Quando nell'antichità Cielo e Terra furono divisi, venne a crearsi un punto d'equilibrio, un nuovo baricentro nella spaccatura tra i due mondi. L'orizzonte. Un luogo avvolto da nubi argentate attraversate da luce e ombra, tra acqua e fuoco, aria e terra, invisibile ad occhi non spenti dalla morte. Regna il silenzio assistito da una calma sconosciuta ai terrestri; solo a volte si odono deboli voci varcare per la cupola vaporosa, come un'eco lontano, provenienti da chissà quale realtà.
Quando gli occhi di Mira si chiusero, il buio entrò in lei. Un buio potente e allo stesso tempo dolce. Il suo corpo, da debole che era, riacquistò vigore per poi divenire sottile e leggero, simile ad un petalo di fiore nel vento. In un preciso istante - diverso per ogni anima - la luce squarciò le tenebre che l'avvolgevano e la cullò dolcemente, adagiandola nel nulla. Aprì gli occhi. Sdraiata su chissà quale terreno si guardò intorno, ma non vi era nulla che riconosceva o di descrivibile, solo una sorta di vapore luminescente.
"Oh, eccoti qui", disse una vocina docile.
Mira girò la testa: c'era una bambina lì in piedi, all'inizio fu difficile vederne i lineamenti: la sua pelle era talmente chiara che sembrava emanare luce; i capelli biondi intrecciati le scendevano lunghi sul petto e le sue vesti erano di un colore mai visto.
"Ti aspettavo", continuò quella sorridente.
"Chi sei?", Mira si stupì del modo in cui la voce le uscì dalle labbra.
"Tu mi conosci."
La ragazza aggrottò le sopracciglia, tentò di scavare nella memoria, poi gli occhi vennero illuminati da un brutto ricordo.
"La piccola Prescelta che vidi morire quel giorno... Ma allora stai bene."
"Sì, sono io, Mira", la bimba aveva un'espressione dura, ma dolce.
"Come sai il mio nome?"
"Oh, ti osservo da molto oramai e attendevo questo giorno da tempo. A dir la verità tutti lo attendevamo."
Mira corrugò la fronte: "Non comprendo."
"Alzati", la incitò, incamminandosi in avanti.
"Non posso. Sono stata ferita e il mio corpo..."
"Ma come? Non l'hai ancora capito?", si voltò a guardarla. "Le tue ferite sono stata cucite, puoi camminare senza dolore", spiegò la bimba, porgendole una mano.
Allora Mira fece per alzarsi e subito si ritrovò in piedi, senza spasimo e fatica.
"Seguimi, bisogna andare."
"Il mio corpo è insolitamente leggero."
"In questo luogo si è sciolti dalla Terra e dai suoi limiti."
Mira si guardava attorno, ma il nulla la circondava e stupita si chiedeva come la sua piccola guida potesse capire la direzione giusta da prendere.
"Dove siamo?"
"Nel luogo del ritorno. È qui che transitano coloro ai quali si scioglie il legame con la Terra, raggiungendo così le sponde del Cielo. Ma ci si può rimanere imprigionati se non ci si sbriga."
Mira aggrottò la fronte. "Non capisco. Se sono qui devo essere...", un nodo le chiuse la gola.
La bimba si voltò, penetrandola con le sue iridi severe, poi riprese a camminare. "Sì, Mira. Sei morta."
Un bagliore di orrore trapassò gli occhi marroni della ragazza. Le sembrò di precipitare da un'altezza infinita senza mai schiantarsi al suolo. Il sangue nelle sue vene era immobile e freddo. Nessun battito, nessun brivido. Tentò di respirare, ma si era dimenticata di come si facesse, i suoi polmoni erano pieni del nulla e la bocca fremeva nel mordere un profumo, un odore, ma invano. Non provava più niente. Nemmeno dolore. L'angoscia l'avrebbe placcata in una stretta, ma era immune anche ad essa. Riuscì a riflettere solo su ciò che la spingeva ad avanzare in quel vortice nebuloso. Morta. La sua vita era finita. Le era stata strappata via senza che se ne accorgesse. Com'era accaduto? Si guardò il corpo: non vi era nulla che potesse spiegare una morte tanto prematura. Eppure ricordava qualcosa... una ferita. Si guardò le mani: entrambi i polsi erano lisci e nudi. Mira rimase a guardare con scrupolosità quello destro, toccandosi più volte la pelle intatta. Non ricordava di aver mai avuto polsi così vellutati. Continuava ad avanzare in quel nulla avvolgente e si affidò al suo calore. Fu quello il momento in cui dimenticò ogni cosa. Da dove veniva, a chi apparteneva, sentiva solo un gran senso di quiete. Dimenticò di essere una ragazza, di essere giovane, del crepitio nel proprio sangue. Dimenticò il suo nome.

STAI LEGGENDO
Cronache dei Figli del Cielo - Il Giglio di Cenere
FantasyLibro I. Mira vorrebbe essere una ragazza qualunque, ma il suo stesso sangue glielo impedisce. In lei crepita un Fuoco appartenuto ad antiche divinità, o almeno così dicono le Leggende. Ciò che desidera è vivere lontana da un mondo che la ripudia, m...