Capitolo 8
Avevano fatto bene a riempire la valigia di abiti più pesanti, perché quella notte ad Amsterdam faceva davvero freddo.
Era il terzo giorno della settimana che passavano lì, si erano davvero rilassati e questo era certo, ma quando hai poco da fare, perdi anche molto tempo a ragionare.
Si trovava seduta sulla sedia del balconcino, Niccolò dormiva ormai da ore e lei teneva fisso lo sguardo rivolto verso il cielo.
Si chiedeva se la scelta che avevano fatto fosse stata dettata davvero dal cuore, dal desiderio di avere un altra creatura nei loro giorno.
Com'è che si dice? Si ama ciò che non si ha. Oppure ciò che non possiamo avere sarà sempre tutto ciò che in realtà desideriamo.
E se questo ragionamento valesse?
Sapeva che Niccolò era sicuro al cento per cento, vedeva brillare nei suoi occhi quel luccichio di speranza ogni volta che entravano in argomento.
Ma lei?
Lei era pronta ad una gravidanza che sicuramente non sarebbe stata per nulla facile?
Sarebbe stata pronta ad un eventuale perdita?
Si sentiva come ai suoi sedici anni, quando le sue amiche della vecchia scuola raccontavano delle loro prime volte insieme ai fidanzati, oppure semplici ragazzi trovati nei locali.
Sara era sempre la ragazza che tutti volevano solo per l'aspetto fisico, ma che non si concedeva a nessuno.
Sentiva la pressa della fretta, pensava che se anche lei non avesse fatto quel passo importante sarebbe stata tagliata fuori da tutta la sua cerchia di amici.
Fortunatamente non lo fece lo stesso, perché stare con un ragazzo per una notte e basta?
Che poi non sarebbe stata una notte qualunque, sarebbe stata quella incisa nella sua mente a vita.
Lei ricordava ancora la notte in cui consumò la sua prima volta insieme al ragazzo che tanto amava, se chiudeva gli occhi sentiva ancora le stesse sensazioni.
Tremava anche solo ad essere sfiorata, era impacciata in qualsiasi gesto e sperava con tutta sé stessa di non pentirsi di quel passo.
Ma ad oggi poteva dare una risposta alla lei del passato, dicendole che quella fu forse una delle migliori scelte prese in vita sua.
Magari sarebbe stato così, bastava solo aspettarlo quel bambino e, se la roulette della fortuna si fosse fermata su di loro, avrebbero realizzato quel piccolo sogno.
Due braccia la strinsero forte da dietro e chiuse gli occhi, non si spaventò nemmeno, avrebbe riconosciuto quella sensazione anche ad occhi chiusi.«non riesci a dormire?» le chiese Niccolò con un tono di voce basso e assonnato, probabilmente si era alzato da poco.
«adesso rientro, dormi se hai sonno»
«c'è qualcosa che non va? Lo sai che ti ascolto se vuoi parlare»
Lei scosse la testa e si alzò, per poi raggiungere il letto in silenzio.
Niccolò la guardò stranito, poi sospirò e si chiuse la finestra dietro.
Appena anche lui fu sotto le coperte, abbracciò Sarà da dietro sperando che si girasse, ovviamente c'era qualcosa che non andava, ne era certo, ma forse ne avrebbero parlato il giorno successivo.«Nicco..»
«si amore?»
«tu non te ne vai, vero?»
Niccolò si alzò sui gomiti e la fece voltare nella sua direzione, non riusciva a capire il perché di quella domanda.
«Sara, l'ultima volta che mi hai fatto questa domanda stavamo tutte e due al liceo.
Talmente che sono tanti non mi ricordo neanche quanti anni sono passati da quando di conosciamo, sei stata in America per tre anni e siamo sempre stati insieme, mi spieghi perché mi chiedi sta cosa?»«nic non lo so, è che con questa cosa del bambino, io..»
«non lo vuoi?»
«no ma che dici, certo che lo voglio, però... però non lo so, dimmi di no e basta»
«ma ti pare cretina? Vieni qua»
La tirò tra le sue braccia e le stampò prima un bacio sui capelli, poi uno sulla fronte, uno sulla punta del naso ed infine concluse con le labbra.
[...]
«mammina!» urlò Angelica dall'altra parte del telefono.
«ci sto pure io eh» aggiunse Niccolò alzando una mano per farsi vedere.
«non fare il melodrammatico, come stai amore?»
«bene mamy, zio adri oggi ha fatto la pasta che fa sempre papà»
«digli allo zio tuo che a carbonara non mi batte» s'intromise Niccolò puntando la cannuccia del frappuccino contro il telefono.
Erano scesi a fare colazione, questa volta non all'hotel ma da starbucks, verso le undici, essendo rimasti svegli di notte si erano rilassati un po' di più.
«va bene papà, te lo passo?»
La piccola tolse la modalità della videochiamata e passò il telefono ad Adriano, il quale si era già preparato un discorsetto da fare al suo migliore amico.
«moricò siete tue 'nfami eh»
«che ho fatto mo?»
«ma come che hai fatto! Me lo deve dire la nipotina mia che mo me fai diventà zio per la seconda volta?»
Niccolò rise e scosse la testa, era sicuro che angelica avendo la possibilità l'avrebbe detto a chiunque.
«niente di sicuro cassiolì, ci stiamo provando ma non ci mette troppo il pensiero»
«ce state a provà eh, dimmelo prima di mettere il telefono in modalità non disturbare 'a cojone»
«statte zitto vah, come si comporta angelica?»
«lei bene, Vanessa la mattina la porta con lei al negozio, poi il pomeriggio cerco di non far ammazzare lei e Cristian»
«sicuro adrià? Se non riuscite anticipiamo il volo»
«stai tranquillo nì, sta a fa la brava, vedi di fare pure tu il bravo e stamo a posto»
Niccolò scoppiò a ridere e continuò la chiamata per diversi minuti, poi spense il cellulare e lo poggiò sul tavolo.
«allora? Fa la brava? Non ci credo quando mi dice che è un angioletto» chiese Sara prendendo un'altro sorso di caffè.
«infatti amo lei c'ha solo il nome se per questo, poi angioletto non direi proprio»
Sara ride e scosse la testa, quante volte chiunque l'aveva vista aveva ripetuto le stesse parole, Angelica di nome, ma non di fatto.
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Sei bella come Roma 2
FanfictionSembra che Sara e Niccolò abbiano davvero coronato il loro amore nel migliore dei modi. "Non c'è me senza te e non c'è te senza me", al quanto pare queste parole sono durate negli anni. Nonostante ora la loro vita vada perfettamente, non c'è mai sta...