39-È tutto perso

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Attorno è tutto offuscato,sento le voci della gente arrivare ovattata alle mie orecchie. Il cuore mi martella nel petto mentre il sangue prende fuoco nelle vene.
Queste scale sembrano non finire più,vedo sfocato dato le lacrime amare su tutto il viso,guardo tutte le persone ballare,essere felici,e poi ci sono io,incastrata nei rimorsi di una stupida diciassettenne che si è fidata di una persona che conosceva a malapena da quattro mesi.
"Adam,ti prego riaccompagnami a casa" Singhiozzo,sono paonazza.
"Mia che è successo?"
"Non ne---Non ne voglio parlare" "Fa come ti dico,ti prego" Dico ormai distrutta dal dolore
"D'accordo,andiamo"
Lo seguo fino alla sua auto,mi metto distesa sui sedili posteriori,la testa sta per scoppiarmi e del mio cuore ne sono rimasti solo i frammenti.
Il nostro legame sembrava qualcosa di magico,che mai niente e nessuno sarebbe riuscito a spezzare.
La strada scorre veloce ai miei occhi,gli alberi sono fermi,immobili,lì, aspettando che sorga il sole,la luna illumina la città silenziosa,ricoperta dalla lacrime del mio pianto.
"Mia siamo arrivati"
Scendo dall'auto senza dire nulla,Adam cerca di parlarmi,di capire cos'ho,ma non parlo,resta il silenzio,il vuoto del mio cuore e l'affluire del mio sangue.
Apro la porta di casa,corro veloce in camera,tutto mi ricorda di lui,ogni singolo spazio di tranquillità è occupato dall'immagine di lui con qualcun'altra. È tutto perso:tutto spento.
Mi rigiro dentro al letto,questa notte è una prigione.
Mi addormento culatta dai ricordi di noi che ci amiamo,o meglio;che ci amavamo.
Un ronzio,non sento altro che un ronzio costante,mi scoppia la testa,fa caldo,caldissmo,apro gli occhi,il telefono squilla senza mai smettere,lo schermo è pieno di notifiche,messaggi e chiamate di lui.
Sento un peso opprimente sulle spalle e sul cuore e il resto dell'alcol di ieri sera mi scorre ancora nelle vene.
Vado in bagno,mi appoggio al lavandino,passo le mani sotto l'acqua fredda per poi usarle per bagnare la mia faccia accaldata.Non funziona.
Sono pronta ad affrontare un nuovo giorno di scuola?
Devo farlo,devo rilassarmi,devo parlare con lui per togliere il peso che sento. Lui era il fuoco che scioglieva anche i dubbi più grandi,ora che di noi ne restano solo i cocci,una parte di me è svanita,quella notte,fra quelle quattro mura.
Mi preparo:non mi trucco,non voglio coprire le occhiaie,voglio che tutti vedano il dolore che qualcuno è capace di infondere.
Esco di casa,mi rifugio nell'unico posto sicuro:la musica.
Cammino e senza accorgermene sono già dentro la scuola,cammino piano,con un dolore lancinante al petto e quella sensazione di vuoto.
Un tocco sulle spalle,il suo tocco,quello che riconoscerei tra mille. Quel tocco che fino a poche ore fa mi faceva sentire protetta:amata. E ora che di quel tocco non ne sarebbe stato più nulla,le gambe cedevano e il cuore si fermava.Tutto oramai aveva perso il proprio senso.

INNAMORATA DI UN CATTIVO RAGAZZODove le storie prendono vita. Scoprilo ora