'Tasha's pov
Se qualcuno si chiedesse come fa una tragedia a trasformarsi in un miracolo, allora sappia che mi sto ponendo la stessa domanda.
Nel mio caso, proprio nel momento in cui credevo di dover passare all'altro mondo, fu un grido di battaglia a ridestarmi, una voce che non credevo di poter udire ancora una volta e che, puntualmente, fu in grado di farmi ricredere.
Loki piombò in mezzo alla battaglia insieme alla squadra che aveva formato, mentre dalla sinistra del Capitano diversi portali iniziarono ad aprirsi permettendo a nuovi eroi di correrci in soccorso e far tirare a noi un sospiro di sollievo.
Thanos viene distratto dalla confusione generale, così ne approfitto per scappare e tornare da Stark, che non perde tempo e mi poggia un reattore al petto, attivandolo immediatamente con un semplice colpetto dell'indice e osservandomi mentre un'armatura bluastra ricopre in velocità il mio corpo.«Questa te la tieni addosso finché non abbiamo finito, intesi?» mi ammonisce, mentre la maschera mi copre il volto e la voce metallica di Jarvis inizia ad aggiornarmi sulle mie condizioni «Ho apportato delle modifiche, e c'è un sistema che ti medicherà le ferite più importanti per evitare che si infettino o peggiorino. L'ho fatta apposta per te, ma non è un'infermeria portatile, sia chiaro»
«Va fin troppo bene» rispondo, tornando a voltarmi verso il titano pazzo per fare una veloce analisi della situazione ma restando senza fiato nel vedere chi mi sta correndo incontro.
«Tu sei...»
«Sorellona!» grida James, gettandomi le braccia attorno al collo e stringendomi con forza, mentre lacrime calde iniziando a bagnarmi le guance e un sorriso si forma sul volto di entrambi.
«Sei vivo! Come... Pensavo che-»
«Eh, lo sai, il compito di ogni fratello minore è dare il tormento alla propria sorella per il resto delle sua esistenza» scherza lui, sciogliendo l'abbraccio e dando un veloce pugno sulla spalla «E poi lo sai, sono duro da uccidere. Pure se farmi fuori era nei piani di Diana»
«Sei pazzesco»
«Ho imparato dalla migliore»
«'Tasha! Signor Stark!» ci chiama qualcun altro, portando mio fratello a zittirsi e procurandomi un brivido alla schiena che non provavo da tempo.
Peter atterra accanto a noi, correndo prima a salutare Tony e poi me, sempre col suo solito sorriso in volto e quella luce nello sguardo che riesce a non farti perdere la speranza. Lo ascoltiamo raccontarci brevemente cos'è successo, dallo schiocco di Thanos a quando Strange ha aperto i portali, ma se io riesco a contenere l'emozione e non far trasparire quanta gioia provi nel rivederlo per Stark non è lo stesso, non permettendogli neppure di finire il racconto e abbracciandolo con fare protettivo, come se avesse bisogno di sentirlo accanto a lui.«Andiamo, James» sussurro, voltando lo sguardo altrove e lasciando i due da soli, trovando la forza di andar via ma non quella di salutare il bimbo ragno «Hanno bisogno di noi in battaglia»
Senza permettere a mio fratello di dire altro corro in cerca di Clint, sapendo che era stato lui l'ultimo ad avere il guanto, guardandomi attorno per controllare che vi siano tutti e notando che Steve riesce a brandire il Mjolinir, nonostante la cosa non sorprenda né me né James. Questo è l'ultimo capitolo delle "storie della buonanotte" di nostro padre, e per quanto ciò che accadrà dopo questa battaglia ci terrorizza, deve ancora accadere qualcosa in grado di lasciarmi senza parole. Almeno questo era quello che credevo, fino a quando, con Captain America intento a combattere davanti a me, non sento la voce di mio padre chiamarmi alle mie spalle. Chiamarmi in quel modo che solo lui conosceva.
«Hey, piccola fenicottera!» mi chiama, abbracciandomi da dietro senza darmi neanche il tempo di voltarmi
«P-papà?» balbetto, scontrandomi contro il suo petto e affondando il capo in quel costume che non pensavo di poter rivedere. Nonostante l'armatura sento il suo profumo, il suo calore, i suoi gesti paterni. «Sei... Sei tu! Sei davvero tu!»
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IO L'HO SEMPRE CHIAMATO PAPÀ
Fiksi PenggemarProbabilmente non è ancora stata inventata la giusta parola per descrivermi. C'è stato un tempo in cui ero allegra, spensierata, innocente (ma non troppo)... Ma per lo appunto, lo ERO. Poi incontrai Tony Stark, sebbene mio padre mi avesse sempre det...