Capitolo 45
Una settimana, di silenzio, di ansie, di paure, di paranoie..
Un intera settimana completamente diversa da i giorni che si trascorrono in genere, era come l'inizio di una vita differente per Angelica, o forse solo l'inizio di un incubo.
Nessuno poteva notare un cambiamento radicale e capirne le ragioni solo guardandoti in viso, eppure tutti si accorsero che in lei qualcosa non andava.
Partendo dal fatto che una settimana prima Cristian Cassio l'aveva baciata davanti a tutti gli studenti, azione mai compiuta in quattro anni con nessuna ragazza, e poi una settimana dopo si guardavano nei corridoi senza parlarsi.
Cristian non sapeva come comportarsi, lei era l'unica ragazza con cui aveva messo da parte la paura di rimanere ferito, e lei puntualmente l'aveva fatto.
Voleva distrarsi, passava le giornate a studiare e a provare a capire cos'avesse sbagliato, il perché fosse solo colpa sua dal giorno alla notte.
Lei al contrario, non stava più facendo nulla della sua vita abituale.
Dal pranzo a tarda notte Luca voleva che passasse del tempo con lui, tornava a casa sfinita e quasi sempre si fermava al parco giochi dove lei e cristian passavano le giornate da bambini.
Di notte era vuoto e chiuso, ma proprio lui le aveva insegnato a scavalcare il muretto più basso per entrarci quando voleva.
Si sedeva lì, nella loro casetta dove neanche dieci giorni prima lui le stampava baci sulle labbra, e pensava a quanto stesse mandando in fumi la sua vita.
Ogni volta che metteva piede a casa di Luca si sapeva già come sarebbe andata a finire, ne era cosciente, ma non poteva obiettare.
Spesso a casa sua c'erano anche i suoi amici, lui le afferrava il braccio e la portava in stanza con dei fischi di approvazione da parte di quest'ultimi, come se fosse uno stupido oggetto che serviva solo a quello, per soddisfare le voglie di un ragazzo il quale obiettivo principale era semplicemente rovinarla.
Si sentiva sporca, inutile, priva di forze e diritti ogni volta che luca le metteva una mano addosso senza farsi problemi di cosa voleva lei, ogni volta che era costretta ad avere un rapporto che non voleva.
Continuava a ripetersi che lo faceva per Cristian, che non voleva lo mandassero ancora in quell'ospedale orribile, ma a che prezzo?
Quale prezzo salato doveva pagare pur di tenerlo al sicuro?
Anche quel giorno aveva mangiato di fretta ciò che c'era a tavola, era salita in camera sua per afferrare la borsa e scendere di fretta.«ma si può sapere dove vai anche oggi?» chiese Niccolò appena la ragazza aprì di fretta la porta, aveva anche fatto tardi e Luca stava già iniziando ad essere scontroso, il che non era mai la migliore delle notizie.
«esco» rispose solamente Angelica, per poi chiudersi la porta di casa dietro e avviarsi a passo svelto verso casa di Luca.
Niccolò si poggiò nuovamente allo schienale della sedia e cacciò un sospiro misto ad uno sbuffo, sua figlia aveva diciotto anni, non poteva tenerla in casa come un uccellino in gabbia, ma non voleva ugualmente che si mettesse nei guai.
Sentì due braccia stringerlo forte da dietro e da subito riconobbe la persona che lo stava abbracciando, sapere che Sara capiva ogni sua paranoia e ansia era l'unica cosa che gli metteva la testa a posto nell'ultimo periodo.
L'aveva sempre definita la calma nella tempesta, e non era mai cambiata.«anche tu facevi preoccupare così tanto tua madre a diciotto anni?» disse poggiando la testa all'indietro sulla sua spalla.
«io no, tu forse si»
«i miei non si preoccupavano per me, è diverso, sapevo che non potevo contare su nessuno una volta cacciato in un guaio, ma lei sa che può dirci tutto»
Sara sospirò e fece il giro della sedia per sedersi sulle sue gambe e abbracciarlo, non sapeva se star male per il fatto che Niccolò da vent'anni ancora avesse le stesse cicatrici, o per il fatto che la sua bambina stesse vivendo il periodo peggiore della sua vita.
Alzò il capo e non appena i loro sguardi s'incrociarono, il moro si perse per qualche istante a guardare quei due cristalli che Sara aveva al posto degli occhi, forse un modo migliore per definire quelle sue pozze senza fine non c'era.«punto uno, non so perché fa così, di certo pressarla non sarà la soluzione.
E punto due.. lo sai che non sei mai stato solo» gli disse poggiando la testa sulla sua spalla.«sei entrata nella mia vita quando avevo diciannove anni, Sara, direi che solo ci sono stato fin troppo tempo.
Mi giocherei qualsiasi cosa per tornare indietro e passare una vita normale, non so pochi vent'anni di giornate senza un senso»Sara si staccò dalle sue braccia e lo guardò confusa, forse aveva solo capito male quello che intendeva Niccolo', o forse aveva capito meglio di ciò che credeva.
«pà mi accompagni tu a basket che sto a fa tardi?»
I due si voltarono verso la porta, dove Simone già pronto col borsone attendeva suo padre vicino alla porta.
Sara ne approfittò per alzarsi bruscamente dalle sue gambe e andarsene in un'altra stanza sbattendosi la porta dietro, lasciando ben intendere a Niccolò che aveva probabilmente sforato le parole.«che hai fatto?» chiese Simone ridacchiando, si vedeva ad un miglio quando sua mamma era incazzata, soprattutto se l'artefice di tutto era Niccolò.
«lascia sta', 'nnamo che t'accompagno»
[...]
Era da pochi minuti che Niccolò era in macchina, aveva accompagnato suo figlio all'allenamento di basket e in teoria sarebbe dovuto tornare a casa.
Aveva capito nel tragitto in macchina il perché Sara si fosse incazzata, si era espresso male, quello era sicuro.
"Ho paura perché sbaglio sempre le parole"
I suoi testi lo descrivevano al cento per cento, e anche quella volta ci si ritrovò immerso dentro.
Un'altra delle sue preoccupazioni però non tendeva ad andarsene, aveva bisogno di sapere il perché Angelica si comportasse in quel modo strano.
Le uniche risposte poteva averle da una sola persona, almeno una parte.«chi non more se rivede» disse Adriano appena il suo amico bussò alla porta di casa, al che non perse tempo per dargli una pacca sulla spalla e farlo entrare.
«te serve qualcosa Nì?»
«si, per caso Cristian sta a casa?»
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Sei bella come Roma 2
FanficSembra che Sara e Niccolò abbiano davvero coronato il loro amore nel migliore dei modi. "Non c'è me senza te e non c'è te senza me", al quanto pare queste parole sono durate negli anni. Nonostante ora la loro vita vada perfettamente, non c'è mai sta...