Capitolo 48
Quel bacio era stato come tornare in superficie dopo essere arrivati al limite dei tempo sott'acqua, eppure era sbagliato.
Cristian si divise da lei guardandola per poco negli occhi, non voleva allontanarsi a dirla tutta, eppure doveva.
Chiuse gli occhi facendo una smorfia con le labbra e si sedette su un banco, odiava il potere che quella ragazza aveva su di lui.
Dalle scuole medie era sempre stato freddo e distaccato con tutti, non c'era assolutamente verso per essergli amico oppure per cercare di conquistarlo.
Rispondeva a monosillabi, neanche ti guardava, nulla di nulla.
Un anno prima si accorse che con Angelica tutto questo non succedeva, con lei non riusciva a rimanere impassibile, e in un certo senso lo spaventava.
Tenere a qualcuno voleva dire avere anche qualcosa da perdere, e non ci era abituato.
Di tanto in tanto si faceva passare lo sfizio di un'altra ragazza conosciuta di getto in quei locali che frequentava, non si curava nemmeno di conoscere il nome o di guardarla in viso, quello che contava era provare a non pensare a lei, solo che non riusciva.
Quindi no, non era il cattivo ragazzo che si portava a letto chiunque per piacere personale, non era il classico rubacuori della scuola, dato che lui i cuori delle altre non li voleva affatto.
Era solo un ragazzo chiuso in sé stesso, maledettamente spaventato dai sentimenti che stava manifestando per un'altra persona.
Quando era in compagnia di gente era come immune a tutto, totalmente indifferente, ma con lei era vulnerabile.
In quel momento si coprì il viso con le mani e provò a prendere più fiato possibile, l'aria in quella stanza si era fatta tutt'ad un tratto pesante.
Angelica fece qualche passo in avanti verso di lui, eppure non si aspettava che il rosso la tirò tra le braccia e, poggiando la testa sul suo petto, l'abbracciò così forte quasi da farle male.«perché mi hai lasciato..» disse lui con la voce infranta, si era ripromesso di mostrarsi forte davanti a lei se mai si fossero ancora guardati in faccia, eppure voleva solo sentirsi ancora importante per qualcuno, almeno per pochi minuti.
La bionda fece un bel respiro per non versare un intero oceano di lacrime dai suoi occhi, se solo avesse potuto gli avrebbe spiegato tutto, ma come fai anche solo a trovare le parole per formulare un discorso del genere?
«Cristian io non posso..»
«che cosa non puoi?»
Lui alzò il capo e la guardò in viso, notando diverse lacrime scese silenziosamente su di esso.
Era tutto troppo strano, tante cose si collegavano e altre non avevano un filo logico, che non fosse come sembrava?«non puoi parlare? C'è qualcosa che non puoi dirmi?»
Lei annuì piano con la testa e prese posto vicino a lui sul banco, non poteva parlare, se Luca l'avesse saputo sarebbe sicuramente finita nel peggiore nei modi, ma non riusciva neanche a vivere in quel modo.
«Angelica per favore, ne sto uscendo pazzo da questa situazione, dimmi che succede.. di chi è la colpa? Di Luca?» provò a chiederle Cristian prendendole entrambe le mani, aveva capito di dover solo aspettare che parlasse pian piano, senza forzarla.
«si..»
Ecco che tutti i suoi dubbi si confermavano in una sola parola, e in quel momento era particolarmente in bilico.
Avrebbe solo voluto dare di matto nel sapere che Luca le aveva fatto qualcosa, ma allo stesso tempo avrebbe stretto forte Angelica tra le braccia sapendo che effettivamente non era colpa sua.«Cristian non riesco a dirtelo, non riesco nemmeno a pensarci.. però mi dispiace, mi dispiace per tutto, io ti giuro che non volevo lasciarti, non è vero che io con te non sto bene, anzi finalmente ero felice..»
Il rosso cacciò un sospiro socchiudendo gli occhi e la tirò tra le sue braccia per stringerla forte, poteva solo immaginare ciò che le avesse fatto, e forse nemmeno voleva saperlo.
«non riesco neanche a toccarti pensando che l'abbia fatto anche lui..» disse cacciando uno sbuffo e poggiando la fronte sulla spalla di lei, sentiva come se quella ragazza tra le sue braccia non fosse più sua, come se gliel'avessero strappata dalle mani.
Cristian si accorse appena che spostando la fronte, anche la spallina della maglia si scostò di poco, lasciando intravedere una macchia violacea.
Nonostante Angelica provò a ricoprirsi subito, lui le tolse la mano e vide con più attenzione quel livido, il quale non era l'unico.
Dato che le tapparelle delle finestre erano abbassate, le sfilò la maglia e deglutì a fatica vedendo che effettivamente quello non era l'unico punto con un livido.
Ce n'era un altro vicino al polso, diversi sull'addome e sul petto, sembrava appena uscita da una rissa.
Vedendo cosa le aveva fatto poteva solo immaginare quanto male fosse stata anche lei, quindi lascio un singolo bacio su ogni ferita che si ritrovava davanti.
Voleva solo farle capire che non meritava tutto ciò, che non lui poteva sentirsi al sicuro.
Non era colpa di Angelica, ma in quel momento avrebbe solo voluto usare la faccia di Luca come sacca da pugilato.
Le rimise la maglia e non riuscì più nemmeno a guardarla in viso, forse sapere la verità aveva anche peggiorato le cose.
Angelica provò a sfiorargli il viso, ma lui si alzò di scatto come se fosse stato toccato dal fuoco.«Cristian lo so cosa senti, ti capisco, lo sentivo anche io fino a qualche tempo fa.
Tocchi qualcosa che è stato toccato da qualcun altro, vuoi qualcuno che vuole qualcun altro..
Però ti giuro che ogni volta se avessi potuto mi sarei nascosta in un angolino per non farmi mai trovare, volevo essere un po' più forte per spingerlo via, però non ci riuscivo..
Non ho questi lividi casualmente, ogni volta ci provò a fare resistenza, però non finisce benissimo per me..» spiegò lei questa volta prendendogli il viso tra le mani senza che il rosso facesse obiezione.«però sai che cosa? Più sentivo dolore e più mi ripetevo di meritarmelo, solo perché ho fatto stare più male te di quanto sia stata male io..
Lo so che hai parlato con papà, lo so che continui a fare incubi, so anche che stai provando a prendere buoni voti a scuola e ci stai riuscendo, provo a non perdermi nulla...
Mi convinco sempre di più di non meritarti, e mi dispiace per tutto..»Quella volta fu lui a prenderle il viso con una mano e a baciarla, non sapeva nemmeno se usciti da scuola le cose sarebbero tornate come prima, rigorosamente disastrate.
Prese posto su una sedia e, facendo sedere lei sulle sue gambe l'abbracciò.
Rimasero così, lei con la testa sul suo petto e le braccia attorno alla sua vita, lui col mento sulla sua testa e le mani che le accarezzavano piano i capelli.«non so perché è successo tutto questo, non pretendo nemmeno di forzarti a parlare, però ti prometto che da ora non sarai l'unica a superare questa situazione»
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Sei bella come Roma 2
FanfictionSembra che Sara e Niccolò abbiano davvero coronato il loro amore nel migliore dei modi. "Non c'è me senza te e non c'è te senza me", al quanto pare queste parole sono durate negli anni. Nonostante ora la loro vita vada perfettamente, non c'è mai sta...