IO L'HO SEMPRE CHIAMATO PAPÀ

XXI) Thor: passato e amore

'Tasha's pov
Lancio un ultimo sguardo all'armatura alle mie spalle, sistemandomi il colletto della camicia e spostando il peso da un piede all'altro, non proprio sicura di voler entrare.
Sono davanti alla casa di questa Jane Foster, pronta a incontrarla così da poter parlare con Thor, ma ora che mi trovo qui non so per niente cosa dire. Forse presentarsi davanti casa sua con l'armatura, come se nulla fosse, e chiedere informazioni sul suo ragazzo non è esattamente un buon piano, ma ormai è troppo tardi per le pensare a qualcos'altro.

Scrollando le spalle per scacciare tutti questi dubbi mi decido a suonare il campanello, solo che appena allontano la mano e provo a fare un passo indietro qualcuno mi apre immediatamente la porta, cogliendomi di sorpresa.

«Hey» mi saluta una ragazza un po' strana, dai capelli scuri e con addosso una felpa grande il doppio di lei.

Dalle foto che mi ha passato Jarvis deduco sia Darcy, la stagista della donna che sto cercando

«S-salve... Scusi il disturbo, ma st-»

«Wo, sei venuta con quella?» chiede, indicando l'armatura alle mie spalle «Figo! Immagino sei qui per Jane, eh?»

«S-sì... Avrei bisogno del suo aiuto per rintracciare Thor»

«Mmh, roba da Avengers, ho capito. Vieni, il bel fusto è qui, non serve cercarlo per lo spazio»

«Ah. Beh, meglio»

Darcy mi fa cenno di seguirla all'interno dell'abitazione, così mi stringo nelle spalle e, facendo un respiro profondo, mi accingo a darle retta, ignorando però gli aneddoti che ha iniziato a raccontarmi e dando una veloce studiata alla casa, più per abitudine che per una vera necessità.
È un vizio che ho preso dai miei genitori quello di analizzare sempre tutto e tutti, così da essere pronta per una battaglia -fisica o verbale- in qualsiasi momento e impedendo allo stesso tempo di essere presa alla sprovvista.

«Senti,» mi risveglia dai miei pensieri la ragazza, con quel suo tono di voce che riesce a farmi sorridere «Non mi hai ancora detto il tuo nome. Io sono Darcy, molto piacere»

Prima che riesca a dire qualsiasi cosa una voce maschile risponde al posto mio, portando l'attenzione di entrambe verso la porta e cancellando immediatamente la conversione appena iniziata

«Natasha Carter» mormora il dio del Tuono, restando visibilmente sorpreso dalla mia visita ma cercando di essere comunque formale ed educato «Figlia dell'agente Margaret Carter. Mi fa piacere vedervi, ma cosa vi porta qui? Non eravate con Stark e la vostra parete Sharon a New York?»

«Salve, Thor figlio di Odino» rispondo, copiando istintivamente il suo modo di parlare «Sono qui appunto per voi, per chiedervi alcuni chiarimenti sul mio passato di cui forse siete a conoscenza»

Lui aggrotta le sopracciglia, ancora più confuso dalla mia motivazione, ma prima che riesca a dire qualcosa una ragazza ci raggiunge e lo affianca, distraendolo per un istante e tagliando il clima di tensione che si stava creando

«Salve» saluta cordialmente la ragazza, che deduco essere Jane

«Salve» rispondo, porgendole una mano e presentandomi «Natasha Carter, molto piacere. Perdonate il disturbo. Sono un'amica di Tony Stark; e avrei bisogno di Thor per una questione lavorativa.»

«Jane Foster» risponde a modo la dama, lanciando una rapida occhiata al dio «E, vi chiedo perdono, ma non ho potuto fare a meno di ascoltare le vostre parole di poco prima, quindi... Scusate se diffido di voi, ma non cercavate delle informazioni sul vostro passato?»

Istintivamente mi mordo il labbro inferiore, irrigidendo i muscoli e guardando dritto negli occhi la scienziata, memorizzando alcuni tratti del suo aspetto e sentendo un piccolo senso di sfida crescere in me, per poi ricordarmi che qui non ho nulla da temere. Non più, almeno.
Ho passato tutta la vita a cercare di proteggere dei segreti e nascondere più informazioni possibili che ormai è divenuta una consuetudine mentire -o meglio, raggirare le domande-, solo che dovrei smetterla di farlo anche con chi può aiutarmi o proteggermi.