CAPITOLO XXV Legati nello Spirito

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Non appena l'equilibrio del Mondo permise al Sole e alla Terra di incontrarsi, un lampo arancione invase un angolo di cielo e fu giorno. La Foresta delle Ombre venne svegliata pian piano dal sibilo del vento mattutino e dalle carezze della timida luce alle fronde dormienti. Il cielo era limpido, l'aria fredda e frizzante. Il terreno era mezzo congelato ed uno strato di brina ricopriva l'erba e i cespugli. I cornacei fischiettavano allegri, malgrado il freddo. Mira si era svegliata piena di energie. Per la prima volta dopo giorni, la ferita non le faceva più male e questo la rincuorò: odiava doversi mettere quell'impasto fangoso e umido sul petto. Gettò uno sguardo al giaciglio di Seth. Era vuoto. Subito uno strano umore le afferrò le viscere. Erano tutti svegli all'accampamento e ognuno si dava un gran da fare a radunare il necessario per il lungo viaggio che li attendeva. Nessuno si era fatto indietro, tutti e ventitré sarebbero partiti, guidati da Seth. Chi era andato a cacciare, chi radunava le proprie cose e chi preparava grandi saccocce per le provviste. Insomma nessuno se ne stata con le mani in mano. Quasi nessuno...

"Passami quelle funi, Fionn... oh, buongiorno! Strano per te alzarti così presto, Clelia", Mira sollevò il viso sporco di cenere, le sorrise.

"Mi sveglierei comunque, dato il baccano che fate! Vado a prendere dell'acqua", la ragazzina si avvolse nel mantello di pecora e si allontanò con due secchi vuoti con aria di sufficienza.

"Kail va con lei, per favore. Altrimenti moriremo tutti di sete."

Il Prescelto ridacchiò e seguì Clelia tra gli alberi.

Quando il sole fu alto, avevano già radunato una decina di bisacce con selvaggina fresca ed erbe. Mira e Jita stavano organizzando il modo in cui distribuirle, quando un passo familiare fece rizzare le orecchie dei presenti.

"Seth!", esclamò Silla saltando giù da un albero.

Subito il giovane comparve nel cerchio di alberi, ma aveva un aspetto diverso dal solito.

"Ah, buongiorno", Mira gli rivolse una mezza occhiata. "Dov'eri finito?"

"Mira, ho visto...", Seth parlava con un insolito tremolio nella voce.

La Prescelta scattò verso di lui: "Che ti succede? Sei pallido."

"Stavo raccogliendo un po' di stelle salate sulla collinetta e ho visto un gruppo di Cacciatori sul confine orientale", un gemito generale coinvolse i presenti. "Mi sono precipitato qui, ma prima di raggiungervi ho visto Clelia e Kail litigare furiosamente. Non ho fatto in tempo ad avvicinarmi che lei è salita a cavallo ed è partita al galoppo con Kail al seguito. Andavano verso est!"

Mira prese arco e frecce, il pugnale alla cintura. "Restate qui, fuoco pronto", sistemò la sella sul dorso di Moore.

"Vengo con te", Seth afferrò nuovamente le briglie del suo pezzato.

"È meglio se tu rimani."

"Loro non corrono pericolo, i Cacciatori sono lontani da qui. È più importante raggiungere quei due e fermarli."

Mira si voltò verso il gruppo di Prescelti, ognuno di loro li guardava con occhi tremanti e il fiato mozzo.

"Non abbiate paura, non permetterò che si avvicinino. Phebo", il Prescelto dai capelli rossi la guardò con attenzione, "te li affido."

I due si scambiarono un'occhiata intensa, che mai prima di quel momento c'era stata.

Il ragazzino era nervoso, sarebbe voluto andare con loro, ma assentì: "Sì, Mira. State attenti."

Lei annuì appena e balzò in groppa a Moore, si voltò gettando l'ennesimo sguardo a Phebo, Malvin, Tya e Jare. Tutti e quattro la fissavano frementi e pallidi e in quel momento Mira capì che ciò che la legava a loro non era un desiderio di giustizia o solidarietà, ma un sincero e profondo affetto fraterno. Era decisa a difenderlo.

Cronache dei Figli del Cielo - Il Giglio di CenereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora