XLII) Ghiaccoli in compagnia di giovani divinità

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Loki's pov
L'idea di chiamare Odino viene subito scartata non appena sentiamo un urlo chiaramente non umano squarciare il clima mite e tranquillo di Midgard, mentre un fulmine illumina il cielo di un blu intenso, quasi da ricordare lo spazio.
Thor con uno scatto si dirige verso il punto da cui proveniva l'urlo, venendo subito seguito da me e trovando anche una certa facilità nel raggiungere il ragazzo, dato che tutti i mortali stanno scappando da lui.

«James!» grido, distruggendo le illusioni create dal figlio del capitano e trovando il giovane inginocchiato a terra poco distante da una chiesa, con le lacrime agli occhi e i capelli attaccati al volto per via del sudore 

«Rivoglio mia sorella» mormora non appena ci vede arrivare, scacciando con uno schiaffo la mano che Thor gli porgeva «Rivoglio la mia famiglia. P-perché non posso? Perché? Che ho fatto di male?» I singhiozzi spezzano il suo discorso, mentre lui china il capo per nascondere la disperazione dietro ai suoi occhi «Perché Natasha è scappata da me? Perché non mi vuole più bene?»

«Torniamo a casa» prova a convincerlo mio fratello, abbassandosi alla sua altezza e posandogli una mano sulla spalla «Sei sconvolto, ma ad Asgard abbiamo dei medici che-»

«Thor, riportarlo ad Asgard sarà inutile» gli ricordo io, indicando il cielo con un ampio gesto della mano «Hai visto quanto riesce a fare usando solo un briciolo del suo potere. Sta iniziando a ricordare, ci conviene trattare la questione con più delicatezza. Per anni gli abbiamo celato la verità, aspettando che qualcun altro risolvesse la questione, ottenendo però solo maggiori problemi. È il momento di cavarcela da soli e prendere qualche iniziativa»

«Va bene, sì» mi da ragione il dio del tuono, segno che anche lui è stanco di questa situazione «Rimetteremo noi insieme quel che resta di questa famiglia. Io mi occuperò di 'Tasha, dato che la conosco da più tempo, mentre tu penserai a James. Prima torno ad Asgard per finire alcune faccende, poi vedremo di aiutare i fratelli Rogers con i loro "poteri" e farli ritrovare. Ah, Loki, ora sarebbe proprio il caso di chiamare nostro padre»

Neppure il tempo di replicare che richiama il Mjolnir, facendolo roteare per qualche istante e prendendo il volo immediatamente, così da lasciarmi in compagnia di James, il quale si rialza molto lentamente e si mette in attesa di un qualche ordine da parte mia, giocando nel frattempo con le lacrime che gli hanno solcato il viso.
Sembra divertirsi a congelarle, staccandole con delicatezza dal suo volto e poi portandosele alle labbra, lasciando poi che quel minuscolo strato di ghiaccio si sciolga e bagni le sue labbra crespe e rovinate.

«Hai sete?» gli chiedo, staccando a fatica gli occhi dalle sue mani via via più bluastre, troppo simili alle mie. Annuisce in silenzio alla mia domanda, cercando di incrociare il mio sguardo ma notando un netto rifiuto da parte mia, che invece volto il capo verso la strada e creo l'ennesima illusione per nasconderci.

«Va bene, ragazzino. Andiamo a fare merenda» decido, prendendolo per mano e stringendo la presa con un po' troppa forza «Ma non ho intenzione di rubare più di un paio di ghiaccioli. Vedi di farteli bastare»

'Tasha's pov
Il mio cuore accelera il battito all'impazzata, mentre mi viene naturale trattenere il respiro fino a quando la giovane scrittrice non distoglie lo sguardo da me.
So che mi ha visto, so che sa che sono qui. So di essere consapevole tanto quanto lei ora, con l'unica differenza che io sono bloccata dalla paura e lei ha il pieno controllo.

Fa appena in tempo a rimettere le mani sulla tastiera che qualcuno mi picchietta sulla spalla, facendomi cacciare un urlo e voltare di scatto, ma proprio appena distolgo lo sguardo dall'immagine che avevo di fronte essa sembra estendersi tutt'attorno a me, così da farmi entrare in quella stanza e diventare parte integrante di quel mondo.

IO L'HO SEMPRE CHIAMATO PAPÀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora