Capitolo 23
Sara aveva appena aperto gli occhi, dato che la sua piccola pulce aveva iniziato a punzecchiarla per farla svegliare.
La bionda su rigirò tra le braccia del suo ragazzo e provò a prendere nuovamente sonno, ma ciò fu inutile quando anche Niccolò provò a farla svegliare.«dai nic cinque minuti» balbettò lei stringendosi di più al suo petto.
«tra cinque minuti il treno lo perdiamo»
«treno?»
Aprì di scatto gli occhi e voltò la testa verso il finestrino della macchina, trovandosi a circa cento metri di distanza l'entrata della stazione.
Stropicciò gli occhi e guardò il moro confusa, prima di addormentarsi era totalmente convinta che una volta sveglia si sarebbe trovata a casa sua, non sulla soglia di prendere un treno.«Moriconi ve vuole portare a fa un giro a Napoli Sarè» s'intromise Adriano che attualmente aveva appena parcheggiato.
Sara voltò la testa verso di lui con un sorriso spontaneo e l'abbracciò, sapeva sempre come far andar via quei pensieri negativi con un suo solo gesto.
Nel giro di pochi minuti arrivarono davanti al treno con i bagagli, Tirava abbastanza vento quel giorno a Roma, e anche per quello sia Angelica che Niccolò erano coperti dalla testa ai piedi esageratamente, mentre Sara aveva un semplice cappotto.«sicura che non hai freddo?» le chiese lui appena le porte del treno si chiusero.
Lei negò con la testa e afferrò prontamente il braccio di sua figlia, la quale stava già per correre avanti e indietro per tutto il vagone.
«mamma perché qua non c'è nessuno?» chiese la piccola vedendo che c'erano solo loro in quel settore.
«perché a tuo padre non è mai piaciuto spendere poco» rispose Sara fulminando Niccolò con lo sguardo.
Lui sorrise e fece spallucce, quando si trattava di stare bene con loro due il resto contava meno di zero.
Si sedettero e, appena partì il treno, Angelica quasi non schiacciò la sua faccia contro il finestrino per vedere tutto il mondo intorno a loro che rimaneva indietro.
Passarono svariati minuti e finalmente si mise a giocare tranquilla e seduta senza senza fare danni.«papà posso farti una domanda?»
«dimmi principessa»
«le tue canzoni sono per mamma, no?»
«quasi tutte, perché?»
«per chi è "canzone stupida"?»
Niccolò scoppiò completamente a ridere per quella domanda mentre Sara gli diede una gomitata, non avevano mai parlato a nessuno della storia di quella canzone.
«anche quella è per tua mamma» rispose Niccolò cercando di trattenere le risate.
«davvero? Mi racconti perché l'hai scritta?»
Era un caldo giorno d'estate, quel pomeriggio i due si stavano davvero annoiando a morte.
Avevano passato buona parte del pomeriggio sul divano a parlare un po' di tutto.
Pensarono anche di raggiungere i loro amici sulla spiaggia per quel "bagno notturno" proposto da Andrea, ma era ancora presto per andarsi a preparare.«dai nic ma vaffanculo!»
«che c'è? Ho solo detto la verità»
«si io sarò pure bassa, ma guarda che manco te sei proprio un gigante eh»
«mesi fa però conquistavo chiunque solo guardandola»
«mesi fa io t'avrei mandato a fanculo»
«Ferrara, non dire cazzate e tieniti quel briciolo di dignità che ti rimane»
«ha parlato!»
Alle volte stavano anche ore a bisticciare in quel modo, ovviamente non dicevano davvero, ma era loro solito scannarsi scherzosamente su qualsiasi argomento.
«almeno io non parlo come se fossi la principessa d'Inghilterra, con tutti quei termini da universitaria acculturata e blablabla» disse lui facendo il gesto con le mani per simulare una bocca che parlava.
«da quando ti dà fastidio il modo in cui parlo?»
«nah mi stai proprio sul cazzo te»
Sara scoppiò a ridere e gli assestò un pugno sul petto, il quale però non gli fece neanche un graffio.
Niccolò inscenò con fare teatrale la scena della sua morte infastidendo ancora di più la ragazza.«io parlo come una principessina, ma guarda che anche tu sei molto fastidioso eh»
«ah si? E che farei io?»
«sei sempre ubriaco quasi tutte le sere, sei molto sbadato perché diverse cose le dimentichi, ah e sei perennemente indeciso, non sai mai cosa vuoi» elencò la ragazza sulle dita.
«sai na cosa, secondo me fai finta di esse così brava a scuola e tutto il resto, me fai tanto la predica ma sei più bora de me»
«mai stata così fiera di essere pariolina!»
«sese, c'avrai il cervello piccolo così» disse lui lasciando uno spazietto piccolissimo tra pollice e indice.
«la mia media del nove non approva le tue insulse affermazioni»
«la mia media del nove gnegnegne» ripetè il moro imitando la voce della ragazza, procurandosi una sua reazione contrariata.
Sorrise e si avvicinò al suo viso per baciare le sue labbra imbronciate, e in men che non si dica il suo umore tornò come prima.
Sara portò le mani sul suo viso e approfondì quel bacio, amava quei pomeriggi dove continuavano a darsi fastidio di continuo per poi concludere tutto il teatrino con un semplice e bellissimo bacio.
Niccolò aprì gli occhi di scatto e si staccò bruscamente da quel bacio, tanto che la ragazza rimase sorpresa e con uno sguardo interrogativo.«ce l'ho!»
«cosa hai?»
«la base!»
La prese di peso su una spalla e raggiunse la stanza del pianoforte, per poi intonare la melodia che gli era venuta in mente ancora con lei seduta sulle sue gambe.
«avessi avuto solo un briciolo di dignità...»
«è questa è la storia di canzone stupida» concluse il racconto Niccolò.
Aveva raccontato più o meno tutto a sua figlia per farle capire il perché di quella canzone, ovviamente togliendo termini che non poteva sentire e qualche situazione che lei ancora non conosceva.
«mamma come facevi a sopportare tutte le battute fastidiose di papà?»
«non chiedermelo amore, rischi il divorzio ogni volta quando mi sfotte mentre ho il ciclo»
Niccolò fece una faccia da angioletto e sorrise, sapeva che anche essendo tremendamente incazzata Sara si sarebbe sciolta come un gelato al sole per quel faccino.
STAI LEGGENDO
Sei bella come Roma 2
FanficSembra che Sara e Niccolò abbiano davvero coronato il loro amore nel migliore dei modi. "Non c'è me senza te e non c'è te senza me", al quanto pare queste parole sono durate negli anni. Nonostante ora la loro vita vada perfettamente, non c'è mai sta...