XXXVI) Conosco un amichevole ragnetto

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Wanda's pov
Mi siedo sul bordo del letto, accendendo la televisione che ho in camera e cercando di distrarmi per qualche istante, mentre il respiro mi si fa più regolare e le lacrime finiscono finalmente di solcarmi il volto.

Clint è venuto poco fa a trovarmi, facendomi riflettere sulla mia scelta di cancellare la memoria al capitano e chiedendomi il perché di un gesto simile, ma io non ho saputo rispondergli. Sentivo che era la cosa giusta da fare, che dovevo fargli dimenticare il suo legame con Natasha Carter, ma ammetto che è stato un gesto molto impulsivo, quasi come se non fossi veramente io a controllare le mie azioni.

«Vi disturbo? Posso entrare?» chiede una voce alla mia sinistra, mentre con la coda dell'occhio noto Visione fermo contro il muro della stanza

«Sei già entrato» gli faccio notare, abbassando il volume della televisione «Devi imparare ad usare le porte»

«Perdonate» si scusa, passando dal muro per uscire e poi bussando alla porta

«Avanti» rispondo, lasciando scappare un sorriso e incrociando le gambe

«Vi ringrazio. Sono venuto a vedere come state, così come mi è stato indicato dal signor Stark prima che partisse insieme al capitano Rogers e l'agente Romanoff per accompagnare la signorina Carter a casa»

«Perché si sono recati lì?» chiedo, facendogli cenno di sedersi accanto a me

«Non ero tenuto a saperlo. Faccende personali, immagino. Voi come stavate passando il tempo, prima del mio arrivo? Avete trovato un piacevole modo per rilassarvi e distrarvi?»

«Vecchie serie TV» rispondo, indicando con un vago gesto della mano il televisore «Le guardavo da piccola. Sono degli episodi comici, riescono sempre a strapparti un sorriso»

Lui si concentra sullo spettacolo, non capendo immediatamente come questa forma d'arte possa essere divertente, anche se, dopo varie spiegazioni, pure riesce a fare un sorriso.

Mi stringo nelle spalle, tirando il plaid che avevo sulle gambe fino al petto e inspirando profondamente, sebbene la mente continua a tornare da Natasha Carter.
Mi chiedo cosa sia andata a fare nella sua vecchia casa, perché sia stata accompagnata proprio da Tony e cosa stia cercando.
So che le mancano dei ricordi, che non sta bene ed è tormentata da quello che potrebbe aver fatto, ma io mi domando se magari non avessi dovuto fare qualcosa di diverso. Agire su di lei anziché sul padre.
In ogni caso, penso che ormai è troppo tardi per cambiare il passato, e non ci resta che tentare di migliorare il presente.

'Tasha's pov
«Tony, quanto manca?» chiedo per l'ennesima volta, picchiettando le dita contro lo scudo e mordendomi il labbro inferiore per il nervoso

Siamo in macchina da mezz'ora ormai, bloccati nel traffico della città da un tempo immisurabile e, nonostante il leggero vantaggio dovuto alla velocità che tiene Stark, siamo in ritardo rispetto alla mia tabella di marcia.

«Non posso controllare le azioni degli altri, 'Tasha. Lo sai che per questa strada c'è sempre-»

«E se chiami un'armatura?» chiedo, anche se lui mi scocca subito un'occhiataccia

«No»

«Senti, io devo tornare in fretta alla base. Loki mi sta aspettando»

«Loki?!» chiedono Nat e Steve, sporgendosi leggermente in avanti

«Ops. Questo non dovevo dirlo. Va bene, Tony, fammi scendere»

«Non t'azzardare!» mi rimprovera il playboy, anche se io non lo ascolto minimamente.

IO L'HO SEMPRE CHIAMATO PAPÀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora