~New York 2014
(subito dopo l'introduzione, per intenderci)Riapro lentamente gli occhi, prendendo una grande boccata d'aria e permettendo all'ossigeno di entrare nel mio corpo, sentendo dapprima un fastidio incredibile nel percepire la luce ma abituandomi a poco a poco. La prima cosa che le mie pupille incontrano è il soffitto bianco, una volta color perla che mi intrappola in questo luogo.
Luogo... Quale luogo?
Abbasso lo sguardo, incrociando ora una porta in vetro spesso ed opaco e delle pareti dello stesso materiale. Oltre a ciò, un tavolo metallico poco distante da me, ricco di oggetti strani che non riesco ad identificare, ma che deduco essere attrezzature di un laboratorio.
Laboratorio... Sono di nuovo in un laboratorio, alla fine
Inconsciamente inizio a muovere le dita delle mani, accarezzando delle morbide lenzuola e aggrappandomi al loro tessuto, giocandoci un pochino prima di rendermi conto di ciò che sto facendo.
Un letto...
Da quanto sono su un letto?!
Mi sollevo di scatto in modo da mettermi seduta, trattenendo però una smorfia di dolore nell'aver fatto questo gesto improvviso e sentendo il respiro mancarmi per qualche secondo.
Ma dove sono?
Prima ero...
Beh, non lo so neppure io dov'ero.
Ero in un laboratorio, e degli uomini volevano il mio sangue. E mi facevano male.
Soffrivo.
Non so altro. La mia mente si è messa a cancellare il passato nel tentaivo di eliminare il ricordo delle loro torture.Non ricordo nulla, fatta eccezione per qualche flash della mia infanzia, dei momenti più belli.
Quella era la mia unica certezza, che ogni tanto mi consolava nei momenti tranquilli della notte sotto forma di sogno.
«Salve signorina Carter»
Mi guardo attorno, tentando di capire chi abbia parlato, ma oltre a me non vi è nessuno in questa stanza
«I suoi valori mi suggeriscono che è turbata, desidera che avviso il signor Stark?» continua la voce
«C-chi sei?»
«Il mio nome è Jarvis. Sono stato creato dal signore Anthony Edward Stark-»
«Creato?»
«Sì signorina. Sono un'intelligenza artificiale e vivo con il signor Stark in questo edificio, per riassumere. Il signore ha ordinato di avvisarlo appena lei si sarebbe risvagliata. Sta arrivando»
Non aggiungo altro, indietreggiando di poco in modo da poter appoggiare la schiena alla testiera del letto.
Un letto in un laboratorio... Tutto ciò non ha senso
Richiudo un attimo le palpebre, in modo da far riposare gli occhi, ma poco dopo sento dei passi avvicinarsi e quindi mi ridesto di colpo, percependolo un brivido percorrermi lungo la schiena.
La porta si apre, senza emmetere alcun cigolio o altro e nel totale silenzio un uomo fa il suo ingresso in questa mia gabbia, scruttandomi da lontano e poi avvicinandosi lentamente
«Ciao 'Tasha. Ora ricordi chi sono?»
Lo osservo per un po' senza aprir bocca, imprimendo ogni suo particolare nella mia mente, anche se le mie pupille non riescono a staccarsi da quella luce azzurra che ha nel torace, una specie di coso rotondo che ipnotizza chiunque lo guardi, come la stella più lucente nella notte più buia
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IO L'HO SEMPRE CHIAMATO PAPÀ
FanficProbabilmente non è ancora stata inventata la giusta parola per descrivermi. C'è stato un tempo in cui ero allegra, spensierata, innocente (ma non troppo)... Ma per lo appunto, lo ERO. Poi incontrai Tony Stark, sebbene mio padre mi avesse sempre det...