Ninna nanna mamma

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Capitolo 10

Niccolò e Sara lo erano atterrati da poco nuovamente in Italia, avevano preso le valigie ed erano tornati a casa più in fretta che potevano

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Niccolò e Sara lo erano atterrati da poco nuovamente in Italia, avevano preso le valigie ed erano tornati a casa più in fretta che potevano.
Per tutto il viaggio Sara non aveva fatto altro che versare lacrime silenziosamente, finché stremata dal sonno riuscì a chiudere gli occhi per una misera mezz'ora poggiata al petto di Niccolò.
La polizia era già stata avvisata da Adriano a Vanessa, e proprio lei era quella che si sentiva più in colpa di tutti.
Certo, aurora l'avrebbe presa con la forza se non l'avesse trovata in negozio, ma si sentiva ugualmente male al solo pensiero di averle smosso gli occhi di dosso.
Appena Sara spalancò di fretta la porta della camera di Angelica, si abbassò reggendosi sulle gambe e pianse, i singhiozzi rimbombavano per tutta la casa, li sentì anche Niccolò che, nonostante stesse posando le valigie, mollò tutto e raggiunse la sua ragazza.

«stai calma amore, okay? Ti giuro che non le accadrà nulla, te lo prometto, al più presto ce la riportano qua» le disse facendola alzare e abbracciandola.

«io non ci riesco, perché me l'ha portata via? che le stanno facendo?»

«niente, non le stanno facendo niente»

In cuor suo Niccolò sapeva che quella non era una risposta certa, ma sperava con tutto se stesso che non le avessero fatto neanche una finta carezza, ma come avrebbe potuto evitare tutto questo?
E mentre loro cercavano una maniera per riportare la loro bambina a casa, Angelica si svegliò in un luogo diverso da quello in cui stava dormendo prima.

«Maamma! Mi sono svegliata!» urlò come faceva proprio ogni mattina, credeva ancora che la sorpresa fosse valida, e che quindi i suoi genitori fossero da qualche parte in quella stanza buia.

«mamma?» chiese vedendo la porta aprirsi.

Appena davanti a lei però si pararono due ragazzi completamente sconosciuti, cacciò un urlo e indietreggiò a gattoni sul letto.

«chi siete voi?» disse scontrando con il muro dietro di lei.

«hai proprio la voce irritante, come immaginavo» commentò il ragazzo ridendo.

«voglio andare da mamma, non voglio stare qui»

Angelica si portò le mani sugli occhi e provò a sperare che finisse tutto, che fosse solo un brutto incubo.
Come quando piangeva nel bel mezzo della notte e aveva il permesso di dormire insieme ai suoi genitori.
Le mancava stare appiccicata ad entrambi mentre erano in un sonno tranquillo, le mancava perfino quella noiosa partita che suo padre guardava di sabato sera, le mancava tutto ciò che riguardasse le due persone più importanti della sua vita.

«starai per un po' con noi piccoletta, io sono Marco e lei è Sabrina, ora con permesso, vi lascio fra donne»

Marco uscì chiudendosi la porta a chiave dietro, mentre Sabrina si sedette sul letto.
Angelica iniziò a piangere appena lei allungò una mano, aveva capito che quelle non erano ottime compagnie.

«non iniziare a piangere, dovrai stare qui per un po' e ti conviene non fare la lagna da subito»

«no, portami da mamma»

Sabrina sbuffò rumorosamente e prese il cellulare, non sarebbero durati molto se Angelica non si fosse decisa a stare buona.
Mise il numero anonimo e chiamò al numero di Sara, sperando che rispondesse il prima possibile.

«pronto?»

«ma chi si risente!»

«scusa? Non ho capito bene chi sei»

«l'ultima volta che ci siamo viste il tuo ragazzo mi ha respinta per te, Sara»

«mamma!» urlò Angelica sentendo nominare il nome di sua madre.

«Sabrina? Che ci fai tu con mia figlia!? Perché è lì con te e che le avete fatto!?»

«niente di niente, ma non smette di piangere e, sempre se vuoi che rimanga intera, dovresti dirmi come fare»

«Sara con chi sei al telefono?» chiese Niccolò dalla cucina.

«andrea, torno subito»

Si chiuse nel bagno e si accasciò sul pavimento, stava tremando e di certo non per la temperatura.

«passamela, ti prego» le chiese mordendosi il labbro.

Sabrina alzò gli occhi al cielo e passò il telefono alla bambina, la quale non potè non dare spettacolo della sua voce infranta dal pianto.

«mamma vieni a prendermi ti prego, io non ci voglio stare qua, è tutto buio e ho paura»

«ascolta amore, stai a sentire alla mamma, va bene?
Ti prometto che andrà tutto bene, però ora devi solo fare la brava»

«io non voglio fare la brava, voglio stare con te e papà»

«fai come se fossimo lì con te.
Prendi il ciuccio dallo zaino che hai sempre e sdraiati, fai come ti dico e ti prometto che finisce tutto»

La piccola si guardò intorno e notò il suo zainetto su un vecchio comodino, ci teneva solo una maglia di ricambio e il suo ciuccio.
Una volta che si sdraiò col telefono vicino, Sabrina avvisò Sara che aveva solo pochi minuti prima che staccasse alla telefonata.

«Ninna nanna mamma tienimi con te
nel tuo letto grande solo per un po'
una ninna nanna io ti canterò
e se ti addormenti, mi addormenterò»

Cantava con la voce spezzata dalle lacrime e cercava di trattenere i singhiozzi, ma al quanto pare sembrava funzionare, perché Angelica si stava man mano rilassando.

«ninna nanna mamma
Quando sarò grande comprerò per te
tante cose belle come fai per me,
chiudi gli occhi e sogna quello che non hai
i tuoi sogni poi mi racconterai.»

Concluse sentendo il respiro di sua figlia appesantirsi, segno che si era finalmente addormentata.

«fai la brava amore» disse prima che il telefono le venisse staccato in faccia.

Aprì la porta del bagno mentre si asciugava le lacrime e trovò Niccolò poggiato al muro di fianco che la guardava con uno sguardo indecifrabile.

«sta con la tua ex» ebbe solo il coraggio di dire, per poi raggiungere il balconcino e sedersi su una delle sedie.

«che vuol dire? In che senso sta con Sabrina?»

«mi ha chiamato con un numero anonimo perché piangeva e non riusciva a farla calmare, il resto penso tu l'abbia sentito.»

Niccolò chiuse gli occhi e strinse i pugni, come ne sarebbero usciti da quella situazione?
Ce l'avrebbero davvero fatta a riavere indietro la loro bambina se c'era lei di mezzo?

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