Ammetto che non so da dove partire per scrivere queste ultime righe.
Natasha Rogers si è rivelata più di un semplice personaggio o una semplice storia, ed è diventata parte di me fin da subito. Partita come una semplice idea, man mano che scrivevo sembrava che fosse lei stessa a dettarmi le parole, mostrandomi per filo e per segno come dovessero andare i fatti e assicurandosi che tutti avessero il proprio lieto fine, ad eccezione di lei, però.
Anche se magari non sembra, l'epilogo è uno dei capitoli più importanti di questo libro, perché mostra come anche lei, nonostante la sua forza, la sua esperienza e la sua determinazione, si trovi persa e in difficoltà proprio quando non ha più nessuno da combattere, quando "ha vinto".'Tasha è perfettamente consapevole di essere un personaggio fittizio, ed è questo a renderla ancora più reale, perciò la fine del libro la spaventa e confonde, per il timore di sparire o diventare semplicemente un ricordo invisibile. Questo finché non arriva Bucky, un'anima altrettanto smarrita e confusa che le propone di cercare una nuova via insieme. Niente lieto fine romantico, niente gloria eterna o feste a volontà, ma un semplice "inizio" in una vita nuova e "normale" per entrambi.
Magari non era il finale che vi aspettavate, ma era mio dovere mostrare anche questo lato di 'Tasha, un lato molto più umano e, forse, comune a molti.
Se non a tutti, di sicuro a me, che ho passato moltissimo tempo a rivedere dentro quella figlia di Steve e Peggy delle mie caratteristiche, tratti che ignoravo e che non sarebbero venuti alla luce tanto facilmente se non avessi mai scritto di lei.Se questa storia è arrivata fino a questo punto, però, non posso che ringraziare voi.
Voi, che avete aspettato e portato pazienza per i miei lunghissimi ritardi e indecisioni.
Voi, che mi avete supportato (e sopportato) fino all'ultimo capitolo.
Ma soprattutto voi che avete tenuto a 'Tasha tanto da seguirla fin qui, nonostante l'assurdità e la complessità della sua storia.E a voi io non posso che dire grazie.
Grazie, dal profondo del cuore.
-Diana Rogers
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IO L'HO SEMPRE CHIAMATO PAPÀ
Fiksi PenggemarProbabilmente non è ancora stata inventata la giusta parola per descrivermi. C'è stato un tempo in cui ero allegra, spensierata, innocente (ma non troppo)... Ma per lo appunto, lo ERO. Poi incontrai Tony Stark, sebbene mio padre mi avesse sempre det...