CAPITOLO I Un passato che lascia il segno Parte terza

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Quale governante di Lilium, Aydan doveva compiere molti doveri, alcuni piacevoli altri alquanto noiosi. Lui senza dubbio prediligeva quelli che lo impegnavano ad accogliere i visitatori e a complimentarsi del lavoro dei suoi cittadini, piuttosto che controllare scartoffie colme di numeri e nomi. Il compito che lo tratteneva più a lungo degli altri era il doversi accertare che ogni cosa fosse pronta per dare inizio ai tornei, che sarebbero durati per i tre giorni successivi. Scortato dal Consiglio, dagli strateghi e dalle guardie della sua scorta privata, Aydan ispezionò i diversi campi da gioco che si trovavano a sud-ovest della città. Ai tornei potevano partecipare solo Prescelti poiché i giochi riguardavano il dominio sul fuoco in diverse prove e, come ogni tradizione di Lilium, erano ben conosciuti e rinomati in tutta Ignis. Una delle sfide più intriganti era Bersaglio Infuocato, solo i più esperti dominatori potevano ambire a parteciparvi. La prova si teneva su uno dei campi più grandi, oltre il quale terminavano i territori di Lilium, si trovava dietro un rialzo del terreno, da cui era possibile avvistare tutta l'area di gioco, perciò, quando arrivarono per l'ispezione, Aydan e la sua scorta furono ben visibili a chi la occupava. Quello era l'ultimo campo che restava da controllare e, come negli altri, vi erano molti gruppetti che si esercitavano prima dell'inizio del torneo, l'indomani.

"È la prova che ha meno numero di partecipanti, mio signore", diceva uno dei consiglieri osservando il campo sotto di loro.

"Non mi stupisce. È sempre stato così", rispose Aydan con leggerezza.

Sorrise tra sé, aveva avvistato Rubi mentre si sfidava in un amichevole assieme a Reina, Clara e David; poco più lontano notò due soldati marmorei, si confondevano con le sentinelle sparse per tutto il perimetro dei campi del torneo e confermavano l'esecuzione dell'ordine che aveva richiesto.

"Ma, mio signore, non potete continuare ad ignorare che i visitatori non sono tanti quanti ce ne aspettavamo", continuò l'uomo in bianco.

Aydan si voltò guardando i consiglieri, gli occhi smeraldini fieri passavano da un volto all'altro: "Se Ignis è cambiata è perché non ha certezze. I giovani dominatori che si interessano all'Antica Storia diminuiscono e così diminuisce la stabilità del nostro avvenire. Le tradizioni dei Prescelti stanno andando perdute, gli uomini smarriscono la fiducia in noi per pura ignoranza. Non sarà la nostra città a fomentare tutto questo. Lilium resterà fedele a ciò che è sempre stata, solo così si potrà respingere l'orda di maldicenze sul nostro conto."

I Consiglieri lo guardarono rapiti. Era un mistero per uomini come loro, vecchi trent'anni e più di Aydan, di come potessero coesistere ragazzo e uomo, frivolo e saggio, in una sola persona. Si inchinarono e sciolsero il gruppo. Il più vecchio rimase per ultimo; guardò Aydan con un mezzo sorriso, sembrava avere l'aria soddisfatta, poi si inchinò e si diresse verso la città. Il ragazzo tornò a guardare il campo da gioco davanti a sé, decine di frecce saettavano nell'aria accompagnate da guizzi scarlatti e scie aranciate. Aydan discese la piccola altura avvicinandosi ai vari gruppi, gli sfidanti gli riservavano inchini e saluti ossequiosi e lui rispondeva con calore e familiarità come se fosse stato un cittadino qualsiasi. Il gruppo dei suoi amici stava più avanti. Reina e Clara sghignazzavano come al solito, ma questa volta per attirare l'attenzione del "bello straniero" che aveva fatto conoscenza del gruppo e si era aggregato a loro. David, dal canto suo, le ignorava senza risultare villano e questo Rubi lo apprezzò.

"Ah, aspetta Clara, c'è il sole e i poveri occhi di Rubi lacrimeranno. Voglio batterla lealmente"

"Basta con le chiacchiere, fatti indietro Reina", le disse la ragazza corvina prendendo posto per tirare.

Afferrò una freccia dal barile lì a disposizione ed incoccò. Sbatté le palpebre come se potessero scacciare la luce del sole. Davanti a lei, a una trentina di metri stava il bersaglio, il legno dipinto di nero e verde era bruciacchiato e perforato più volte. D'un tratto la punta della sua freccia sfavillò, scoccò e mentre volava tagliando il vento, avvampò una fiamma dai riflessi color porpora e smeraldo. La freccia si conficcò proprio nel quadrante interno del bersaglio. Il gruppo applaudì.

Cronache dei Figli del Cielo - Il Giglio di CenereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora