Torre Eiffel

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Capitolo 16

Dopo un volo di due lunghe ore e mezze, finalmente gli sposi e tutti gli invitati atterrarono a Parigi

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Dopo un volo di due lunghe ore e mezze, finalmente gli sposi e tutti gli invitati atterrarono a Parigi.
Mancavano poche ore al matrimonio di Gabriele e Andrea e i presenti attualmente erano nelle loro stanze d'hotel a prepararsi, data l'ora.
Sara aveva appena messo i tacchi e stava dando un occhiata allo specchio, fortunatamente era almeno riuscita a coprire le occhiaie col trucco.
Avendo dormito tutto il tempo in aereo, di notte non aveva chiuso occhio neanche sotto sonnifero, il suo stomaco sottosopra non glielo permise.
Si passò una mano tra i capelli per riordinarli e vide Niccolò e Angelica uscire dal bagno.

«Niccolò ma che le hai combinato!» urlò la bionda vedendo sua figlia con tre codini in testa, tutti di colori diversi.

«non guardare me, mi ha detto lei come mettere quei cosi!»

Sara sospirò e la prese in braccio, mentre una volta arrivata in bagno la fece poggiare sul mobiletto e le sfilò i codini dai capelli.

«cos'è questa mammina?» chiese la piccola appena Sara cacciò dalla borsa il ferro per arricciare i capelli.

«vedrai»

Iniziò ad arricciare leggermente le punte dei suoi capelli, facendoli diventare così dei piccoli boccoli biondi.

«così sei perfetta» disse poi stampandole un bacio sulla fronte.

«papà possiamo far vedere a mamma le lezioni che mi hai fatto sull'aereo mentre lei dormiva?» chiese la piccola una volta che tornarono nella stanza.

«che lezioni?»

Angelica si sedette sulle gambe di Niccolò e attese che suo padre iniziasse a parlare, Sara non aveva la più pallida idea di ciò che si fossero detti.

«cosa rispondi se ti chiedono il numero?»

«"no papà non vuole"»

«se invece vogliono baciarti?»

«gli dico che il mio papà poi lo spedirebbe lontano a calci»

«se ti chiede di sposarlo soprattutto?»

«"no io sono solo la principessa di papà"»

«perfetto nana, hai superato il test»

Sara si portò una mano sulla fronte e sbuffò una risata, Niccolò era probabilmente molto più geloso di Angelica che della sua ragazza stessa.

«tranquilla amore, quando vorrai fidanzarti dillo a mamma e puoi fare quello che vuoi» disse Sara sedendosi sull'altra gamba di Niccolò.

«perché tu l'hai detto alla nonna quando ti sei fidanzata con papà?»

«non proprio, però..»

«però erano altri tempi, tu a noi devi dirlo, se mai in un universo parallelo dovessi fidanzarti, va bene?» la interruppe Niccolò puntando un dito contro sua figlia, la quale annuì scocciata per quelle infinite raccomandazioni.

[...]

In quel momento si trovavano tutti con una delle viste mozzafiato più belle davanti, Andrea e Gabriele quella mattina stessa si erano promessi amore eterno e si erano scambiati due fedi.
I bambini non riuscivano a stare fermi un attimo, perfino prima della marcia nuziale Angelica e Cristian bisticciarono per chi dovesse mantenere gli anelli e chi il piccolo bouquet.
Avevano scelto un ristorante molto vicino alla torre eiffel, e mentre stavano servendo una delle tante portate ai tavoli, Sara se ne stava con la testa poggiata sulla spalla di Niccolò e gli occhi sul grande pezzo di storia davanti ai loro occhi.
Non ci erano mai stati a Parigi, avevano pensato di andarci per la luna di miele, ma alla fine scelsero mete più calde.
"Parigi, la città dell'amore"
Eppure per stare nella città dell'amore a loro due bastava stare insieme, in qualsiasi posto del mondo.

«a che pensi?» chiese Sara poggiando una mano sul suo viso e alzando lo sguardo.

Niccolò scosse di poco la testa e le lasciò un bacio sulle labbra, non aveva una risposta precisa da darle.
Pensava a tutto quello che ormai era la sua vita, quel bambino che forse sarebbe arrivato a breve, la sua piccola pulce che attualmente giocava con gli animatori, e infine lei, la persona che aveva reso realizzabile tutto quello.
Incrociò le loro dita e portò le mani unite sul ventre di Sara, il quale era ancora piatto è coperto dal vestito elegante indossato per quell'occasione.
Eppure, nonostante non si notasse nulla, lì dentro stava crescendo un'altra piccola speranza per loro due.

«mi dispiace se rendo tutto così difficile..» disse Sara abbassando lo sguardo, forse non avrebbe mai smesso di sentirsi in colpa per il problema che aveva.

«se vedessi qualsiasi ragazza che mi renderebbe la situazione facile non ci andrei lo stesso, sai perché?» le chiese lui avvicinando poi i loro visi.

«perché?»

«perché tu non mi complichi la vita, non me la rendi difficile, tu me la faciliti e basta.
Lo so che non è bello convivere con la costante paura di perdere questo bambino o di non riuscire ad avere le forze di andare avanti, ma d'altronde conosci una mezza cosa che è stata facile per me è te?» spiegò accennando un sorriso.

Sara sorrise ugualmente e scosse la testa, per poi far sfiorare le loro labbra e dar vita a un bacio.
Ad interromperli fu una vocetta acuta che si avvicinò a loro, ma quella vocina l'avrebbero riconosciuta ovunque.

«mammina zia Vanessa mi ha detto di chiamarmi perché stanno ballando»

I due si voltarono e trovarono tutte le coppie presenti intente a ballare un lento sulle note di una canzone dolce.
Niccolò afferrò la mano di Sara e si alzarono, poi si avvicinarono insieme alla pista.
Lui le circondava la vita con le braccia, mentre invece quelle di Sara erano attorno al suo collo e lo sguardo era incastrato col suo.

«ti amo» sussurrò a un palmo dal suo viso, per poi sorridere e baciarlo ancora.

«ti amo» sussurrò a un palmo dal suo viso, per poi sorridere e baciarlo ancora

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