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IL CAPITOLO CONTIENE DELLE SCENE SESSUALI ESPLICITE, CHI FOSSE SENSIBILE A QUESTO GENERE DI ARGOMENTI, NON LO LEGGA.

PER CHI RESTA: BUONA LETTURA :)

Era notte quando l'Alpha fu svegliato nuovamente dai suoi incubi.
Stesso posto, stessa donna.
Le urla femminili che aveva udito tanti anni prima, ma che non avrebbe mai dimenticato. Urla agghiaccianti, da farti mancare il respiro.
Si alzò con la fronte imperlata di sudore e il fiato corto. Ogni notte era sempre la stessa storia, ormai non riusciva più a distinguere la realtà dai ricordi. Ricordi che bruciavano ancora, come ferite fresche.

"Stai bene?" un voce femminile, impastata dal sonno, gli domandò e solo in quel momento si rese conto che Piper gli stringeva il braccio. Sbadigliò e gli rivolse un piccolo sorriso assonato, con gli occhi semichiusi.
L'uomo si sorprese nel pensare a quanto fosse bella, anche se mezza addormentata.
"Si"rispose l'uomo, pronto a dimenticare l'accaduto.
"Sembra che tu abbia visto un fantasma" la ragazza si sistemò meglio sul cuscino, mentre l'Alpha si alzò, avendo rinunciato a qualsiasi possibilità di dormire.
"Dormo con te.." scherzò sapendo di essere riuscito a sviare l'argomento. Distratto, non si accorse subito che un cuscino stava volando direttamente nella sua direzione, pronto a colpirlo in faccia.
"Che stronzo.." bofonchiò innervosita per poi tornare a dormire e l'Alpha sorrise.

Un sorriso vero.

Chiuse la porta alle sue spalle e si diresse nel suo studio. Se c'era qualcosa che poteva acquietare il suo animo, quello era un bel bicchiere di whisky. Il sapore forte riusciva a sovrastare il rumore dei suoi pensieri e anche se era impossibile ubriacarsi, a meno che non gli fosse sfuggito il controllo, trovava piacevole bere.
Si versò del whisky e cominciò a sorseggiarlo.
"Finalmente" mormorò con le labbra ancora bagnate.
Afferrò qualche lettera sulla scrivania e cominciò a leggerle. Tutte uguali.
Tutte richieste di soccorso da parte dei piccoli villaggi che si trovavano più in alto , verso la montagna.
Alcuni affermavano che il loro bestiame era stato sbranato in modo macabro da qualcuno, lasciando solo le ossa. Altri avevano parlato di persone scomparse e di strane incisioni sulle fronti di alcuni uomini, tutte stelle a sei punte. La firma di Vladimir.

L'uomo si massaggiò le tempie e lasciò cadere pesantemente il bicchiere sulla scrivania, facendolo rompere.
All'improvviso una folata di vento fece scattare l'Alpha sull'attenti. Le finestre erano tutte chiuse, quindi dedusse che non potesse essere vento.
Poi un rumore gli fece attizzare le orecchie e arrivò fino all'enorme libreria che si trovava alle spalle della sua scrivania.
"Chi sei?" domandò, pronto a sguinzagliare Fenrir, il lupo feroce che viveva dentro di lui e che si era appena svegliato, pronto ad attaccare.
Un altro rumore lo portò a girarsi e in quel momento capì che solo un essere sovrannaturale era capace di muoversi così velocemente, un vampiro.

"Vieni fuori Vladimir o hai paura?" mormorò in modo provocatorio, ritirando i canini. Non era più in fase d'attacco, conosceva molto bene Vladimir e non lo avrebbe attaccato lì, non nel suo castello.

"Così mi rovini il gioco"nonostante l'Alpha avesse sospettato fosse Vladimir, il trovarselo di fronte e sentire la sua voce lo aveva sconvolto. Lui era ancora vivo.

Quando Fenrir si girò, lo trovò seduto sulla scrivania, con gli occhi rossi e un sorriso agghiacciante.
"Ciao Blake" disse e l'Alpha fu sicuro fosse il Vladimir, che pensava di aver ucciso anni prima. Solo pochi conoscevano il vero nome dell'Alpha e lui era tra quelle persone.
"Non chiamarmi così" ringhiò innervosito.

"Sei identico all'ultima volta che ti ho visto" disse il vampiro, la sua pelle pallida si illuminava sotto i raggi lunari che filtravano dalla finestra. Gli occhi rossi agghiaccianti brillavano come due rubini.
L'Alpha si accigliò .
"L'ultima volta che ti ho visto eri morto. Morto veramente"specificò.
I freddi, o meglio conosciuti come vampiri, era uomini morti riportati in vita da una magia oscura che richiedeva una vita in cambio. Una vita per una vita, dicevano le streghe che praticavano quel tipo di magia.

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