XXXI) Questioni di chimica

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Sharon's pov
«Ho detto che voglio parlare col direttore Fury!» insisto, mentre un agente mi blocca la strada per impedirmi di passare

«Non è in servizio al momento» risponde l'uomo, incrociando le braccia al petto e posizionandosi davanti alla porta dell'ufficio 

«Questo non è vero. So perfettamente che-»

Prima che io riesca a terminare la frase una voce femminile si intromette nel discorso, dicendo qualcosa riguardo al tempo atmosferico e alla pioggia e attirando sia la mia attenzione che quella dell'agente

«'Tasha» la chiamo, anche se lei pare ignorarmi «Cosa ci fa-»

«Posso?» chiede lei all'uomo, che senza farsi troppi problemi le apre la porta e la lascia passare, come se fosse tutto nella norma

«Questo che significa?» chiedo, più a mia cugina che all'agente

«Beh, biondina, che c'è chi può e chi non può!» risponde lei non nonchalance, per poi chiamare Fury a gran voce e tornare da me «E, come vedi, "io può

Senza aggiungere altro la ragazza se ne va col direttore, ignorandomi completamente e lasciandomi qui, come se ci conoscessimo appena.
A volte vorrei tanto sapere cosa passa per la testa di quella ragazza, quali diavolerie va a progettare con la solita scusa di "aiutare l'umanità".

Attendo un altro po' davanti all'ufficio, cercando di convincere l'agente a lasciarmi passare ma ottenendo solo un silenzio di pura indifferenza, tale che sono costretta ad andarmene dopo qualche minuto.  

Sbuffo sonoramente, infilando le mani nelle tasche e dirigendomi verso l'uscita, almeno fino a quando non mi accorgo che pure l'uomo, nel vedermi andar via, si allontana dalla sua postazione.
Senza farmi perdere l'occasione, corro verso la porta ed entro nell'ufficio del direttore, trattenendo a stento un sorriso di vittoria.

«Bene bene, vediamo che documenti ci sono riguardo mia cugina» sussurro, iniziando a sfogliare le varie carte che si sono in giro ma bloccandomi poco dopo, quando un gatto a cui non avevo fatto caso salta sopra la scrivania e si siede sopra le varie cartelle.

Okay, da quando Fury ha un gatto in ufficio?

«Via, bello, spostati» provo a cacciarlo, ma lui si limita a miagolare in risposta e non accennare a fare un solo passo

Cerco comunque di prendere le carte che mi servono, ma il felino alza una zampa e mi graffia la mano, costringendomi a fare un passo indietro e lanciare un urlo sia per lo spavento che per il dolore.

Si tratta di un semplice graffio, ma lo sento come se i suoi artigli fossero fatti di lame infuocate e inizio ad avere le vertigini, tanto che nel giro di poco mi devo appoggiare al tavolo per non cadere a terra. 
La respirazione si fa più lenta, inizio ad avere la fronte imperlata di sudore e un sapore metallico mi invade il palato, mentre a breve il buio mi invade completamente e mi sento cadere nel vuoto.

'Tasha's pov
Poggio il mento al palmo della mano, roteando gli occhi e attendendo pazientemente nella cucina di Laura, dopo aver fatto le dovute presentazioni e aver spiegato la situazione.
Fury è stato ben felice che lo accompagnassi, a dire il vero, cercando di approfittare dell'occasione per farmi più domande possibili riguardo al mio passato e non sopportando l'idea di non sapere la vera storia di Peggy Carter, anche se io non ho potuto soddisfare la sua curiosità. Non è che non mi fidi di lui, ma non posso rischiare che certe informazioni giungano nelle mani sbagliate o prendano una strada troppo diversa da quella prescritta.

«Ti annoi?» mi chiede la moglie di Clint, sedendosi dall'altra parte del tavolo

«Un po'. Barton ha chiamato cinque minuti fa, giusto? Quanto ci metterà ad arrivare?»

IO L'HO SEMPRE CHIAMATO PAPÀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora