Tutto cominciò all'improvviso, come ogni sogno. Mira riconobbe all'istante il luogo desolato e buio in cui si ritrovò. Le macerie attorno a lei erano immobili, terrificanti e attorno aleggiava una coltre di nebbia densa e grigia. Nessun segno della figura incappucciata di blu. Mira avanzò tra i detriti, la terra scricchiolava sotto i suoi piedi. Sembrava tutto così vero e concreto che se non fosse stata certa di trovarsi in una visione, l'avrebbe scambiata per la realtà.
Camminava senza una meta precisa, niente di ciò che la circondava mutava e il tempo non esisteva. Inciampò in qualcosa di appuntito e spigoloso e cadde a terra con un gemito di dolore. Si guardò la mano: un lungo taglio le segnava il palmo sinistro.
"Ci rincontriamo", una voce profonda e calda le avvolse le spalle.
Mira si tirò in piedi e vide davanti a sé l'Incappucciato, la stoffa blu del mantello riluceva nella nebbia.
"È così", gli disse raddrizzandosi e aprendo il petto.
Lui la fissò, ma i dettagli del suo volto gli erano ancora sbiaditi e poco visibili.
"Credevo non desiderassi un altro incontro in una visione."
"Infatti è così. Voglio incontrarti", Mira fece un passo verso di lui e alzò un braccio. "Uniamo le nostre essenze, sarà più semplice."
"No", la fermò secco l'Incappucciato.
La ragazza s'irrigidì: "Perché? Non era quello che volevi?"
"Prima di venire a sapere certe cose. L'hai vista anche tu: la luna rossa. Queste visioni non sono più sicure, qualcun altro potrebbe impadronirsi delle nostre essenze. Le uniremo soltanto quando ci troveremo l'uno di fronte all'altra."
Mira aggrottò le sopracciglia, ma non replicò. Qualcosa di potente la spingeva a fidarsi di lui.
"Questa è Lilium", gli disse adocchiandosi intorno.
L'uomo alzò il capo con estrema lentezza e la guardò: "Sì."
Un luccichio smeraldino la sorprese. "La raggiungerò e sarà qui che ci incontreremo."
Malgrado nessuno dei due avesse fatto un passo, si ritrovarono così vicini da percepire l'una il respiro dell'altro.
"Attenderò con impazienza quel momento", esalò l'Incappucciato.
Da quella vicinanza, Mira constatò dovesse essere alto un metro e novanta, forse anche di più. Era strano: quella presenza l'aveva inquietata molto nelle scorse notti, invece ora la rassicurava.
"Cos'è quest'odore?", domandò lui cambiando completamente tono.
"Quale odore?", la ragazza s'irrigidì.
L'Incappucciato annusava l'aria con angoscia: "Sangue."
Il cuore di Mira cominciò a martellarle sulle costole con violenza. Sollevò la mano sinistra e dove prima c'era solo un taglio ora sgorgava liquido viscoso incandescente, troppo per una piccola lesione come quella.
"Sei ferita?!", l'Incappucciato era agitato, le venne vicino e d'istinto le afferrò la mano insanguinata.
Fu quello l'istante in cui occhi castani e verdi si specchiarono gli uni negli altri. Immagini sfocate riempirono la mente di entrambi: una taverna, affollata e rumorosa.
"Tranquilla, finché abbiamo del legno rosso da scambiare..."
"Sì, ma non so come fai a rimanere così calmo. A me hanno buttato fuori più di una volta."
"È successo anche a me."
Quella voce... Mira la conosceva troppo bene e con orrore la riconobbe all'istante.
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Cronache dei Figli del Cielo - Il Giglio di Cenere
FantasyLibro I. Mira vorrebbe essere una ragazza qualunque, ma il suo stesso sangue glielo impedisce. In lei crepita un Fuoco appartenuto ad antiche divinità, o almeno così dicono le Leggende. Ciò che desidera è vivere lontana da un mondo che la ripudia, m...