Capitolo 41
Era un po' che nessuno dei presenti metteva piede in un ospedale, ma date le condizioni del ragazzo che era steso sul lettino, era davvero necessario.
Cristian non era messo nel migliore dei modi, tutt'altro, Luca aveva richiesto che Angelica avesse una breve, ma intensa spiegazione di ciò che sarebbe accaduto se non l'avesse lasciato seduta stante.
I due ragazzi che li avevano aiutati, li avevano anche portati subito nell'ospedale più vicino, non sarebbe bastato un fazzolettino per togliere un po' di sangue.
Dopo che un'infermiera l'aveva medicato velocemente per le ferite più evidenti, un altro dottore più esperto stava esaminando con cura le analisi e le radiografie per controllare se avesse qualche lesione più grave o addirittura qualche frattura.
Per tutto il tempo Angelica era rimasta immobile su una sedia, non proferiva parola e spostava solo di tanto in tanto lo sguardo, non riusciva neanche a guardare Cristian negli occhi.
Era solo colpa sua se si ritrovava in quello stato, perché aveva scelto di non soffrire e mettere lui in pericolo.«dovremmo portare il ragazzo in un'altra stanza per un ultimo controllo» decretò il dottore avvicinandosi al letto.
Lui e il ragazzo che lo aveva aiutati, che avevano scoperto successivamente si chiamasse Riccardo, lo aiutarono a scendere a camminare senza troppi sforzi nella camera indicata dal dottore, cristian a stento riusciva a reggersi in piedi.
La sua ragazza invece, Veronica, attese nella stanza precedente con Angelica cercando di tranquillizzarla un po', nonostante non sapesse il perché fosse così agitata.
Anche se si fosse fratturato qualcosa, sarebbe bastato un breve periodo per aggiustare la situazione, non serviva farsi tutte quelle paranoie.«ti va di fare due passi per calmarti?» propose Veronica porgendole un bicchiere d'acqua, ma Angelica dopo aver buttato giù il liquido negò piano con la testa.
«non ho ancora capito perché stava facendo a botte con quei tre, noi due stavamo solo camminando e abbiamo sentito dopo le urla»
«anche noi stavamo camminando, solo che quei ragazzi avevano iniziato a chiamarmi e... e poi è successo quello che è successo»
Faceva ancora fatica a parlare, non riusciva a capacitarsi dell'accaduto e, come se non bastasse, avrebbe anche dovuto decidere in fretta su cosa fare, nonostante le sue possibilità fossero abbastanza ristrette.
[...]
«frattura al bacino e al polso, lesione al tendine del bicipite il resto delle ferite più evidenti abbiamo cercato di sanarle quanto meglio»
Quelle erano le parole che ronzavano ancora nella testa di Angelica, le stesse parole che la sera prima la fecero scoppiare a piangere tra le braccia del suo ragazzo, da lì a stento si mosse per tutta la sera.
Cristian era abbastanza stabile per stare a casa, ma ci sarebbe dovuto stare per un po' di giorni, e sarebbe stato meglio non alzarsi senza un sostegno o un aiuto.
Alla fine Riccardo e Veronica, dato il tardo orario dovettero per forza tornare a casa, dato che i genitori di lei erano anche passati a prenderli, ma comunque rimasero in contatto con i due per qualsiasi evenienza.
Verso l'una invece, Cristian dovette tornare a casa sua, e Angelica contro voglia ci tornò, ma sapeva che il giorno dopo le cose non sarebbero state le stesse.
Gli avevano letteralmente fratturato due ossa, non poteva aspettare che lo spezzassero in due.
Era appena uscita da scuola quella mattina, Adriano e Vanessa erano ancora a lavoro e lei aveva qualche minuto per parlare con Cristian in tranquillità.
Afferrò dallo zaino le chiavi di casa che gli aveva lasciato quest'ultimo, poi raggiunse camera sua in silenzio.«ehi» disse lui con la voce assonnata mentre si voltava dalla parte opposta del letto.
La bionda sforzò un sorriso e si sedette ai bordi del letto, nonostante ci provasse, non riusciva a fingere che andasse tutto bene.
Da lì a poco avrebbe distrutto tutto ciò che aveva desiderato per tanto tempo, e lei era l'unica a sapere che in realtà non ci sarebbe stata una mezza parola vera in quel discorso che a breve avrebbero iniziato.«ti darei un bacio, ma se mi metto seduto mi spezzo anche l'altro lato del bacino»
Cristian le prese una mano e provò a tirarla verso di lui, ma ciò che rimediò fu un breve bacio a stampo appena.
Sfiorando le sue labbra le venne in mente l'ultimo momento in cui entrambi furono felici veramente, prima di tutto quel casino.
Se solo avesse saputo, quella notte sarebbe rimasta con lui invece di tornarsene a casa da sola, sicuramente non sarebbero in quella situazione.«che è successo?» arrivò al punto lui appena ebbe la possibilità di a guardarla negli occhi.
Non ci riuscì per molto, Angelica chiuse gli occhi e poggiò i gomiti sulle gambe, per poi reggersi la testa con le mani.
«non penso di poter andare avanti» sussurrò con un tono di voce così basso che fece fatica a sentirsi da sola.
«che intendi? Con chi non puoi andare avanti?»
«con te Cristian, io e te non possiamo andare avanti»
Provava a mantenere un tono di voce pacato senza far trasparire alcuna emozione, doveva sembrare che lo stesse lasciando davvero, non contro voglia.
«che cosa?»
«hai sentito, non credo di provare abbastanza per impegnarmi in una relazione in questo momento»
«Angè ma che stai dicendo, tu.. tu hai aspettato tutto questo tempo per cosa? Per niente? Non ci credo»
«credici, passare un anno come l'ho passato io non è delle migliori, ultimamente è stato meglio, si, ma penso che sia tardi»
«ascolta, capisco che per un anno non sono riuscito a dimostrare i miei sentimenti, ma posso assicurarti che se davvero tu non fossi stata nulla, le cose tra me e te si sarebbero concluse dopo la prima volta che siamo stati a letto insieme, ma non è mai stato un semplice rapporto per me, lo sai bene.
Io non so cosa vuol dire essere innamorati, non so nemmeno come si tratta una persona per cui vorresti il meglio, però ci sto provando..
Ho sbagliato molto, me ne pento e non ti biasimo se ce l'hai con me, ma questi ultimi giorni sono stati i più belli che io ricordo abbia mai trascorso, so che lo sono stati anche per te.
Non ti chiedo nulla, se vuoi il tuo tempo va bene...»«non è una questione di tempo, non stiamo bene insieme Cristian, io non sto bene con te, forse stavo meglio prima»
Il ragazzo si mise piano seduto nonostante avesse dolori lanciati al bacino, mugolò piano un lamento di dolore mentre si avvicinava a lei e Angelica fu maledettamente tentata dal preoccuparsi per la sua salute, anziché per quella litigata.
«mi stai lasciando?» le chiese lui prendendole una mano e guardandola con gli occhi lucidi, non aveva mai avuto una reazione del genere, eppure all'improvviso si era sentito crollare.
«si»
Angelica riuscì a pronunciare solo due lettere, un'unica parola che però spezzò il cuore di lui come se fosse stato un comune cubetto di ghiaccio.
Raggiunse la porta e non disse altro, sapeva che Cristian non poteva seguirla, ma anche se avesse potuto, qualcosa dentro di lui si era rotto, e non sarebbe bastato poco per metterlo a posto.
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Sei bella come Roma 2
FanfictionSembra che Sara e Niccolò abbiano davvero coronato il loro amore nel migliore dei modi. "Non c'è me senza te e non c'è te senza me", al quanto pare queste parole sono durate negli anni. Nonostante ora la loro vita vada perfettamente, non c'è mai sta...