Capitolo 19
Lei ancora non proferiva parola, aveva gli occhi di Niccolò che la scrutavano attento e le erano morte le parole in bocca, specialmente dopo quel bacio.
Qualcuno avrebbe potuto dire che sembravano tornati ai primi mesi della loro relazione, un mix tra amore e odio, invece quel periodo per i due era ben diverso.
Agli inizi i primi litigi erano normali, provenivano da due mondi completamente diversi e nessuno dei due sapeva come approcciarsi con l'altro, eppure non portavano alcun rancore.
In quei giorni invece continuavano a rinfacciarsi qualsiasi battibecco, cosa che non succedeva ormai da anni.
Com'è normale che sia, in tutti quegli anni avevano ovviamente avuto dei litigi, ma mai come in quel periodo.
Mai arrivavano la notte a non scambiarsi nemmeno un bacio e ad addormentarsi l'uno di spalle all'altro, mai si ignoravano per continue ore senza neanche parlarsi.
La situazione era arrivata ad essere pesante per entrambi, e al quanto pare il primo a cedere fu proprio lui.
La fece indietreggiare fino a far aderire la sua schiena con l'anta di un mobile, poi le accarezzò piano le guance e scese sui fianchi.«non voglio litigare con te, mi sono rotto il cazzo di questa situazione» le disse Niccolò scandendo piano ogni parola e facendo su e giù tra i suoi occhi e le sue labbra.
«ma questo non vuol dire che puoi farmi ammattire ogni fottuto secondo, Sara» aggiunse poi chiudendo gli occhi e cacciando un sospiro.
«nessuno ti obbliga a litigare se non vuoi, sembra che adesso la colpa sia mia»
«ma lo vedi come fai!? Cristo santo Sara, inizi battibecchi anche se mi cade la forchetta da tavola, mi guardi storto na giornata intera e io devo starmene anche zitto?»
«ah io ti guarderei storto poi, io!? Mi sembra strano dato che neanche mi guardi in faccia, hai gli occhi dietro la testa per caso?»
«se di notte provo ad abbracciarti ti sposti, se in qualsiasi momento della giornata voglio darti un bacio stai il tempo di mezzo secondo e te ne vai, mi spieghi che devo fare più? Io ci provo a starti vicino, perché anche se continuiamo ad urlarci contro ti amo da morire, ma sembra che il mio amore non ti basti più»
Sara lo guardò in silenzio mentre una lacrima le rigava il volto, odiava urlare con lui e non sembravano fare altro.
Poggiò una mano sulla sua nuca e questa volta fu lei a baciarlo senza neanche attendere un secondo.«non mi serve nient'altro se ci sei tu con me» sussurrò lei a pochi centimetri dal suo viso.
Niccolò la strinse più forte tra le sue braccia e mise la testa nell'incavo del suo collo, sapere che l'unica costante della sua vita lo amava ancora, lo tirò magicamente su da quel brutto periodo appena passato.
[...]
«vedi un po' se non dobbiamo fare sempre tardi..»
«cosa staresti insinuando, Moriconi?»
«ma chi io? No no, non ho detto nulla»
Sara si voltò nella sua direzione e lo fulminò per qualche secondo con lo sguardo, poi tornò sul suo piatto.
«guarda che se ho fame gli altri possono anche aspettare»
«va bene signorina, come vuole lei» si arrese Niccolò avvicinandosi al suo viso.
Tolse con la lingua i residui di panna che c'erano sulle labbra di Sara e poi le lasciò un bacio veloce, ma non ebbe neanche il tempo di allontanarsi che lei poggiò nuovamente le labbra sulle sue.
«allora preferisci ancora me al cibo, me stavo a preoccupà in questi giorni»
«cretino, anzi muoviamoci che altrimenti tua figlia è capace di far scoppiare il pallone anche senza di noi»
Quello stesso pomeriggio avevano sia il loro baby shower che quello di Andrea e Gabriele, nonostante lei fosse incinta di un mese in meno avevano aspettato.
I due uscirono dalla pasticceria e si diressero a casa, dove tutti i loro amici e parenti avevano già preparato qualsiasi cosa fosse necessaria.
Dietro alla tavola nel salone c'erano due grandi palloncini con un punto interrogativo sulla superficie, poi di fianco le iniziali dei genitori per non confonderli.«e finalmente, stavamo a fa la muffa qua» esultò Gabriele prendendo lo stuzzicadenti per bucare il pallone.
Niccolò e Sara, dopo aver salutato i presenti, si posizionarono anche loro dietro la tavola, ma a disturbarmi fu una piccola pulcetta dai capelli biondi.
Niccolò la prese tra le braccia e iniziò il conto alla rovescia dell'altra coppia, tutti attendevano con ansia, finché per la stanza volarono sia palloncini Rosa che blu.«gemelli!?» urlò cocco portandosi le mani sul viso e sorridendo.
Solo Sara, Andrea e Vanessa erano a conoscenza di quel piccolo particolare, avevano aspettato appunto quel giorno per dirlo a tutti.
E mentre per i primi cinque minuti tutti si congratularono con loro due, Niccolò approfittò per fare una domanda alle sue due donne.«allora, voi cosa aspettate?»
«io maschio papà! Tu mamma?»
«non mi farebbe male un'altra bambina, ma vanno bene entrambi»
Neanche il tempo di concludere la discussione, che tutti li richiamarono dicendo che ormai era arrivato il momento.
Sara chiuse gli occhi nel preciso momento in cui bucarono il palloncino, poi li riaprì lentamente.
A giudicare dalle urla di Angelica, per la stanza volarono una seconda volta un altro numero imprecisato di palloncini blu.
E mentre la bambina con le braccia al cielo esultava, Niccolò portò lo sguardo su di lei con gli occhi lucidi e un sorriso impacciato in volto.
Sara si avvicinò a lui e unì le loro labbra in un bacio, in quel momento tutte le preoccupazioni svanirono, come la paura di perderlo, di non riuscire ad andare avanti, esistevano solo loro e quelle poche possibilità, che però in quel momento ebbero più valore del dovuto.
STAI LEGGENDO
Sei bella come Roma 2
FanficSembra che Sara e Niccolò abbiano davvero coronato il loro amore nel migliore dei modi. "Non c'è me senza te e non c'è te senza me", al quanto pare queste parole sono durate negli anni. Nonostante ora la loro vita vada perfettamente, non c'è mai sta...