XLI) Scrivo il mio libro degli appunti

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AVVERTENZE: Piccolissimi spoiler della serie TV "Loki" e "What If"

'Tasha's pov

«Pronta?» mi chiede l'Antico, posizionandosi davanti a me e scrocchiandosi le dita 

«Farà male?» le chiedo con una smorfia, iniziando a torturarmi le maniche della maglia e mordendomi il labbro inferiore per lo stress «È il mio primo viaggio interdimensionale, non è che dopo c'è qualche effetto collaterale? Ah, e sono allergica all'anice, può essere rilevante? Perché già da piccola questo mi causò diversi problemi a relazionarmi con gli altri bambini, oltre ai problemi che già avevo e-»

Prima che riesco a terminare la frase lei allunga velocemente un braccio verso di me, colpendomi con forza pur senza spingermi all'indietro. 
Una forte nausea mi sale all'improvviso, mentre il mondo attorno a me inizia a ruotare su se stesso e il respiro mi manca per qualche istante. I colori si confondono, il tempo accelera, e ogni oggetto materiale diventa improvvisamente astratto, almeno fino a quando un dolore allucinante alla testa mi obbliga a chiudere gli occhi e smettere di guardare il caos che mi circonda. 
Il vento mi scalfigge le guance mentre una voragine sembra risucchiarmi dal ventre e spingermi all'indietro, trascinandomi per un tempo che a me sembra infinito e portandomi a scontrarmi contro muri d'aria talmente spessi che ad ogni urto non posso che far sfuggire una smorfia di dolore. 
Arrivo a colpirne quattro di queste "pareti", e solo allora tutto ciò si ferma e io cado all'indietro, sbattendo contro un pavimento cristallino e facendo risuonare il mio tonfo come se fossi dentro una teca di vetro. 

«Cosa ci fai tu qua?» chiede una voce maschile, mentre io a poco a poco riapro gli occhi e mi massaggio le tempie, prendendo coscienza di dove mi trovi

«Ahia... » mormoro, osservando la figura imponente davanti a me. Non è umano, questo è certo, ma il suo aspetto è tale e quale a come me lo aveva descritto l'Antico, quindi non sono neppure troppo sorpresa: si tratta dell'Osservatore, un'entità cosmica dalla pelle color del cielo e grandi occhi luminosi in grado di vedere in ogni parte del Multiverso «Vecchio mio, non è che puoi far installare una porta per arrivare fin qui? Non è che ogni persona che vuole venirti a trovare deve passare le pene dell'inferno e fare un giro sulle montagne russe galattiche, eh. Ci credo che non hai una vita sociale, oh»

«Natasha Wanda Rogers Carter, tu non dovresti essere qui. Non dovresti neppure sapere della mia esistenza»

«Sì, bla bla bla, senti ho dei problemi laggiù sulla Terra e-»

«Non posso intervenire, se è questo che vuoi chiedermi»

«E non voglio che tu lo faccia, infatti. Oh, ma scherziamo? Quelli sono affari miei, non azzardarti a mettere le mani sulle mie cose che di sicuro mi fai ancora più casino» lo riprendo, frugando nelle mie tasche alla ricerca di una penna «No, io voglio solo dare un'occhiata a tutti i futuri possibili e prendermi due o tre appunti. Posso? Grazie!»

Prima che lui possa rispondermi mi metto alla ricerca delle informazioni di cui necessito, rendendomi conto solo in un secondo momento che ci vorrà molto più tempo del previsto. 

Le pareti di questo posto non sono altro che finestre in grado di mostrare cosa succede nelle altre Terre, indipendentemente dal tempo, e perciò dovrei riuscire a vedere anche cosa succede nel passato e nel futuro, ma non avevo messo in conto che la specie di corridoio in cui mi trovo non ha né un inizio né una fine.
Sbuffo a gran voce, ignorando i commenti dell'Osservatore e avvicinandomi alla parete alla mia sinistra, cercando tra le varie finestrelle qualcosa che possa aiutarmi in questo momento.

«Hey, bell'uomo, non è che da qui riesco a vedere l'ufficio di mia madre? Potrei passare un attimo a prendere dei fogli, un quaderno vuoto o qualcosa di simile, perché il mio piano era di segnarmi gli appunti sul braccio per ricopiarli con calma a casa, ma-... Un attimo, questo cos'è?» chiedo, indicando una scrivania colma di appunti e libri vari su cui Loki sta riposando. Non è la stessa divinità che conosco io: questo che vedo indossa una camicia, ha i capelli leggermente più corti e il volto sereno, come se tutte le preoccupazioni che lo solitamente lo tormentano lo avessero momentaneamente abbandonato.

IO L'HO SEMPRE CHIAMATO PAPÀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora