Come se ti amasse

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Capitolo 47

La scuola era da sempre considerata uno dei luoghi più odiati dagli adolescenti, una scocciatura, eppure per Angelica negli ultimi giorni rappresentava un modo per scappare dai problemi

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La scuola era da sempre considerata uno dei luoghi più odiati dagli adolescenti, una scocciatura, eppure per Angelica negli ultimi giorni rappresentava un modo per scappare dai problemi.
Preferiva ascoltare due ore la professoressa di latino, piuttosto che passare il suo tempo con Luca.
Eppure il destino sembrava volerle togliere anche quel briciolo di calma nella giornata, dato che ormai era la quarta volta che usciva dalla classe per correre in bagno.
Non aveva spesso problemi di sonno, ma quando dormiva poco e male, il suo stomaco era completamente sballato.
Si alzò in piedi dopo aver rimesso per l'ennesima volta e prese il capo tra le mani, non ne poteva più di quello stile di vita, ogni volta si sentiva un po' più morta dentro.
Si lasciò sfuggire un singhiozzo tra le lacrime, e in quel momento qualcuno bussò alla porta.
La aprì lentamente, e appena davanti a sé vide qualcuno di conosciuto, ne rimase totalmente sollevata.

«Angelica! Che fai qua? Che è successo?» chiese Veronica facendo un passo in avanti.

«ehi.. mi sento solo poco bene, tranquilla.. tu come stai?» rispose la bionda prendendo un sorso d'acqua per levare il brutto sapore che aveva in bocca, poi si poggiò al muro.

«io bene, tu non molto però.. vuoi fare due passi per prendere un po' d'aria?»

Ormai sarebbe dovuta tornare in classe dato il tardo orario, anche perché aveva un'interrogazione in storia, ma dato che la sera prima non aveva avuto nemmeno il tempo di studiare, accettò alla proposta.
Ormai i suoi voti erano calati drasticamente nel giro di quindici giorni, e ogni volta nel vedere ancora un'insufficienza le si riempivano gli occhi di lacrime.
Aveva sempre studiato tanto e con costanza, voleva rendere fiera sé stessa e poi la sua famiglia, soprattutto diventare qualcuno, ma ormai era andato in fumo tutto.

«non sapevo avessimo la stessa età, neanche che stessi in questa scuola se per questo» prese parola Veronica per aprire argomento.

«già, neanche io pensavo..
Poi la prossima volta non ho avuto neanche il tempo di ringraziare te e Riccardo come si deve, ero confusa e..»

«macché stai tranquilla, anzi, come sta Cristian?»

Ed ecco che quella domanda le fece gelare il sangue nelle vene in men che non si dica.
Non che Cristian non fosse nei suoi pensieri, anzi, non pensava ad altro praticamente, ma ogni volta che qualcuno toccava l'argomento non riusciva a non crollare.

«oh.. domanda fuori posto?»

«si...»

«Veronica! La prof di italiano ti sta richiamando di nuovo, torna in classe se non vuoi l'ennesima nota» le interruppe un ragazzo abbastanza alto nella loro direzione, il quale tornò nuovamente nella sua aula dopo aver avvisato Veronica.

«mi sa che devo scappare adesso, però con questo potrai scrivermi quando vuoi, anche solo per parlare»

La ragazza scrisse velocemente un bigliettino col suo numero di cellulare, lo diede ad Angelica e scappò in classe prima di beccarsi una nota sul registro.

[...]

«ma non potete tenermi qui! Io non posso stare di pomeriggio a scuola, ho da fare»

«Moriconi, se non voleva beccarsi una punizione, non avrebbe risposto in malo modo al prof di matematica e soprattutto si sarebbe presentata all'interrogazione.
Non mi interessa se di pomeriggio ha da fare, rimanderà i suoi impegni, adesso dia a me il cellulare e rimanga in classe, a breve la raggiungeranno gli altri alunni in punizione»

Angelica sbuffò rumorosamente e, appena rimase da sola in classe, scalciò al banco davanti a lei.
Dato che quella giornata non era andata delle migliori, l'unica professoressa a cui non era per nulla simpatica, le aveva messo una punizione che sicuramente a Luca non sarebbe andata a genio.
Tutto il pomeriggio fino alle sette a scuola, senza cellulare e con poco da fare.
La bionda incrociò le braccia al petto e cacciò un sospiro nervoso, ma appena la prof chiuse la porta lasciandola con l'altro alunno sotto punizione, quel nervosismo le passò improvvisamente.

«fantastico» disse ironicamente Cristian mentre alzava gli occhi al cielo.

Odiava particolarmente passare i pomeriggi a scuola, ma sapeva già che condividerlo con Angelica sarebbe stato una corsa ad ostacoli vera e propria.
Si tolse il giacchetto di pelle lanciandolo in malo modo sulla cattedra e andò a sedersi in un banco il più lontano possibile da lei, con le braccia incrociate al petto e lo sguardo totalmente altrove.

«perché..perché sei qui?» chiese lei voltandosi piano nella sua direzione, non si aspettava di vederlo, eppure in un certo senso ne rimase contenta.

Lui non le rispose nemmeno, anzi, neanche si voltò per guardarla.
Quel pomeriggio, dopo averla vista intenta a baciarsi con Luca, corse nel parchetto e si lasciò completamente andare alle lacrime, non riuscì neanche a trattenersi il tempo di arrivare a casa.
Passò l'intera giornata in quel posto, solo a pensare a quanto facesse male sentirsi perforare l'anima da qualcuno a cui tieni.

«Cristian per favore, hai intenzione di ignorarmi fino alle sette di questa sera?»

«e perché dovrei degnarti anche solo di mezza parola, eh!? Parla con quel cojone del tuo ragazzo, già che ci sei esci da qua e fatti anche una scopata, tanto non penso stia con te per baci e coccole»

Il tono della sua voce era freddo, distaccato, anche fin troppo alto, ma era semplicemente ferito, non avrebbe potuto fare altrimenti.

«no, non sta con me per baci e coccole» ribadì Angelica a voce bassa mentre si poggiava al banco di lui.

Cristian strinse gli occhi con una mano e serrò le labbra, l'immagine di Angelica e Luca insieme gli faceva solo rivoltare lo stomaco, e avere la conferma delle sue paranoie fu ancora peggio.
Serrò i bugni e provò a mantenere la calma, ma non riusciva, aveva solo voglia di spaccare qualcosa.
Di fatto scagliò un pugno al muro facendo sussultare Angelica, non si aspettava una reazione del genere.
Il rosso si alzò bruscamente e provò ad aprire la porta della classe, ma essendo chiusa a chiave continuò a tirare pugni anche a quella, come se la colpa di tutto fosse solo sua.

«Cristian ti fai male!» disse Angelica raggiungendolo e provando a bloccargli le mani.

«mi faccio male così? Pensi che mi faccia male?
Lo sai cosa mi ha davvero fatto male, eh!? Vedere la bocca di quel cojone incollata alla tua come se ti amasse, come se tu lo amassi, e sapere che tu hai scelto lui a me.
E il punto è che non l'hai fatto prima, quando non sapevo cosa fossimo io e te, l'hai fatto quando mi sono davvero innamorato, quando ho lasciato perdere chiunque per noi due, e tu hai mandato all'aria tutto quanto!
Perché è così che mi vedi, una cazzo di ruota di scorta per..»

Le parole del ragazzo furono bruscamente bloccate, dato che Angelica gli afferrò il viso e lo baciò mandando a monte tutte le sue idee di trattenersi.
Lui rimase per i primi secondi di sasso, era passato dall'urlare a ritrovarsi con le labbra sulle sue, e il punto era che nemmeno riusciva a fare finta di nulla.
Fece aderire la schiena di lei tra il suo corpo e il muro, la baciava in un modo quasi soffocante e a stento prendevano fiato, eppure non avevano intenzione di dividersi.
Forse perché era troppo tempo che giocavano a fare gli orgogliosi, troppo tempo che lasciavano andare la corda invece di tirarla.

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