo veloce fuori dalla stanza e sbattendo forte la porta, per lanciarmi il messaggio che si è incazzata. Ma cosa si aspettava? Che fossi dolce con lei solo perché stanotte abbiamo parlato?
È così facile raggirare una donna umana? Immagino che la risposta sia sì.

Quando poi esco anche io fuori dalla palestra, l'aria fresca mi colpisce in volto. I corridoi sono deserti e così mi dirigo nel mio ufficio, ma prima mi fermo ad osservare la mia città dalla finestra. Il sole è sorto da poco e delle sfumature arancioni e gialle incorniciano la mia città, rendendola mozzafiato. Il mio sguardo si sposta sulla neve e Fenrir freme dalla voglia di sentirla sotto le zampe, ma dovrà aspettare. Ci sono questioni più importanti adesso.
Vado verso il mio ufficio e l'inconfondibile odore di quei due coglioni mi invade le narici.
"Quante volte vi ho detto che detesto che entriate nel mio ufficio senza il mio permesso?" ringhio impercettibilmente quando entro nell'enorme ufficio, che funge anche da biblioteca. Potrà sembrare strano, ma ho letto ogni libro umano e non, presente in questa stanza.
I ragazzi non sembrano essere intimoriti dal mio ringhio.
"Abbastanza sudato direi" constata Yordan con un dito sotto il mento. "E la ragazzina non era nella sua stanza" aggiunge Mason, rivolgendomi un sorrisetto malizioso. Alzo il sopracciglio pronto ad ascoltare le loro stronzate.
"Qualcuno qui si è dato da fare" continua poi.
Scuoto la testa, sorridendo leggermente. Non avrei potuto scegliere due bracci destri più coglioni di loro.
Alzo un sopracciglio divertito, quando i due si lasciano cadere sulle poltrone poste di fronte a me.
"Non è successo niente" ritorno serio quando il mio sguardo cade su una lettera aperta sulla scrivania. Adesso ricordo perché la sera prima ero incazzato nero.
"Cos'è?" chiede Mason allungando lo sguardo. "La lettera di Vladimir

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