'Tasha's pov
Riapro lentamente gli occhi, provando ad abituarmi alla luce e sentendo la testa pulsare come se una miriade di martelli mi avessero torturato.
Mi guardo attorno, rendendomi conto di essere in una stanza insonorizzata dalle pareti di un blu scuro, senza finestre e con un'unica porta come via di scampo; mentre le mie mani sono legate con delle manette ad un tavolo e io sono bloccata su una sedia.
Strano, l'ultima cosa che ricordo è che Tony mi ha detto di nascondermi, di scappare e poi...
Poi ho un vuoto totale. Nulla. Solo buio.La testa continua a farmi sempre più male ad ogni secondo che passa, a livelli che non si possono descrivere e a stento trattengo dei gemiti di dolore, mentre ragionare diventa difficile.
Sono stata rapita, di nuovo.
E-E p-probabilmente mi tortureranno, cercheranno di farmi confessare, di scoprire i miei segreti tramite il mio sangue!Ho paura. Tanta paura.
Il cuore sembra volermi uscire dal petto e un mattone invisibile compare sopra il mio stomaco, dando forma fisica all'ansia, mentre ai polmoni non basta più il loro spazio e respirare diventa difficile.
Ho paura. So solo questo."Hey principessina guerriera... Non aver paura, okay?"
Il ricordo della voce di mio padre si fa più forte, spingendomi a chiudere gli occhi e rievocare nella mia mente quel messaggio
"...Ora è tutto nelle tue mani. Mi fido di te. Ricorda, nelle tue vene scorre il sangue di Peggy Carter e Steve Rogers, nulla potrà ferirti se non sarai tu a concederglielo e non permettere a nessuno di sottometterti, a meno che non sia tuo ordine"
Oh papà... Non puoi immaginare quanto mi manchi, quanto mi manca essere stretta tra le tue braccia, allenarmi con te, sentire la tua voce raccontare quelle meravigliose storie!
"Ora è tutto nelle tue mani"
Nelle mie mani...
Se c'è una cosa che ho sempre desiderato più dei fenicotteri era poter rendere mio padre fiero di me, dimostrargli che sono degna di ereditare il suo scudo e portare avanti il suo nome.
E ora lui mi ha affidato una missione da svolgere completamente da sola.
Ho un'occasione...
Però mi hanno appena rapito...Eh no eh! Ora basta, me ne frego di chi mi vuole e scappo! Nelle mie vene scorre pur sempre il sangue di un supersoldato e della migliore agente dell'S.S.R., quindi posso perfettamente scappare!
Poggio le mani sulla superficie del tavolo, ignorando le manette che mi stringono i polsi e procurandomi parecchi lividi, ma prima che possa fare leva per alzarmi qualcuno entra nella stanza, obbligandomi a fermare il mio tentativo di fuga.
Due uomini dall'aria famigliare si avvicinano al tavolo, ma io riesco a riconoscere solo il primo, che in base ai racconti "della buona notte" di papà si dovrebbe chiamare Phil Coulson, anche se la sua presenza mi manda lievemente in confusione. Non dovrebbe essere morto?«Perdona per i modi violenti che abbiamo usato, signorina Carter» parla l'unico a me conosciuto sedendosi difronte a me, mentre il suo amico resta in piedi appoggiato al muro «In genere non siamo così, ma temevamo l'intromissione di Stark, perciò abbiamo dovuto fare intrusione nella Torre e prenderti con la forza, somministrandoti un tranquillante per via della tua incredibile resistenza»
«Che volete da me? Chi siete?»
«Io sono l'agente Coulson, mentre lui è l'agente Grant. Lavoriamo per lo Shield, e ci è stato ordinato da Fury di venirti a prendere»
«Lo shield?»
«L'ha fondato tua madre anni fa» risponde l'uomo i piedi, studiandomi con lo sguardo «Non ricordi?»
Resto zitta, mentre alla mia memoria torna il ricordo ancora ben intatto di quando proposi questo nome per l'SSR.
Ricordo. Non tutto, ma quel giorno lo ricordo bene.
E se conosco i metodi di questi uomini allora so che mi avranno dato una specie di "siero della verità" mentre ero svenuta, e se apro bocca rischio di dire cose sbagliate, segreti che non andrebbero mai rivelati
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IO L'HO SEMPRE CHIAMATO PAPÀ
FanfictionProbabilmente non è ancora stata inventata la giusta parola per descrivermi. C'è stato un tempo in cui ero allegra, spensierata, innocente (ma non troppo)... Ma per lo appunto, lo ERO. Poi incontrai Tony Stark, sebbene mio padre mi avesse sempre det...