CAPITOLO I Un passato che lascia il segno Parte quarta

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Era quasi il tramonto, il cielo stava iniziando ad infiammarsi e il sole si scuriva sempre di più in un rosso caldo e piacevole alla vista. A quell'ora la città si colorava di violetto e arancione. Le colonne bianche della biblioteca riflettevano la luce del sole morente facendola splendere come una fiaccola in mezzo alle case. 

Quello fu un giorno intenso per tutti ed ora non si aspettava altro che il calar della notte per riuscire a vedere la prima luna piena di primavera. La folla alle porte della città era diminuita ed ora la maggior parte dei visitatori era concentrata nella grande piazza, dove alcuni dominatori vestiti di cremisi creavano disegni col fuoco. Aydan era accerchiato dalla sua solita scorta, ma questa volta affiancato da Rubi: le aveva espresso il vivo desiderio di vedere la cerimonia con lei. David era stato cortesemente invitato e lui, ingenuamente, aveva accettato.

"Tra poco inizierà la Danza della Fenice", spiegava Rubi quasi gridando per sovrastare la folla e la musica.

"Ne ho solo sentito il nome", rispose David con lo stesso tono.

"È una danza che celebra il ciclo della vita e della morte. Così noi salutiamo l'inverno e diamo il bentornato alla primavera."

"Ho visto solo poche persone farla."

"Liliumiani senza dubbio!", aggiunse Aydan, anche lui a voce molto alta.

"È una danza descritta in uno di quei libroni, nata proprio qui. Si fa solo all'alba e al tramonto: momenti in cui la vita e la morte coincidono."

Aydan sfiorò con tenerezza la mano di Rubi, mentre lei continuava a spiegare i movimenti dei dominatori. Ma David aveva smesso di ascoltarla, guardava altrove, oltre il cumulo di teste, verso la città. I dominatori intrecciarono le mani con un movimento preciso e armonioso, andando a creare tanti gigli fatti di fuoco. A quella vista Rubi rivolse ad Aydan uno sguardo pieno di dolcezza, ma subito si trasformò nel vedere che gli occhi smeraldini erano rivolti alle porte della città, attraversati da un timore inaspettato. Ben presto, le teste di molti altri presero a voltarsi, i dominatori smisero di creare lingue di fuoco, la musica cessò e al suo posto un mormorio di voci prese vita. Untremore scosse il terreno e nell'aria si propagò un rombo, dapprima quasiimpercettibile, poi divenne assordante. Qualcosa si stava avvicinando a granvelocità, li avrebbe presto travolti. Tutto accadde troppo velocemente per accorgersene, così come la scintilla diventa fiamma senza che gli occhi possano realizzarne il processo. Aydan afferrò il braccio di Rubi, ma non poteva allontanarsi: era al centro della piazza e la folla tutt'attorno prese a comprimersi l'uno contro l'altro. Il tremore del terreno sfociò in  rumore di zoccoli e tintinnio di armature, un'orda nera inghiottì l'intera piazza, come avvoltoi su di una carcassa. Cavalieri neri apparvero da ogni direzione, lance puntate e scudi pronti. La folla si strinse nel cerchio, impaurita. La piazza, le strade e le mura, la città tutto era stato inghiottito da quella lava nera di soldati. Rubi si aggrappò alle spalle di Aydan, tremante. Anche lui tremava. Uno dei cavalieri venne avanti, si tolse l'elmo: la barba folta e rossiccia spiccava sulla sua armatura nera come la pece. Guardò davanti a sé con occhi vigili e terrificanti.

"Città di Lilium", la sua voce tagliò l'aria, "il mio nome è Hub e sono il Comandante del corpo dei Cacciatori di Ignis, nominato dal re Verya il terzo. E per suo ordine, questa città, gli abitanti e i suoi beni sono sotto il mio comando da questo momento fino a quando dovrà essere."

La folla mormorò fra sé. Molti erano a conoscenza della loro fama, ma anche chi non sapeva chi fossero i Cacciatori capì che il loro arrivo non era buon segno.

"Tutti coloro che provengono da altre città, vadano verso le porte di Lilium; lì ci saranno i miei uomini ad occuparsi di voi", la voce di quell'uomo, Hub, raggelò il sangue di tutti i presenti, la sua non era una richiesta. "Sono venuto per contare quanti dominatori vi sono per i registri reali, è solo una pratica. Sarebbe saggio non opporre resistenza. Se così sarà, non vi capiterà nulla di male e potrete tornare alla vostra festa il prima possibile. Ho bisogno del capo di Lilium, un certo Malin."

Cronache dei Figli del Cielo - Il Giglio di CenereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora