"Miei signori", Seth fece un inchino. "È un onore essere al vostro cospetto. Finalmente insieme."
Mira stava per vomitare. Avrebbe voluto scagliarsi contro di lui, avere la sua pelle tra le sue mani ustionanti, eppure non riusciva a muoversi. Dopo un primo momento di perdizione, si fece forza, tornò in piedi e strinse i pugni crepitanti.
"TU!", la sua voce tremava e quello che doveva essere un grido fu un bisbiglio. "Come osi...come hai osato?"
"Ho dovuto, senza di me saresti rimasta nell'oblio, Mira. Ti ho fatto un favore", la sua voce era disgustosa. Dolce e distante.
Come poteva dire certe cose?
"Chi sei?", le parole di Aydan tuonarono sopra le loro.
Gli occhi grigi di Seth si spostarono sul suo volto.
"Sono un umile servitore della Signora che domina ogni cosa e detiene il beneficio delle nostre speranze."
"Questa sarebbe una spiegazione?", chiese Aydan, i pugni stretti.
"Il Custode dell'essenza lunare l'attende. Datemi la chiave per trovarlo."
"Di che stai parlando?"
"La statua. Le incisioni."
Aydan e Mira ammutolirono, smarriti.
Seth se ne compiacque. "Lei sa ogni cosa, ha atteso questo giorno perché le consegnaste ciò che solo voi due insieme potevate scoprire."
Le iridi verdi saettarono: "Sei un folle se pensi che ti daremo ciò che non ti appartiene."
Le labbra di Seth si spalancarono in un ghigno: "La Quarta Custode vi manda i suoi ossequi."
Alle sue spalle apparve un vortice nero e oscuro, un ciclone di scatti e versi rauchi. Gli altri non capirono subito, ma poi i loro occhi si abituarono a quei movimenti nervosi e riuscirono a scorgere corpi e volti. Erano creature di diverse specie e forme: alcune assomigliavano agli spiriti che abitavano la Foresta delle Ombre, ma avevano braccia e mani molto più grandi; altre erano piccole e piegate su sé stesse, simili a orsi deformi; ed altre ancora avevano fattezze di uomini e donne, ma con ali e artigli da rapaci al posto dei piedi.
Quella massa si scagliò contro il piccolo gruppo come uno stormo di pipistrelli impazziti. Mira cadde di nuovo a terra, percossa in pieno viso da qualcosa di duro e freddo; per un attimo il dolore le strinse la gola e le viscere. Riprese il controllo sul proprio respiro e si alzò, ma un secondo colpo alla nuca la fece stramazzare al suolo. Nella sua testa udiva la voce e i rantolii dello Spirito, ma non riusciva a capire se le stesse parlando o altro; tutto attorno a lei era confuso e coperto da quelle creature.
Orribili versi acuti e rauchi e risate sguaiate le volavano addosso con graffi e frustate. Qualcosa le scivolò dalla testa fino alla guancia e l'odore metallico del sangue le impregnò i polmoni. Si rannicchiò al suono, le braccia sopra la testa e le orecchie, ma era tutto inutile: quegli artigli colpivano, squarciavano e le fastidiose voci si accumulavano strozzandole i pensieri. Forse era andata troppo oltre. Era stata avventata nel credere di poter imparare ad essere più forte, ad avere fiducia in sé.
Mira.
La ragazza si guardò le mani, sporche di fuliggine e ferite. Ciò che farai ora non riguarderà più solo te. Aveva lottato tanto per poi spegnersi tra la cenere... Tutti i Prescelti attendono: davvero hanno riposto la loro fede in una semplice e sciocca ragazzina?
Aveva detto che ci avrebbe provato, lo aveva promesso. Ora non poteva tornare indietro. Le sue dita tremavano attraversate da un'energia fremente, il sangue nelle sue vene era pronto, doveva solo volerlo.
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Cronache dei Figli del Cielo - Il Giglio di Cenere
FantasiLibro I. Mira vorrebbe essere una ragazza qualunque, ma il suo stesso sangue glielo impedisce. In lei crepita un Fuoco appartenuto ad antiche divinità, o almeno così dicono le Leggende. Ciò che desidera è vivere lontana da un mondo che la ripudia, m...