Siri come si fa una torta?

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Capitolo 20

Era una domenica del tutto tranquilla quel giorno, erano circa le undici di mattina e in casa Moriconi regnava il silenzio più assoluto, o almeno fino al momento in cui Angelica aprì gli occhi

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Era una domenica del tutto tranquilla quel giorno, erano circa le undici di mattina e in casa Moriconi regnava il silenzio più assoluto, o almeno fino al momento in cui Angelica aprì gli occhi.
Nonostante Niccolò e Sara volessero darle la camera di fianco alla loro, lei prese quella al piano più alto, solo per avere un bagno tutto suo e gli spazi che voleva.
Proprio per quella motivazione però, doveva urlare per farsi sentire per metà della casa, ma quella mattina non ricevette alcuna risposta.
La sera prima Niccolò e Sara erano tornati molto tardi dall'ospedale, solo verso le due di notte i dolori che aveva la ragazza iniziarono a diminuire pian piano, così da permetterle di tornare a casa e riposare almeno un paio d'ore.
La piccola peste si alzò dal suo comodo letto e scese piano le scale, entrando successivamente nella stanza dei suoi genitori.
Stava per aprire bocca e svegliarli, ma appena si mise sulle punte per vedere meglio, vide che erano letteralmente stremati dal sonno.

Stava per aprire bocca e svegliarli, ma appena si mise sulle punte per vedere meglio, vide che erano letteralmente stremati dal sonno

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Si abbassò sul pavimento appena sentì un lamento di dolore da Sara, così da non farsi vedere.
Lei si strinse di più al petto di Niccolò appena sentì dei calci proprio sul basso ventre, mentre il moro in uno stato di dormiveglia le accarezzò la schiena.

«tutto bene?» le chiese notando che Sara stava stringendo nel pugno della mano la sua felpa.

«più o meno..» balbettò la ragazza strizzando gli occhi.

«Angelica?» chiese poi cercando di cambiare argomento e non pensare a quel piccolo Cristiano Ronaldo che aveva in grembo.

«non l'ho sentita, credo stia ancora dormendo»

La piccola rise silenziosamente e aspettò cinque minuti buoni, il tempo di farli addormentare nuovamente.
Ritornò in camera sua e trovò spugna addormentato nella sua parte del letto, così mise le mani sui fianchi e face scontrare il piede col pavimento.
Il cagnolino scattò sull'attenti e si rilassò appena vide solo la sua compagna di giochi di fronte a lui.

«spugna, tu questa mattina mi aiuterai a fare una sorpresa a mamma e papà!» disse lei senza alzare troppo la voce.

Prese il piccolo spugna tra le braccia e scese le scale fino al piano terra, quindi in cucina.

«ma io non so preparare una torta..»

Sbuffò e corse in camera dei suoi genitori per prendere silenziosamente il telefono di Niccolò, per poi tornare all'opera.
Sbloccò il cellulare e cercò una maniera per trovare delle istituzioni, finché non ebbe il lampo di genio.

«Siri come si fa una torta?» pronunciò tenendo premuto il tasto di spegnimento.

«ciao Niccolò, ecco i risultati alle tue ricerche» disse la voce metallica.

«ma io non sono Niccolò! Va be', e mo che faccio?»

Toccò una delle ricerche totalmente a caso e aprì una schermata dove le dicevano passo passo i passaggi per una torta al cioccolato.
Ricordava ancora quando lei e sua madre prepararono la torta di compleanno a Niccolò, di certo però non sarebbe uscita uguale dato che quella volta era da sola.

«quanto latte devo mettere?» chiese rivolgendosi al piccolo spugna, il quale stava tranquillamente giocando con una pallina.

«va be', allora facciamo a sentimento, come dicono zio adri e papà quando scelgono quanto guanciale mettere nella carbonara»

Mise un terzo della bottiglia del latte e poi, come dicevano le istruzioni, ruppe un uovo senza fare troppi danni.
Dato che ci avrebbe messo fin troppo a far diventare il tutto una specie di panna montata, prese il frullatore automatico dal mobile e versò tutta la miscela al suo interno.
Appena lo accese però, il rumore forte rimbombò fino al piano di sopra, tanto che Niccolò e Sara aprirono all'istante gli occhi.

«ma non stava dormendo?» chiese lui passandosi una mano sul viso e sbadigliando.

«credevo di sì, però vai tu che io a stento riesco ad alzarmi» rispose la bionda sbuffando e spostando i suoi capelli chiari dal viso.

Niccolò le lasciò un bacio a fior di labbra e la prese piano tra le braccia, scendendo le scale con lei che sembrava un piccolo koala in quel modo.
Appena arrivarono nella cucina e Sara ritornò coi piedi per terra, scoppiarono entrambi a ridere per la scena che si ritrovarono davanti.

Appena arrivarono nella cucina e Sara ritornò coi piedi per terra, scoppiarono entrambi a ridere per la scena che si ritrovarono davanti

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«e tu che stai facendo?» chiese Niccolò poggiandosi alla porta.

«Noo perché siete svegli!? Uffa avete rovinato la mia sorpresa» disse la bambina incrociando le braccia al petto.

«ma abbiamo evitato che la casa saltasse in aria, che stai facendo nana?»

«papà non iniziare dalla mattina eh, volevo fare una torta come diceva il tuo telefono» rispose lei mostrando lo schermo del cellulare.

«amore ma sei piccola per fare una torta da sola, ti puoi far male» disse Sara ridacchiando e prendendola in braccio.

«tu come stai mammina?»

«bene, ieri abbiamo fatto un po' più tardi ma sto bene»

Niccolò abbassò lo sguardo e sforzò un mezzo sorriso, sapeva che non stava per nulla bene.
Aveva visto le lacrime sul suo viso all'ennesima iniezione della sera precedente, la sua espressione dolorante mentre sentiva continue contrazioni al basso ventre e si contorceva dal dolore.

«vuoi continuare a fare la torta con papà? Io torno subito» chiese la bionda lasciando che sua figlia ritornasse coi piedi per terra.

Angelica e Niccolò si misero all'opera, sporcando un po' qua e di là con gli ingredienti.
Prima di accendere il forno però, Niccolò si sentì chiamare ad alta voce al pino superiore, poi sentì delle urla.
Chiese velocemente ad Angelica di non muoversi e corse verso il bagno, ritrovandosi paralizzato sul posto, Sara stava accasciata sul pavimento con una piccola pozza di sangue e le lacrime in viso

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