XXXII) Loki sa troppe cose, ma non tutto

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'Tasha's pov
Arrivo fino alla sala del trono di corsa, rallentando il passo solo quando riesco a vedere Loki in piedi ad aspettarmi e facendogli istintivamente un sorriso, anche se lui non ricambia.

«Sei in ritardo» mi rimprovera, togliendosi l'elmo e passandosi una mano tra i capelli, come per spettinarli «A me serve tempo per prepararmi, non è che posso sempre aspettare i tuoi comodi, signorina»

«Scusa, ma mi ci è voluto del tempo per decifrare il tuo nome!»

«Prego?» mi chiede, mentre io prendo il disegno che tenevo nascosto e glielo passo

A questo mio gesto lui poggia a terra l'elmo, lentamente e con molta cura, anche se tiene lo sguardo fisso sul foglio e pare studiarlo attentamente; come se riuscisse a vedere oltre quei semplici tratti, oltre la carta e il colore che la riempie.

«Sì, è da me che dovevi venire» conclude, riconsegnandomi il foglio e arricciando le labbra «Però servirà del tempo per spiegare tutto con calma e, sinceramente, sei pure in anticipo.  O sei in ritardo o in anticipo, perché non riesci ad arrivare in orario? Si può sapere cos'hai contro la puntualità?»

«Non l'ho mai amata. Tendo a seguire i miei tempi, tutto qua. Però... Non è che puoi farmi il riassunto della storia? Così riusciamo a porre fine a questa questione e anche a sbrigare quella faccenda su cui abbiamo discusso la scorsa volta»

«Ah, cara mia,» sussurra divertito, non riuscendo a nascondere un sorriso «"porre fine alla questione", seh, certo. Natasha, hai perso molti più ricordi di quanto credi. Anni e anni di esperienze, di amori e di vita sono stati messi in un cassettino dentro la tua mente e chiusi a chiave, nella speranza che tu non possa accedervi»

Mentre parla di avvicina lentamente a me, assottigliando lo sguardo e posandolo attentamente su ogni dettaglio del mio volto, mentre la sua voce diventa sempre più avvolgente e persuasiva, come una dolce canzone in grado di farti battere il cuore e annodare.
Cerco di restare ferma nelle mia posizione e non farmi intimidire, tenendo la testa alta e gli occhi fissi nei suoi, anche se le iridi verdi e ammalianti paiono ipnotizzarmi e spingermi verso di lui.

«Io potrei mostrarti il passato» sussurra, posando sue dita sotto il mento e facendo si che solo pochi centimetri d'aria separino le nostre labbra «Potrei accedere ai tuoi ricordi con un solo tocco, farti riavere ciò che hai perduto. Dopo il nostro patto, dopo questa notte, saremo soci, no? Chiedi e ti sarà dato»

Trattengo istintivamente un respiro, sentendo il battito accelerare ad ogni secondo che passa e la curiosità spingermi ad accettare.

"Ci conoscemmo tempo indietro ma ancora non posso dirti il motivo" ha detto prima Thor "o il trauma potrebbe essere tanto forte da non permetterti di riprenderti e continuare la missione"  

«Non sarebbe sbagliato?» chiedo, mentre la sua mano si sposta sulla mia guancia 

«"Sbagliato"? Perché, quello che abbiamo concordato di fare non lo è?»

Accompagna le sue parole con un sorriso divertito, anche se in esso riesco a vederci tutta la sua curiosità nel scoprire ciò che nascondo, i segreti di cui neppure lui è a conoscenza e che brama di sapere. 
Thor non vuole rivelarmi la verità per proteggermi, per aiutarmi; mentre Loki lo farebbe solo per una soddisfazione personale.

Torno a guardarlo dritto negli occhi, assottigliando lo sguardo e ricambiando quel sorriso divertito, mentre un nuovo ricordo mi abbaglia improvvisamente.

Mi vedo distesa nel letto di una cella, con le mani in catene e vari lividi a ricoprirmi il corpo, anche se mi so che mi sentivo incredibilmente forte, più di quanto lo fossi mai stata.
Un uomo era in piedi affianco a me, con i capelli biondi che gli circondavano il volto e un mantello rosso a seguire i suoi passi. I suoi abiti e i modi di fare mi fammi capire che si tratta di Thor, ma all'epoca non aveva idea di chi fosse. 

IO L'HO SEMPRE CHIAMATO PAPÀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora