Pochi sentimenti

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Capitolo 28

«te lo ripeto, perché eri con lui

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«te lo ripeto, perché eri con lui.»

«Cristian io non..»

«angè non iniziare a trovare scuse, dimmi la verità»

Angelica si staccò bruscamente dalle sue braccia e scese di fretta le scale verso il piano inferiore, non le andava neanche di subirsi una lavata di capo da lui.
Appena però arrivò in cucina, Cristian riuscì a bloccarla per i fianchi e finalmente a fermarla, guardandola dritto negli occhi così da capire una probabile bugia.

«perché hai il suo numero e perché lo conosci.»
ripetè a denti stretti cercando di mantenere la calma.

«mi ha accompagnata a casa, okay? Non mi ha fatto niente di male, abbiamo solo camminato è parlato»

«certo, camminato e parlato, come no.
Magari per ora, ma tu non sai che tipo è quello»

«ah e tu si invece?»

«si, spesso sta nei locali che frequento»

«ma se sta al quarto anno di giurisprudenza, sarà sotto esame!»

«cosa non ti entra in testa che tu di lui non conosci un cazzo? È figlio del preside, quella scuola la comanda lui e fa quello che cazzo je pare dalla mattina alla sera»

«non mi sembra che tu sia diverso, dammi una sola motivazione per cui dovrei stare con te e non parlare con lui»

«Angelica hai diciotto anni, lui ne ha ventisei, capisci o no che avete otto anni di differenza!?»

«chi ha ventisei anni?»

Angelica e Cristian si voltarono velocemente verso la porta della cucina, dove Niccolò aveva appena fatto il suo ingresso.

«un suo amico, tra pochi giorni è il suo compleanno e gli ho chiesto l'età» disse lei cercando la prima scusa plausibile.

Mentre Niccolò si avvicinò al frigo per prendere qualche bottiglia di birra, Cristian lasciò la cucina stringendo i pugni, lei non sapeva tutto ciò che sapeva lui.

«ferma qua signorina, è la scusa peggiore che tu abbia mai inventato, adesso mi dici chi è questo qua che ha ventisei anni» la bloccò Niccolò appena sua figlia stava per uscire dalla stanza.

«papà te l'ho già detto, è..»

«ti spiego una cosa, in modo da fare prima.
Alle superiori ero il ragazzo con la peggior nomea per tutta la scuola, sia in ambito scolastico che in comportamento, non hai idea di quante ne ho combinate.
Probabilmente qualsiasi scusa tu mi dirai l'avrò usata anch'io, oppure dato che non davo spiegazioni ai miei genitori, so quelle che usava tua mamma, ti conviene dirmi la verità e basta» le spiegò il moro poggiandosi alla cucina.

Lei rimase qualche secondo in silenzio, doveva valutare almeno le scelte che aveva.
Che suo padre la facesse frequentare con un ragazzo di otto anni più grande era fuori discussione, ma se lei l'avesse fatto magari avrebbe anche dimenticato Cristian, il che era un bene da un certo punto di vista.

«già, ma io non facevo i tuoi stessi casini, studio e a scuola se mi conoscono è solo perché sono "la figlia di ultimo", come mi chiamano, quindi se vuoi credermi va bene, altrimenti sono abbastanza grande da non doverti dire per filo e per segno cosa faccio nella mia vita»

Appena suo padre stava per riaprire bocca, si chiuse la porta dietro e iniziò a cercare Cristian per i primi piani della casa.
Era cosciente del fatto che a lui non doveva nessuna spiegazione, ma non voleva ugualmente che scomparisse dalla sua vita.
Controllò quasi in ogni stanza, finché lo trovò finalmente nella sua.

«che fai qua?» chiese notando che era solo nella stanza.

Lui alzò le spalle e rimase con le braccia incrociate al petto, ancora non riusciva a credere che si fosse vista con Luca, e che per giunta avesse il suo numero

«Cristian se voglio parlarti riguardo a tutto questo è perché non voglio che tu scompaia dalla mia vita completamente, ma non voglio neanche esserci solo quando ti pare»

«e per farlo devi per forza stare con lui?»

«ma non ci sto insieme, l'ho visto una volta! Semplicemente non voglio che ostacoli qualsiasi mia scelta»

«tuo padre lo sa?»

«no, e ti conviene non fare il cojone, dato che non sa nemmeno di tutte le volte in cui siamo stati insieme io e te»

«Angelica io lo faccio perché non voglio che tu stia male per lui, capisci? Tu non sai che..»

«non so che cosa Cristian? Cosa!? Adesso è lui il ragazzo in questione, ma se fosse stato chiunque altro avresti fatto lo stesso.
Hai proprio bisogno di una povera stupida che ti da sempre ciò che vuoi, quando vuoi e come vuoi? Perché non vai in uno di quei locali del cazzo e te ne cerchi un'altra, perché me?» urlò la bionda con le lacrime agli occhi, ma prontamente si prese qualche attimo per respirare così da non scoppiare a piangere all'improvviso.

«non stiamo parlando di noi due, non sai perché quel ragazzo ti sta vicino»

«no, hai ragione, non lo so, ma vorrei sapere perché lo fai tu.
Perché continui a starmi intorno? Perché vuoi farmi stare male? Mi odi davvero così tanto?»

Lui rimase fermo a fissare il vuoto, non la odiava, tutt'altro, eppure quei pochi sentimenti non bastavano per avvicinarsi e dirle semplicemente che voleva solo stare con lei.

«sai cosa, hai presente quando prima ti ho detto che non vorrei tu scomparissi completamente? Ecco, prendi quel ricordo e buttalo.
Tanto è tutto inutile»

«non è inutile!»

«e allora cos'è?»

Rimasero entrambi a fissarsi in silenzio, non avevano altro da aggiungere e forse sarebbe stato meglio così.
Solo che Angelica non sapeva tutto, non sapeva che una volta rimasta sola nella stanza e aver composto quel numero sul cellulare, la sua vita sarebbe cambiata radicalmente.

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