Sei solo un infinito clichè, Moriconi

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Capitolo 15

«nonna la mamma nella pancia ha un fratellino per me!»

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«nonna la mamma nella pancia ha un fratellino per me!»

I genitori di Sara rimasero fermi per qualche istante dopo la notizia detta dalla loro nipotina, non si aspettavano per nulla una sorpresa del genere, conoscendo ormai il problema di Sara da molti anni.

«davvero?» chiese Carla a Sara passandosi una mano sul viso.

Lei annuì e subito venne accolta in un abbraccio da sua madre, che poi fece lo stesso con Niccolò.

«congratulazioni ragazzi, davvero»

La bionda accennò un sorriso e portò lo sguardo su suo padre, la stava guardando anche lui sorridendo di poco.

«ora però continuiamo a vedere le foto?» lo interruppe Angelica attirando l'attenzione, così sua nonna confermò e continuarono insieme a sfogliare quelle pagine strapiene di fotografie.

Dopo un paio d'ore passate, Sara e Niccolò convinsero finalmente Angelica a tornare a casa, anche perché lei doveva ancora dormire, mentre loro dovevano preparare la cena per quella sera.
Dato che ormai l'orologio segnava le sei e mezza di pomeriggio, gli occhi della bambina stavano iniziando a chiudersi da soli, così Sara la lasciò dormire in braccio a lei durante il tragitto in macchina.

«mamma?» chiese lei sbadigliano.

«si amore?»

«ma quando arriverà il fratellino, dormirà nella mia stanzetta?»

«è un po' presto per pensarci, poi vedremo qualche mese prima»

La piccola annuì e si poggiò con la testa contro il suo petto, per poi prender sonno nel giro di pochi minuti.

«non pensare già al fatto che potresti perderlo..» le disse Niccolò prendendole una mano e mettendo la marcia.

«nic che senso avrebbe programmare tutto nel minimo dettaglio con la probabilità di una perdita?» parlò lei appena arrivarono nel vialetto si casa, infatti la macchina si fermò.

«Amo' ascoltami adesso, okay?
Perderlo ci farebbe male allo stesso modo, se non prepariamo nulla il dolore non si allevia, non dipende da quello.
Viviamoci questi giorni col pensiero che un paio di mesi e avremo un altro pulcino da stringere tra le braccia, almeno promettimi che ci proverai»

Sara sospirò e annuì, per poi lasciarsi andare a quel bacio che si era appena creato fra i due.
Quando però sentirono mugolare una vocina dal basso, Niccolò le lasciò un ultimo bacio a stampo veloce e prese Angelica tra le braccia.
Appena tornati a casa la lasciò sul letto e accese il condizionatore per non farle sentire caldo, portando anche spugna nel salone così da non svegliarla.

«fai il bravo bello» gli disse lasciandogli una carezza sul capo e lanciandogli un piccolo gioco di gomma.

Intanto Sara si era già messa ai fornelli, quella sera tutti i loro amici sarebbero stati presenti e avevano solo poco tempo per preparare.

«le serve una mano, signorina?» chiese il moro abbracciandola da dietro e poggiando il mento sulla sua testa.

«sei solo un infinito cliché, Moriconi..»

«andiamo non è neanche lontanamente simile alla frase di amati sempre»

«oddio gente, Niccolò Moriconi che ricorda le frasi di una sua canzone, dove sono i paparazzi quando servono?» ironizzò lei scoppiando a ridere.

«davvero divertente, brava» rispose lui roteando gli occhi al cielo.

«dai amore non prendertela, ti amiamo tutti quando sbagli i testi sul palco»

«la prossima volta salici tu a cantare davanti a tutta quella gente vah»

La bionda si voltò ritrovandosi il viso del suo ragazzo imbronciato, nel vedere quella scena non potè fare a meno che ridere nuovamente e abbracciarlo.
Chiuse per un momento gli occhi e provò a ricordare uno dei primi abbracci che si scambiarono..
Come dimenticare quando in un insulso bagno di un ristorante lui le diede così tante attenzioni da perderne il conto?
Non le interessava delle voci su di lui, in quel momento il ragazzo scontroso e arrogante se n'era completamente andato, lasciando spazio a quello premuroso e gentile che quella sera l'aiutò.
Oppure quando la prese al volo tra le braccia, ricordava ancora perfettamente quanto ebbe paura per quel salto altissimo, ma ad oggi l'avrebbe rifatto ad occhi chiusi sapendo che c'era lui a prenderla nel momento giusto.
Tutto era iniziato da due caratteri scontrosi e apparentemente diversi, che però fondendosi erano diventati una sola persona.

[...]

«regà comunque non ci andiamo più in questa casa pe quanti siamo, mo s'aggiuge anche n'altro pischelletto eh andrè?» disse Adriano mentre la mora rivolgeva uno sguardo a Sara.

«eh stai attento adri che qua diventamo zii pe due volte» s'intromise Gabriele rivolgendosi al suo amico, Andrea gli aveva già accennato la bella notizia.

«aoh che dovete dì?» chiese nuovamente Adriano guardando tutte le coppie presenti nella casa, fino a finire con l'occhio su Angelica e Cristian che giocavano tranquilli sul divano insieme a spugna.

«nic ma mica Angelica è incinta?»

Niccolò, il quale stava bevendo tranquillamente un sorso di vino, sputò nuovamente il contenuto nel bicchiere e iniziò a tossire per il colpo.
Sara iniziò a battergli una mano sulla schiena per non rischiare di farlo letteralmente affogare per un goccio di vino, ma le parole di Adriano gli erano davvero andate di traverso.

«cassio ma che c'hai messo nel latte? La candeggina?» chiese il moro cercando di riprendersi.

«oh nì calmate, stavo a scherzá»

Si passò una mano sul viso e portò lo sguardo su sua figlia che stava tranquillamente osservando con spugna Cristian mentre montava la pista delle macchinine, poi scosse la testa levandosi qualsiasi pensiero gli aveva trasmesso il suo migliore amico.

«comunque so serio dai, dovete dirci qualcosa?»

«eh mo cor cazzo, a te nun te dico proprio niente» disse Niccolò incrociando le braccia al petto e fulminando con lo sguardo Adriano.

«eddaje moricò te la prendi subito, secondo te è na cosa possibile?
Vabbè che il piccolino de papà è proprio bello, però è presto dai.
Mo parla che altrimenti te meno»

«lo dico io allora» s'intromise Sara alzandosi e poggiando una mano sulla spalla di Niccolò.

«se tutto va bene, tra qualche mese anche noi abbiamo un'altra piccola peste per casa» annunciò sorridendo.

Per la stanza si alzò un boato di voci e tutti i presenti esultarono e fecero i complimenti ai due, aspettavano tutti ormai quel momento.

«perché peste poi? Non potrebbe essere tranquillo?» chiese Niccolò tirando nuovamente Sara a sedere sulle tue gambe.

«guarda che se è figlio tuo non nascerà mai tranquillo, te lo puoi levare anche dalla testa»

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